Il IV Congresso Nazionale Sg
Una tesi scritta dalla Sinistra Giovanile di San Gimignano approvata a livello nazionale
Fausto Raciti nuovo Segretario Nazionale con oltre l'80% dei consensi
Il Congresso Nazionale della Sinistra Giovanile si è svolto nell'arco di tre giorni, tra il 2 ed il 4 marzo, ed ha lanciato a tutta la Sinistra Giovanile numerosi messaggi importanti. La nota più positiva per la Sinistra Giovanile di San Gimignano è l'approvazione a livello nazionale della tesi “sulle spalle dei giganti”, che già era stata approvata a livello provinciale e regionale. Tornando da Roma, luogo dove si è svolto il congresso, ci sono mille cose che mi passano per la mente, mille valutazioni, mille pensieri scaturiti da questa tre giorni molto intensa.
La nostra organizzazione giovanile, la più grande giovanile politica in Italia, esce rafforzata dal dibattito congressuale. La fiducia nel futuro e la voglia di poter partecipare da protagonisti nella costruzione del futuro partito sono gli aspetti principali. La nostra è un'organizzazione strutturata capillarmente sul territorio, che preferisce la presenza fisica e il passaparola alle passerelle televisive o comunque mediatiche. Questo è certamente un punto a favore, ma ogni tanto una presenza più massiccia della Sinistra Giovanile sugli organi di stampa e televisivi non sarebbe male.
Il Congresso consegna la Sg nelle mani di un nuovo segretario: Fausto Raciti, 22 anni, siciliano. Un ragazzo molto giovane, sinonimo di rinnovamento, molto legato alla nostra provincia. Il primo impegno dalla Sinistra Giovanile “targata” Raciti è quello della partecipazione alla manifestazione del 10 marzo “Diritti Ora!”, un'occasione che vuole essere un primo strumento per fare sentire la voce dei giovani, per dare una base al disegno di cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Dopo una brillante esperienza, lascia il nostro Presidente nazionale Stefano Fancelli, cui va un ringraziamento sincero e un in bocca al lupo per il suo futuro. Fancelli, nella sua relazione, ha sottolineato come la forza della nostra organizzazione sta anche e soprattutto nella sua autonomia. Per questo la Sinistra Giovanile ha svolto il suo congresso prima di quello dei DS: perché la Sg deve saper essere il volano, l'esempio di come si deve costruire il futuro partito democratico e la sua giovanile. Purtroppo finora i giovani sono stati poco coinvolti nei dibattiti (vedi Orvieto, dove la presenza dei giovani era ferma all'1,2%) e nelle dinamiche per costruire il partito nuovo. Ma tocca a noi farci sentire come soggetto cofondatore di una nuova entità politica che sia quella che vogliamo.
La Sinistra Giovanile conosce anche un riassetto del dispositivo nazionale: al posto di un Presidente, vengono eletti un Segretario ed un Presidente. Il primo, Fausto Raciti, ha compiti più rilevanti di conduzione della nostra giovanile, mentre il secondo, Roberto Speranza, avrà un ruolo principalmente rappresentativo. Questo riassetto non so quanto possa rappresentare la soluzione, ma vedremo nei prossimi mesi.
Al Congresso hanno partecipato e parlato numerosi leader nazionali tra cui Bersani, Melandri, Nicolais, Damiano, Reichlin... Sono intervenuti anche il vicepresidente dell'ArciGay, Don Ciotti, Franceschini... In particolare i tre giorni sono stati scanditi dai tre interventi più acclamati: Massimo D'Alema, Walter Veltroni e Piero Fassino.
D'Alema, applauditissimo, ha affrontati i vari nodi cruciali del governo e del Partito Democratico, ma il punto saliente del suo intervento ha riguardato proprio la nostra giovanile. Secondo il nostro Ministro degli Esteri, dobbiamo “bussare più forte” alle porte del partito, dissentire quando è necessario, spingere con decisione per avere peso nella costruzione del nuovo partito, perché sarà il soggetto principalmente delle nuove generazioni. In particolare, i giovani hanno la possibilità di affrontare con spirito diverso le nuove preoccupazioni per il prossimo futuro: clima, biotecnologie...
Walter Veltroni, giunto a sorpresa al congresso, ha parlato più dal punto di vista socio-culturale del nuovo soggetto ed è stato, a mio parere, il più convincente. Ha raccontato delle nuove disuguaglianze, dei drammi quotidiani, delle nuove esigenze della gente, di come ci si deve indirizzare nel futuro... Inoltre, è stato il più convincente sulla necessità di rinnovamento della politica, senza scordarsi il passato, ma nemmeno correndo avanti con la testa rivolta all'indietro. Veltroni ha anche spiegato cosa significhi “riformismo”: tutte le conquiste più rivoluzionarie della storia del novecento sono state raggiunte, nell'occidente, mediante le riforme.
Sul dibattito radicalismo/riformismo si è giocato molto del dibattito congressuale. Il radicalismo rischia di esaurirsi a testimonianza, che sì può lasciare pulita la coscienza individuale, ma che lascia tutto così come è a livello collettivo. L'impegno più difficile, la vera radicalità, è nel riuscire a cambiare le cose realmente, anche a costo di sacrifici quotidiani, di compromessi estenuanti, di lotte tenaci senza la consolazione di un blog frequentato su internet o di un editoriale encomiastico sul Manifesto... Stare su un albero a cantare “come sarebbe il mondo se...” o a gettare fango su chi fa politica serve senza dubbio al proprio “io”, ma non serve per niente al “noi”. Martin Luther King, quando ha pronunciato il suo celeberrimo discorso a Washington, non ha fatto una rivoluzione armata, né si è arroccato su posizioni oltranziste (come ha fatto parte del movimento per l'emancipazione dei neri), ma ha conquistato tantissimo per la sua gente... Ed ha anche pagato con la propria vita. Il vero riformismo, la vera sfida è nel tradurre posizioni colte, radicali e responsabili in azione politica concreta. E non è per niente facile.
Veltroni ha così dichiarato che “il riformismo è l'unica radicalità che cambia le cose; la radicalità basata sulla ideologia non spaventa infatti i detentori del potere, che sono messi in difficoltà quando la radicalità incontra il realismo”. Alla Sinistra Giovanile, infine, il sindaco di Roma ha rivolto un appello accorato: “non costruite un Partito Democratico bonsai, costruite un soggetto capace di fare rete e aggregare a partire da una diversa forma organizzativa rispetto alla tradizionale forma partito: siate i precursori della poltiica del melting-pot”.
Una curiosità: l'intervento di Veltroni è stato interrotto proprio all'inizio da un “intruso”. Infatti, ha preso la parola Vergassola, noto comico televisivo. Venti minuti di divertimento per la platea dei delegati. Tra le battute più applaudite una su D'Alema: “Ho detto a D'Alema: lei è l'unico politico coerente, infatti Fini si è dichiarato anti-fascista, Fassino anti-comunista, mentre lei è sempre rimasto anti-patico”; e una battuta ironica sul Partito Democratico: “dovrebbe preoccuparvi l'inquietante analogia tra il Partito Democratico e l'ovino Kinder: tutti lo vogliono, ma nessuno sa cosa c'è dentro”. A Veltroni ha presentato un dubbio drammatico: “Lei è stato presidente dei DS, Ministro della Cultura, Sindaco di Roma, non le dispiacerebbe se la ricordassero solo come voce di Rino il Tacchino?”.
Piero Fassino è intervenuto il terzo giorno ed ha presenziato all'investitura di Fusto Raciti.
L'unica nota stonata del congresso è stato il gesto di Pataffio, che aveva presentato una tesi alternativa a quelle nazionali (votata soltanto da una ventina di delegati) e che aveva fatto un bel discorso accorato. Pataffio ha abbandonato il congresso prima della conclusione, gettando a terra la propria delega.
La nota più positiva del congresso per noi sangimignanesi è senza dubbio il fatto che la tesi 24 sulle radici della Sinistra Giovanile è stata approvata all'unanimità dal congresso nazionale. Alla tesi ha lavorato una sottocommissione composta da Toscana, Umbria, Piemonte e Lombardia. In sede di commissione politica, è stato deciso di assumere con valore vincolante dal punto di vista politico il documento sangimignanese. Sicuramente una bella soddisfazione per la città turrita. Un elemento positivo che non fa altro che sottolineare la dinamicità e la straordinaria crescita della Sinistra Giovanile a San Gimignano, che al congresso provinciale aveva già portato un ampio pacchetto di emendamenti, alcuni dei quali sotto diverse forme assunti a vari livelli.
Il bilancio di questo congresso, dunque, è senza dubbio positivo per noi e per la Sinistra Giovanile in generale. Da adesso però parte la sfida più importante: la costruzione di un nuovo soggetto giovanile di cui noi dobbiamo essere ispiratori con convinzione. Dobbiamo avviare un cantiere politico che, senza pregiudiziali, si apra alla società e alle altre giovanili interessate al progetto. San Gimignano e la provincia di Siena devono essere, a mio parere, il laboratorio d'eccellenza, l'esempio e il volano nella costruzione di una novità politica e sociale, che tanta parte dovrà avere nel futuro dell'Italia.
Niccolò Guicciardini
Una tesi scritta dalla Sinistra Giovanile di San Gimignano approvata a livello nazionale
Fausto Raciti nuovo Segretario Nazionale con oltre l'80% dei consensi
Il Congresso Nazionale della Sinistra Giovanile si è svolto nell'arco di tre giorni, tra il 2 ed il 4 marzo, ed ha lanciato a tutta la Sinistra Giovanile numerosi messaggi importanti. La nota più positiva per la Sinistra Giovanile di San Gimignano è l'approvazione a livello nazionale della tesi “sulle spalle dei giganti”, che già era stata approvata a livello provinciale e regionale. Tornando da Roma, luogo dove si è svolto il congresso, ci sono mille cose che mi passano per la mente, mille valutazioni, mille pensieri scaturiti da questa tre giorni molto intensa.
La nostra organizzazione giovanile, la più grande giovanile politica in Italia, esce rafforzata dal dibattito congressuale. La fiducia nel futuro e la voglia di poter partecipare da protagonisti nella costruzione del futuro partito sono gli aspetti principali. La nostra è un'organizzazione strutturata capillarmente sul territorio, che preferisce la presenza fisica e il passaparola alle passerelle televisive o comunque mediatiche. Questo è certamente un punto a favore, ma ogni tanto una presenza più massiccia della Sinistra Giovanile sugli organi di stampa e televisivi non sarebbe male.
Il Congresso consegna la Sg nelle mani di un nuovo segretario: Fausto Raciti, 22 anni, siciliano. Un ragazzo molto giovane, sinonimo di rinnovamento, molto legato alla nostra provincia. Il primo impegno dalla Sinistra Giovanile “targata” Raciti è quello della partecipazione alla manifestazione del 10 marzo “Diritti Ora!”, un'occasione che vuole essere un primo strumento per fare sentire la voce dei giovani, per dare una base al disegno di cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Dopo una brillante esperienza, lascia il nostro Presidente nazionale Stefano Fancelli, cui va un ringraziamento sincero e un in bocca al lupo per il suo futuro. Fancelli, nella sua relazione, ha sottolineato come la forza della nostra organizzazione sta anche e soprattutto nella sua autonomia. Per questo la Sinistra Giovanile ha svolto il suo congresso prima di quello dei DS: perché la Sg deve saper essere il volano, l'esempio di come si deve costruire il futuro partito democratico e la sua giovanile. Purtroppo finora i giovani sono stati poco coinvolti nei dibattiti (vedi Orvieto, dove la presenza dei giovani era ferma all'1,2%) e nelle dinamiche per costruire il partito nuovo. Ma tocca a noi farci sentire come soggetto cofondatore di una nuova entità politica che sia quella che vogliamo.
La Sinistra Giovanile conosce anche un riassetto del dispositivo nazionale: al posto di un Presidente, vengono eletti un Segretario ed un Presidente. Il primo, Fausto Raciti, ha compiti più rilevanti di conduzione della nostra giovanile, mentre il secondo, Roberto Speranza, avrà un ruolo principalmente rappresentativo. Questo riassetto non so quanto possa rappresentare la soluzione, ma vedremo nei prossimi mesi.
Al Congresso hanno partecipato e parlato numerosi leader nazionali tra cui Bersani, Melandri, Nicolais, Damiano, Reichlin... Sono intervenuti anche il vicepresidente dell'ArciGay, Don Ciotti, Franceschini... In particolare i tre giorni sono stati scanditi dai tre interventi più acclamati: Massimo D'Alema, Walter Veltroni e Piero Fassino.
D'Alema, applauditissimo, ha affrontati i vari nodi cruciali del governo e del Partito Democratico, ma il punto saliente del suo intervento ha riguardato proprio la nostra giovanile. Secondo il nostro Ministro degli Esteri, dobbiamo “bussare più forte” alle porte del partito, dissentire quando è necessario, spingere con decisione per avere peso nella costruzione del nuovo partito, perché sarà il soggetto principalmente delle nuove generazioni. In particolare, i giovani hanno la possibilità di affrontare con spirito diverso le nuove preoccupazioni per il prossimo futuro: clima, biotecnologie...
Walter Veltroni, giunto a sorpresa al congresso, ha parlato più dal punto di vista socio-culturale del nuovo soggetto ed è stato, a mio parere, il più convincente. Ha raccontato delle nuove disuguaglianze, dei drammi quotidiani, delle nuove esigenze della gente, di come ci si deve indirizzare nel futuro... Inoltre, è stato il più convincente sulla necessità di rinnovamento della politica, senza scordarsi il passato, ma nemmeno correndo avanti con la testa rivolta all'indietro. Veltroni ha anche spiegato cosa significhi “riformismo”: tutte le conquiste più rivoluzionarie della storia del novecento sono state raggiunte, nell'occidente, mediante le riforme.
Sul dibattito radicalismo/riformismo si è giocato molto del dibattito congressuale. Il radicalismo rischia di esaurirsi a testimonianza, che sì può lasciare pulita la coscienza individuale, ma che lascia tutto così come è a livello collettivo. L'impegno più difficile, la vera radicalità, è nel riuscire a cambiare le cose realmente, anche a costo di sacrifici quotidiani, di compromessi estenuanti, di lotte tenaci senza la consolazione di un blog frequentato su internet o di un editoriale encomiastico sul Manifesto... Stare su un albero a cantare “come sarebbe il mondo se...” o a gettare fango su chi fa politica serve senza dubbio al proprio “io”, ma non serve per niente al “noi”. Martin Luther King, quando ha pronunciato il suo celeberrimo discorso a Washington, non ha fatto una rivoluzione armata, né si è arroccato su posizioni oltranziste (come ha fatto parte del movimento per l'emancipazione dei neri), ma ha conquistato tantissimo per la sua gente... Ed ha anche pagato con la propria vita. Il vero riformismo, la vera sfida è nel tradurre posizioni colte, radicali e responsabili in azione politica concreta. E non è per niente facile.
Veltroni ha così dichiarato che “il riformismo è l'unica radicalità che cambia le cose; la radicalità basata sulla ideologia non spaventa infatti i detentori del potere, che sono messi in difficoltà quando la radicalità incontra il realismo”. Alla Sinistra Giovanile, infine, il sindaco di Roma ha rivolto un appello accorato: “non costruite un Partito Democratico bonsai, costruite un soggetto capace di fare rete e aggregare a partire da una diversa forma organizzativa rispetto alla tradizionale forma partito: siate i precursori della poltiica del melting-pot”.
Una curiosità: l'intervento di Veltroni è stato interrotto proprio all'inizio da un “intruso”. Infatti, ha preso la parola Vergassola, noto comico televisivo. Venti minuti di divertimento per la platea dei delegati. Tra le battute più applaudite una su D'Alema: “Ho detto a D'Alema: lei è l'unico politico coerente, infatti Fini si è dichiarato anti-fascista, Fassino anti-comunista, mentre lei è sempre rimasto anti-patico”; e una battuta ironica sul Partito Democratico: “dovrebbe preoccuparvi l'inquietante analogia tra il Partito Democratico e l'ovino Kinder: tutti lo vogliono, ma nessuno sa cosa c'è dentro”. A Veltroni ha presentato un dubbio drammatico: “Lei è stato presidente dei DS, Ministro della Cultura, Sindaco di Roma, non le dispiacerebbe se la ricordassero solo come voce di Rino il Tacchino?”.
Piero Fassino è intervenuto il terzo giorno ed ha presenziato all'investitura di Fusto Raciti.
L'unica nota stonata del congresso è stato il gesto di Pataffio, che aveva presentato una tesi alternativa a quelle nazionali (votata soltanto da una ventina di delegati) e che aveva fatto un bel discorso accorato. Pataffio ha abbandonato il congresso prima della conclusione, gettando a terra la propria delega.
La nota più positiva del congresso per noi sangimignanesi è senza dubbio il fatto che la tesi 24 sulle radici della Sinistra Giovanile è stata approvata all'unanimità dal congresso nazionale. Alla tesi ha lavorato una sottocommissione composta da Toscana, Umbria, Piemonte e Lombardia. In sede di commissione politica, è stato deciso di assumere con valore vincolante dal punto di vista politico il documento sangimignanese. Sicuramente una bella soddisfazione per la città turrita. Un elemento positivo che non fa altro che sottolineare la dinamicità e la straordinaria crescita della Sinistra Giovanile a San Gimignano, che al congresso provinciale aveva già portato un ampio pacchetto di emendamenti, alcuni dei quali sotto diverse forme assunti a vari livelli.
Il bilancio di questo congresso, dunque, è senza dubbio positivo per noi e per la Sinistra Giovanile in generale. Da adesso però parte la sfida più importante: la costruzione di un nuovo soggetto giovanile di cui noi dobbiamo essere ispiratori con convinzione. Dobbiamo avviare un cantiere politico che, senza pregiudiziali, si apra alla società e alle altre giovanili interessate al progetto. San Gimignano e la provincia di Siena devono essere, a mio parere, il laboratorio d'eccellenza, l'esempio e il volano nella costruzione di una novità politica e sociale, che tanta parte dovrà avere nel futuro dell'Italia.
Niccolò Guicciardini
1 commento:
Complimenti ai Compagni Sangimignanesi per l'apporto che hanno dato al congresso
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