Care Delegate, Cari Delegati, Gentili Ospiti,
ci troviamo oggi in questa assemblea, frutto del voto di 844 elettori. Un risultato importantissimo per la nostra provincia. E ci troviamo a svolgere questa assemblea a Vivo d'Orcia, nell'ambito di una Festa Invernale Provinciale, che segnala una volta di più la voglia di creare e costruire momenti e storie concrete, vive sul territorio. Ringrazio, innanzitutto, coloro che si sono spesi per l'organizzazione di questa tre-giorni, a partire dai ragazzi di Vivo d'Orcia, dal coordinatore Federico Rovetini, dal partito di Castiglion d'Orcia e da tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di queste giornate, assieme alla Rete Universitaria Nazionale.
Io ho deciso di mettermi a disposizione per guidare Generazione Democratica nella nostra provincia nei prossimi mesi prima di tutto perché ho visto, in questi mesi, una squadra di persone capaci, attive e che fanno politica per passione. Spero di essere all'altezza per portare avanti le tante sfide che ci attendono. Io vi garantisco il massimo impegno, la massima continuità e la volontà ferma di dedicarmi nei prossimi mesi alla nostra organizzazione con l'anima e col corpo. E' un impegno grande questo, perché la nostra provincia è ampia e viva. Ma le sfide più difficili sono quelle che stimolano di più.
Il nostro cammino fin qui...
Primarie del 21 Novembre
Venerdì 21 Novembre Generazione Democratica nella nostra Provincia ha ottenuto il sostegno di 844 ragazzi e ragazze. E' un dato eccezionale per la nostra realtà che testimonia quanto di buono abbiamo fatto negli ultimi mesi.
Più volte, in diversi appuntamenti, abbiamo affermato che primarie organizzate in questo modo non sono ciò che vogliamo e non esauriscono la nostra idea di giovanile. Le centinaia di ragazzi e ragazze che sono venuti a votare hanno dimostrato, però, che il faticoso lavoro quotidiano nei comuni, nelle frazioni, nelle scuole, nella Università, merita fiducia. E' un dato veramente importante che ci dovrà far sentire meno soli nei momenti di difficoltà e ci deve mettere fin da oggi addosso il senso di responsabilità verso quanti, un venerdì sera, hanno deciso di sostenere il nostro lavoro.
Abbiamo affrontato queste primarie tra mille difficoltà. Ci siamo ritrovati come una squadra di calcio che gioca una finale a piedi nudi con un pallone da cinque chili. Ci siamo trovati senza tempo e senza nessuna risorsa economica, salvo la festa organizzata a Colle di val d'Elsa. Non abbiamo potuto nemmeno fare un invio a tutti gli under trenta o spedire un sms a tutti i giovani in indirizzo. Anche dal punto di vista organizzativo, ci siamo trovati a fronteggiare una situazione ai limiti del possibile: quaranta seggi organizzati in pochi giorni e, lo ripeto, senza risorse. Non abbiamo neanche attaccato un manifesto, stampato un volantino a colori... Niente. Proprio per questo, lo dirò più avanti, c'è bisogno di chiarire lo status delle risorse di Generazione Democratica.
Nonostante tutto ciò, a sorpresa, è arrivato l'ottimo risultato che vi sto descrivendo. Analizzando come sia stato possibile, nella situazione detta, arrivare ad un risultato, credo vada messo in luce il motivo principale. Quello che deve essere la base e l'orizzonte della nostra azione. Una squadra eccezionale di persone che in quei giorni, praticamente in ogni comune della nostra provincia, ha voluto e saputo metterci la faccia. Una squadra eccezionale che, da Radicondoli a San Quirico d'Orcia, da Castellina in Chianti a Chiusi, ha un'idea comune di Politica. Quella dell'azione e della concretezza.
Dal 21 Novembre è venuto fuori chiaramente che il lavoro sul territorio e la capacità di essere una squadra unita e disinteressata paga. Per questo, da oggi rilanciamo quel lavoro faticoso, spesso poco appagante, che è fatto di serate, chilometri, impegno, illusioni e disillusioni, feste, corse contro il tempo, un minuto donato...
Il risultato del 21 Novembre, poi, ci porta delle preziosissime indicazioni per ciò che c'è da fare. Senza dilungarmi sull'analisi del voto, credo che ci sia ancora molto da lavorare in diversi comuni, in diverse zone, compresa la città di Siena. Sappiamo che, laddove riusciamo a costituire un gruppo anche piccolo di persone che decidono di innamorarsi della Politica, possiamo portare grandi innovazioni e attività. Per questo, uno dei primi compiti della nuova Segreteria dovrà essere quello di, analizzando il voto, impegnarsi a sostenere o stimolare le realtà dove ancora non esiste un nucleo di Generazione Democratica.
Le realtà presenti sul territorio
In un territorio come il nostro, con scarsa densità abitativa e grande espansione territoriale, è di fondamentale importanza riuscire a creare nuclei di Giovani Democratici nelle varie realtà. Le piccole realtà sono un punto di forza per tutta l'organizzazione.Dalla fine del giugno scorso, dopo l'Assemblea Programmatica di Ulignano, sono sorti numerosi circoli di Generazione Democratica. Sono sorti eleggendo il proprio referente comunale e una propria segreteria. Questo processo deve essere portato a compimento entro il mese prossimo, per permettere poi di portare avanti le campagne che imbastiremo e per dare un contributo fondamentale alle prossime amministrative.
Generazione Democratica è nata dal basso. Questo è il nostro punto di forza: non siamo partiti dall'elezione del livello provinciale, ma da quello comunale. Ciò permette di impostare un lavoro capillare e continuo di sensibilizzazione verso i ragazzi e le ragazze residenti nella nostra provincia.
I PROGETTI PORTATI AVANTI FIN QUI
In questi mesi, Generazione Democratica ha organizzato già momenti importanti nella nostra provincia. Ne cito due soltanto.
Il contest dei gruppi musicali è stato un grande successo, che dovremo riprendere il prossimo anno. Ben quarantacinque gruppi musicali si sono sfidati in quindici realtà della nostra provincia, fino alle quattro semifinali e alla finale di Siena. E' stato un momento importante perché ci ha permesso di entrare in contatto con una realtà artistica, quella dei gruppi musicali emergenti, che troppo spesso viene confinata ai margini. Valorizzare le band emergenti è un impegno importante, giacché sono mosse da impegno e passione, e, quando c'è la passione, c'è anche il sacrificio.
Le cene della legalità, per sostenere i progetti di LiberaTerra, e in particolare la ristrutturazione di un palazzo sequestrato alla mafia, hanno rappresentato un altro momento di cui andare orgogliosi. Dobbiamo essere in grado di dare continuità al nostro impegno nel sociale, anche attraverso la collaborazione con un'associazione seria come LiberaTerra.
CRISI ECONOMICA, SOCIALE E IL RUOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO
I prossimi mesi e i prossimi anni saranno caratterizzati da una forte crisi economica che ha ed avrà effetti anche sull'economia reale. Mentre l'Europa viene investita da una crisi che ha pochi precedenti nella storia recente, l'Italia si trova governata da un Governo incapace.
Non avrebbe senso, in questa relazione, parlare della crisi economica che prende le mosse dagli Stati Uniti, dalla ricerca dei soldi facili, dall'indebitamento progressivo e inesorabile di fasce sempre più larghe di popolazione. Ha senso, però, tener conto di questi fattori.Una crisi economica ha sempre ripercussioni più o meno dirette su tutta quanta la società: dagli stili di vita alle scelte politiche. La Provincia di Siena si sta attrezzando per attraversare questo periodo difficile: bisogna essere un laboratorio di eccellenza aperto e capace di rischiare e mettersi in gioco.
Questo è necessario anche perché, se ci guardiamo attorno, neppure troppo lontano, scopriamo come questa crisi determina un'insicurezza sociale portatrice di rischi notevoli. Senza dipingere un mondo in bianco e nero, possiamo notare come all'interno del corpo sociale, anche nelle nostre terre, si sia diffusa una percezione e una paura dell'estraneo, del diverso, dell'ignoto, che dà voce agli istinti più pericolosi.Ha notato un attento osservatore che gli individui hanno cercato conforto, protezione, distrazione nelle gioie della vita domestica e nell'acquisto di merci ogni sorta. Non c'è nulla di male in sé, in tutto questo. Tutt'altro. E' drammatico però che nella vita quotidiana sia assente, o molto poco presente, una corrispondente sfera pubblica.
Siamo la società dove tutto è possibile e allo stesso tempo molto è impossibile. Siamo la società discontinua che scoraggia l'impegno e il sacrificio, lo studio e l'applicazione... Tutto questo sembra far parte di un mondo che non c'è più: oggi conviene non studiare, non sacrificarsi, ma aspettare il proprio turno. A quel punto, se mai arriva il proprio turno, basta non avere qualità: basta avere fortuna per vincere un concorso o un grattaevinci, basta essere sufficientemente "normali" o "anormali" da poter essere accettati, magari per il tempo di un giro di valzer, dal mercato della televisione. E lì si compie il proprio essere nell'apparire. Apparire come essere. Senza fare retorica, oggi è davvero difficile far passare messaggi come i nostri. E' difficile raccontare di cambiare le cose da qualche parte con sacrificio e impegno, mentre altrove c'è un'isola incantata di trucchi e reality-show. "Questo orizzonte di affaristi e imbroglioni, fatto di nebbia, pieno di sembrare, ricolmo di nani, ballerine, canzoni, di lotterie, l'unica fede in cui sperare".
Eppure è proprio in un contesto del genere che conta ancora di più il nostro lavoro. Non raccontiamo di cambiare il mondo, ma sappiamo di fare dei passi avanti. Piccoli e fondamentali passi avanti. E ogni passo avanti significa avvicinarsi alla meta.Le ombre del villaggio globale sono numerose, scoraggianti... La crisi sta generando frammentazione sociale, guerra del povero contro il più povero, egoismo e incapacità di pensarsi come corpo sociale. E in tutto questo non esiste un capro espiatorio credibile e che riassuma in sé tutte le colpe. Sarebbe troppo semplice. Una cosa che sappiamo è che anche in una provincia come la nostra, spesso immune da difficoltà di tal genere, dovremo affrontare tante contraddizioni sociali, difficoltà legate all'accettazione del diverso o del nuovo.E allora tocca anche a noi guardarsi attorno e cercare di capire ed indagare le ragioni e le manifestazioni di tutte le ombre che si allungano nei nostri territori. Il Partito Democratico deve saper farsi attore protagonista in una situazione così. Troppo spesso, il nostro Partito va sui giornali nazionali per le proprie difficoltà interne, per irrisoluti contraddittori personali, per motivazioni che non interessano alla gente.
Il Partito, diciamolo chiaramente, non è un treno che si prende per arrivare da qualche parte. In un Partito non ci sono manovali e privilegiati. In un Partito ci sono tante e tante persone che, secondo la propria disponibilità e la propria attitudine, contribuiscono a creare qualcosa di grande. Mi sembra che ultimamente questo partito rischi di smarrire la sua funzione. Non si può pensare ad un Partito come ad un mezzo da utilizzare. Bisogna impegnarsi continuamente, anche dedicando un solo minuto o un solo ragionamento, perché il Partito Democratico sia di tutti e sia utile al paese e non ad una persona o a un gruppo di persone.
Dobbiamo dividerci e discutere, ma sui temi e sui contenuti, non su questioni che, rispetto alla situazione che abbiamo brevemente delineato, sembrano fuori dal mondo.E' certo vero che il Partito Democratico è riuscito a portare, una ventata di freschezza alla politica italiana. Bene. Facciamo si che nelle riunioni del nostro partito e della giovanile si parli di chi sta fuori, degli ultimi, di chi ti dice che "della politica non gliene frega niente", di come farsi capire e di cosa proporre agli elettori. Insomma, dobbiamo prenderci la responsabilità di costruire un'alternativa culturale e sociale a queste destre.Negli Stati Uniti, abbiamo assistito a qualcosa di eccezionale. Obama ha rappresentato un'innovazione inaspettata e inattesa. E' riuscito a riportare nell'agenda politica del suo Paese tematiche che, negli anni repubblicani, erano state di fatto dimenticate. E' riuscito a costruirsi la fiducia mettendo insieme il sogno e la concretezza.
UNA GIOVANILE: PERCHÉ E COME DARE UNA RISPOSTA ALLA VOGLIA DI PARTECIPARE E CONTARE
Il Partito Democratico è nato parlando molto di giovani generazioni e del ruolo fondamentale che queste hanno nel rilancio della società e del sistema paese. A queste parole, è seguito anche un investimento sui giovani nelle prime fasi di costituzione degli organismi del PD.
Le giovani generazioni non rappresentano né una classe, né un gruppo sociale omogeneo. Sono, anzi, una potenzialità variegata e spesso sotterranea. E' difficile oggi dare rappresentanza a quella fascia di età, dai quattordici ai ventinove anni, che si trova a vivere in una società in continua evoluzione e altamente frammentata. E qui sta la sfida di una nuova giovanile nel Partito Democratico.Da una parte, negli under venti in particolare, c'è il problema, come abbiamo già visto, di una vita discontinua, una vita spesso separata tra il reale, l'irreale, il multimediale... Una vita che viene vista come progetto nella ricerca dell'elemento di discontinuità. Una vita concepita quindi non come continuità, come crescita personale e culturale per cui è necessario percorrere diversi scalini, ma una crescita frammentata, che va avanti quasi per inerzia e aspetta il momento di svolta. Dall'altra parte, c'è il problema della frustrazione per i propri talenti non valorizzati, per l'impossibilità di dare realizzabilità nell'immediato futuro alle proprie aspirazioni. Troppe volte i più giovani si trovano davanti le barriere invalicabili, nei diversi ambiti di studio o lavorativi, della burocrazia o delle corporazioni post-moderne. E tutto questo sommato ad una sfiducia diffusa nella possibilità di cambiare concretamente le cose e nella mancanza di punti di riferimento saldi.
In un quadro di tal genere, forzatamente generalizzato, emerge però anche la voglia di Partecipare e Contare. La voglia di riuscire a dare un senso al proprio agire nella società e per la società. Il desiderio di riuscire a modificare il corso delle cose con gesti reali e che hanno effetti tangibili. Lo slancio a costruire un futuro per sé e per gli altri. Spesso, mancano solo gli strumenti.Non credo allo stereotipo del giovane come un disilluso che naviga a vista nella società del consumo e della frammentazione. E nemmeno voglio dare una definizione semplicistica di un mondo così difficilmente comprensibile e racchiudibile in una definizione come quello giovanile. Credo però che dobbiamo riuscire a coinvolgere e stanare quei talenti e quelle risorse che possono dare un contributo fondamentale al futuro dell'Italia e dei suoi territori. Anche del nostro.
GENERAZIONE DEMOCRATICA: COME SARÀ?
Quando ci si appresta a costruire qualcosa di nuovo, veramente nuovo, bisogna in primo luogo domandarsi il perché. Una giovanile è necessaria.In primo luogo, all’interno di una giovanile i ragazzi e le ragazze possono trovare spazi unici di crescita e di partecipazione. In secondo luogo, la giovanile deve formare giovani ragazzi e ragazze che possano dare un contributo forte alla Politica nazionale o locale e al Partito. La giovanile, insomma, rappresenta un anticorpo e un antidoto contro la cooptazione o la selezione casuale e valorizza giovani che non rappresentano solo se stessi, ma sono in sintonia con una Generazione.
Credo di poter dire a nome di molti di voi ciò che vogliamo, almeno nelle linee principali.Noi vogliamo una giovanile snella e forte, coesa e in cui si discute, realista e sognante. Noi vogliamo una giovanile presente sui territori, fin dal più piccolo comune del nostro Paese. Presente anche nei luoghi di lavoro e di studio. Noi vogliamo una giovanile che sappia fornire alternative per l'aggregazione e la socializzazione.
Noi vogliamo una giovanile all’avanguardia sui temi, che sia in grado di porre interrogativi forti al Partito sul modo e sul merito di trattare determinate questioni. Una giovanile come luogo coeso, ma fluido di ideali e passioni. Non vogliamo una giovanile leggera e aleatoria, che rappresenti la "faccia giovane" del Partito Democratico, ma una giovanile organizzata e radicata che sa porsi con intelligenza e forza sulle questioni più importanti. Dobbiamo essere in grado di sublimare e trascendere le esperienze passate e creare una giovanile veramente nuova non solo nei modi, ma anche nel merito.
La giovanile che vogliamo è anche un antidoto al giovanilismo, a quell’idea che giovane equivalga a migliore. Non è così. Dobbiamo saperci conquistare con lo studio, la fatica, la Politica i nostri spazi e il nostro Futuro.
I TEMI CENTRALI
In questa relazione non c'è il tempo per passare in rassegna tutti quei temi e quei contenuti su cui dovremo confrontarci e lavorare. Cerco di passarne solo in rassegna alcuni particolarmente pregnanti e che credo dovranno stare alla base della nostra riflessione e del nostro agire.
LA PACE
Il tema della pace e del pacifismo è uno di quelli che sembra seguire le mode, ma che, invece, deve rappresentare una base fondamentale dell'agire di una forza riformista. La Pace non è solo quella delle bandiere e non descrive solo l'assenza di guerra, la Pace è anche quella costruita giorno per giorno, praticata. Parte dalla storia di vita di ognuno. La pace è l'architrave che regge ogni possibilità di giustizia, garanzia di diritti, equità. "Prepara la pace, se vuoi la pace", ha affermato molti anni fa Enrico Berlinguer. Questa affermazione vale anche per i giorni nostri: dalla frustrazione delle prospettive di vita nasce spesso non solo l'odio nella vita quotidiana a tutti i livelli, ma sorgono anche il terrorismo, l'intolleranza, la guerra.
LAVORO
Un altro tema cruciale per Generazione Democratica deve essere il lavoro. Il mondo del lavoro è in difficoltà nel valorizzare le potenzialità dei nuovi lavoratori e nel dargli rappresentanza. Un lavoro precario determina nella gran parte dei casi una vita precaria in cui risulta difficile dare ampio respiro alle proprie aspirazioni. L'idea diffusa del giovane che resta in famiglia fino a trenta o trentacinque anni rappresenta bene uno dei problemi centrali della nostra società. Per aiutare le famiglie e per permettere ai più giovani di farsi delle famiglie, è necessario investire sulla facilità e l'efficienza di accesso alla casa, ad un lavoro sicuro, all'istruzione, ai vari servizi pubblici... La soluzione non è guardarsi indietro, ma guardare avanti e mettere sul tavolo le ingiustizie che si stanno creando. Un ragazzo che entra nel mondo del lavoro oggi ha molti meno diritti e molte meno garanzie di chi vi è entrato venti o quindici anni fa. L'idea di lavoro flessibile, che è espressione della new economy, non deve essere una scusa per avere manodopera a basso costo e con pochi diritti. Generazione Democratica deve riuscire ad entrare negli ambienti dove i ragazzi e le ragazze lavorano, spesso poco pagati e inconsapevoli dei propri diritti. Per fare questo, serve anche una collaborazione col sindacato. Dobbiamo essere in grado di parlare ai giovani lavoratori e di costruire insieme a loro una prospettiva diversa e nuova.Il lavoro non deve essere soltanto il mezzo per procurarsi il sostentamento, il lavoro deve essere il luogo dove si esprimono al meglio le proprie attitudini nell'interesse proprio e della società. Solo una società equa e che fornisce pari opportunità a tutti può crescere veramente, legandosi al progresso sociale, tecnico e scientifico. Non ci sono soluzioni predeterminate o preconfezionate: la situazione è nuova e dobbiamo essere capaci di inventarsi il modo di uscirne. Per fare questo, senz'altro, serve un serio patto intergenerazionale che ponga al centro esigenze e prospettive di tutti.
CULTURA
Un altro ambito importante, entro il quale Generazione Democratica deve svolgere un ruolo che sia di sostegno, formazione e produzione, è la Cultura. La Cultura rappresenta la cartina tornasole della civiltà di un Paese o di un territorio. E' la capacità di produrre e veicolare il tessuto storico e culturale che fa di un luogo geografico un territorio socialmente vissuto. La "Cultura" è un ambito entro il quale stanno molti aspetti della vita sociale, storica, aggregativa, educativa di una città. Non è soltanto il mero riprodursi di eventi o di avvenimenti, ma il significato che questi assumono all'interno del patrimonio comune di una comunità.Per le giovani generazioni, cultura significa molte cose. Bisogna partire da quella cultura diffusa che nasce in seno alle sensibilità e alle disponibilità dei ragazzi e delle ragazze, come l'esperienza delle band musicali. Altro aspetto importantissimo è la collaborazione con le associazioni culturali giovanili, che in Provincia di Siena sono molte e molto attive.
AMBIENTE
Parlare di grandi temi in relazione alla nostra realtà di Provincia è affascinante perché ci fa capire come anche sulle questioni più grandi e ampie possiamo incidere. Io sono tra coloro che è convinto che ciascun piccolo gesto o azione sono fondamentali. Anche una goccia in un oceano ha un'importanza incommensurabile, soprattutto in periodi di secca. Può sembrare banale o irreale, ma penso che anche la nostra azione può pesare sugli aspetti globali sia perché si possono generare azioni a catena, sia perché ciascun contributo è fondamentale.Tutto ciò è quantomai vero in una tematica come l'ambiente. L'ambiente si salva anche con i piccoli gesti. Per questo, è necessario che Generazione Democratica ponga attenzione al tema dell'ambiente e promuova campagne di sensibilizzazione e riflessione. In particolare, in una situazione come ho descritto all'inizio, diventa non più un'emergenza, ma una necessità quella di indurre le persone a responsabilizzarsi sul tema. La crisi e l'ambiente sono strettamente legati. Ha affermato Michele Serra qualche tempo fa che il problema è che, con il trascorrere delle generazioni, noi occidentali ci siamo convinti che il benessere e la tecnologia siano "naturali": ovvi come il sorgere del sole, gratuiti come lo scorrere dei fiumi. E su questa credenza, che è scientificamente assurda, irrazionale come la più arcaica delle superstizioni, si poggia tutto o quasi il nostro quotidiano, tutta o quasi la nostra politica. Siamo riusciti (scelleratamente) a rendere occulti i costi, i guasti, i rischi di un sviluppo che poggia, invece, su un prelievo sempre più massiccio e scriteriato di risorse limitate.
DIRITTI CIVILI E LAICITÀ
Dobbiamo riuscire a fare chiarezza. Dobbiamo riuscire, tramite il dialogo generazionale, a sgombrare il campo dalle nebbie dei media, delle consuetudini, delle superstizioni. La Politica è anche questo: fare chiarezza.Voglio quindi lanciare e lanciarci una sfida: che Generazione Democratica a Siena realizzi un gruppo di ragazzi e ragazze che ragiona sui temi etici. Sono convinto che il tema dei diritti civili, più in generale, è uno di quelli più viziati dal passato e dalle strumentalizzazioni. Credo anche che la nostra generazione, o meglio le nostre generazioni, siano in grado, confrontandosi, di elaborare sintesi interessanti. I diritti civili devono partire avendo ben presente la carta dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite. Molto spesso su questi temi la Politica nazionale vive su un piano separato e distinto dal sentire comune. Pensiamo un diritto come il divorzio. Credo che su cose così non si possa transigere; lo scriveva nel settecento Diderot: "il divorzio, permesso tra i Romani, non era per questo più diffuso". C'è differenza tra la scelta personale e il concedere un diritto. Non si può assolutamente non concedere un diritto in base alla propria personale convinzione arbitraria su una questione. La Costituzione è chiara in merito. Allora che questo gruppo di Generazione Democratica parli di aborto, divorzio, fecondazione assistita, testamento biologico, diritti dei conviventi... E discuta di ogni problematica "come se insorgesse ora per la prima volta", perché, come ha affermato Mill, un grande liberale, le "opinioni dell'umanità tendenzialmente hanno consacrato le realtà esistenti, dichiarando ciò che ancora non esiste o pericoloso o inattuabile".
Io sono convinto che un diritto si concede, o meglio si assicura, quando non lede la libertà di altri. Queste sono tematiche non adatte alla Politica, ma di cui la politica si deve per forza e con coraggio occupare. I progressi scientifici sono capaci oggi ti sottrarre alla sfera privata i momenti del nascere, del morire e del soffrire... E con questo bisogna fare i conti.Laicità significa distinzione, nella reciproca autonomia, tra momenti distinti dell'attività e del pensiero umano. La religione, ad esempio, rappresenta un momento intimo ed altissimo dell'animo umano, ma che non può essere in alcun modo vincolante nelle scelte politiche. La libertà, anche e forse soprattutto quella religiosa, è al sicuro quando vale senza condizioni il principio di laicità. Questa è un antidoto potentissimo contro le guerre di religione, i conflitti di civiltà e l'intolleranza.
SCUOLA
Cercherò di chiudere rapidamente sui temi. Il problema del sapere, però, rappresenta il punto focale, l'inclinazione fondamentale per un'organizzazione come la nostra.In questi mesi, Generazione Democratica è stata vicina agli studenti che hanno protestato nelle scuole della nostra provincia. Siamo andati nelle scuole a confrontarci e a discutere, abbiamo partecipato a manifestazioni, abbiamo collaborato con la Rete degli Studenti Medi, tanti ragazzi di Generazione Democratica hanno animato le loro scuole...E' una protesta seria, coerente e consapevole. La lotta delle scuole di questi ultimi mesi porta un contributo a tutti quanti. Non è solo la lotta contro i tagli alla scuola, o contro il Ministro Gelmini, è qualcosa di più: un tentativo scientifico di destrutturazione dell'istruzione pubblica. E di fatto un attacco al concetto stesso di cittadinanza. Noi dobbiamo essere quelli per la scuola pubblica senza se e senza ma. Dobbiamo essere quelli convinti che un'istruzione accessibile e garantita per tutti è la prima ipoteca sul futuro d'Italia. Non dobbiamo scendere a compromessi. I progressi più grandi delle nostre società sono stati raggiunti grazie all'espansione del diritto allo studio. Non è un fatto solo umanitario o egualitario, ma un fatto oggettivo. Garantire a tutti le stesse condizioni di partenza è il primo passo verso un futuro migliore.Difendiamo la scuola pubblica perché non è possibile che ci sia un ricercatore di trentacinque anni che ancora non ha diritto ad un posto di lavoro che gli garantisca continuità.Difendiamo la scuola pubblica perché una persona che ha concluso gli studi e fatto la scuola di specializzazione non può all'improvviso vedere gettata via la sua storia di vita.Difendiamo la scuola pubblica perché ciascuno studente la stia frequentando ha diritto di dire la propria.Difendiamo la scuola pubblica perché vogliamo essere vicini ad un professore qualsiasi che la mattina si alza, prende un autobus urbano, arriva alla propria scuola in periferia e si trova a fronteggiare situazioni molto difficili, pagato poco e demotivato da una campagna nazionale che fa del ruolo del docente, uno dei più preziosi e meravigliosi, una descrizione indegna.
Potrei fare altri mille esempi. Ma credo che il concetto sia chiaro.Non c'è bisogno di raccontare le nefandezze di questo Governo contro la nostra scuola.Il punto centrale è che, in cima all'agenda che da domani ci deve animare, c'è la scuola. Assieme all'università.
UNIVERSITÀ
Sull'università bisognerebbe impostare un discorso troppo lungo per essere contenuto in una relazione, breve per ragioni oggettive. Però possiamo tracciare qualche linea guida.A livello nazionale, il disegno del Governo è chiaro: destrutturare, impoverire, delegittimare, privatizzare. I tagli al FFO, la possibilità data e "suggerita" alle università di diventare private, i tagli al personale e ai docenti... Insomma, nonostante i piccoli passi indietro del Governo, il progetto di base è quello. E non non possiamo mancare all'appello di quelli che si battono contro questa situazione.
A Siena c'è stata una mobilitazione forte e decisa, e molti di Generazione Democratica sono stati protagonisti. Credo che serva assolutamente e immediatamente un luogo dove Generazione Democratica discute di Università. Dalla prossima settimana propongo di attivare un luogo di discussione. Abbiamo bisogno di capire e analizzare.Questo anche per la situazione peculiare e in evoluzione che il nostro Ateneo sta vivendo. E sarebbe sbagliato confinare questa questione come competenza esclusivamente del sapere. La crisi drammatica del nostro Ateneo riguarda anche tutto il nostro territorio, per l'indotto economico, storico e di prestigio che ha. Voglio affermare chiaramente che la situazione attuale mette a nudo incompetenza o incapacità di chi ci ha portato a questa situazione insostenibile. E' giusto, soprattutto per un ente importante come l'Università, che ciascuno si assuma le proprie colpe. Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e porre le basi per la ripresa della nostra Università; non facendo un passo indietro, ma uno in avanti.
Purtroppo non è questa la sede per dilungarsi su un argomento così importante che merita il proprio spazio. E già domani, con l'occasione che la RUN ci ha offerto, venendo qui a Vivo d'Orcia, potremo parlare di Università.
RESISTENZA E COSTITUZIONE
Vado a concludere per punti per evitare di annoiarvi. Però non può mancare un punto fondamentale per tutti noi. Il richiamo alla Resistenza e alla Costituzione. In un momento in cui il revisionismo proviene da tutte le parti, è importante ancorarsi fortemente a questi due concetti così legati ed attuali. Questo anche con il sostegno e la collaborazione con l'ANPI.
Ha affermato Calamandrei che la Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico. La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare.
LEGALITÀ E COOPERAZIONE
E tra questi aspetti basilari ci sono due aspetti su cui dovremo concretamente impegnarci. La cooperazione e la legalità. La collaborazione con LiberaTerra, con Ucodep, con le Acli, con l'ARCI e tante altre associazioni di volontariato è basilare. E dobbiamo sviluppare noi stessi prospettive di cooperazione internazionale.Non è più possibile fare finta di niente, non è più possibile confinare la situazione di paesi così vicini al nostro nel terreno della banalità o dell'offerta per Natale... Non è più possibile nascondersi dietro un dito.Sulla legalità, una situazione immorale e inaccettabile, così vicina a noi, non possiamo accettare compromessi. Sappiamo qual è la situazione. Fin da oggi, ci impegneremo in un progetto di lettura integrale di Gomorra che possa coinvolgere contemporaneamente tutti i comuni della nostra Provincia, anche tramite i nuovi mezzi di comunicazione, come le web-radio.
L'EUROPA
Le nostre generazioni hanno una nuova concezione dello spazio e del villaggio globale. E questo va messo a frutto nel migliore dei modi. Questo vale anche per l'Europa. Anche qui: non un passo indietro, ma un passo avanti.Adesso il dibattito sull'Europa si è ridotto a PSE si o no. Non è solo questo. Dobbiamo volare alto. E, soprattutto, su questa questione c'è una sola soluzione: dare la parola agli iscritti. Perché non è indifferente sapere o no se il partito che un elettore vota sarà o meno nel gruppo più grande del centrosinistra europeo.Ci sono molti altri temi da trattare, come l'integrazione, la moralità della politica, l'impegno nell'arte, gli spazi di aggregazione dei giovani, la formazione politica... Ma penso sia meglio tralasciare per non rubare spazio al dibattito..
ORGANIZZAZIONE RADICAMENTO E ORGANIZZAZIONE
Per avviarmi a concludere, un cenno all'organizzazione, che penso sia il punto centrale, o meglio l'aspetto necessario a tutto quello che ho detto. E' necessario infatti dall'avere un'organizzazione puntuale e precisa, costante e vicina alle diverse realtà. Per questo motivo, alla prima direzione provinciale proporrò un'idea di organizzazione che riesca ad essere al tempo stesso flessibile e funzionale; per adesso solo alcuni spunti.
Il primo obiettivo, come ho accennato, sarà quello di costruire un circolo per ogni realtà. Questo è un impegno importante che dobbiamo assumerci. Accanto a questo, la costituzione di coordinamenti di zona che funzionino in tutte le realtà.
Il secondo obiettivo è quello di comporre una Segreteria in cui tutti i membri si assumano la responsabilità in prima persona dei diversi compiti e che lavori con costanza e attenzione.
Il terzo obiettivo è quello di convocare direzioni e assemblee provinciali utili e produttive nei modi e nei temi, e che siano luoghi dove veramente ci si confronta a viso aperto.
COMUNICAZIONE
Il quarto obiettivo riguarda la comunicazione. Dobbiamo darci una svolta nell'utilizzo dei diversi metodi di comunicazione. I nuovi mezzi di comunicazione hanno potenzialità enormi, che abbiamo il dovere di sfruttare al meglio. Quindi in primis la costruzione di un sito interattivo e visitato. Sulla comunicazione dovremo lavorare sodo. Negli ultimi mesi, Generazione Democratica è stata molto sulla stampa locale, ma possiamo fare di meglio. Inoltre, dobbiamo riuscire a razionalizzare i nostri canali di comunicazione e auto-promozione.
Il quinto obiettivo, sempre sulla comunicazione, è quello di sperimentare nel più breve tempo possibile occasioni di riunioni o partecipazione democratica on-line.
FORUM DEGLI ELETTI
Il sesto obiettivo per quanto riguarda l'organizzazione è la realizzazione, subito dopo le amministrative, di un forum permanente degli eletti. Un forum che raccolga tutti gli eletti di Generazione Democratica nelle amministrazioni e che sia luogo di confronto, di elaborazione di linee comuni e di formazione.
ECONOMIA INTERNA
Il settimo obiettivo è quello di reperire le risorse economiche necessarie alla nostra attività. Per questo motivo, sottoporrò alla direzione provinciale la proposta di un tesoriere. Per evitare di affrontare situazioni come le scorse primarie, è necessario chiarire tutte le situazioni e capire fin dove possiamo arrivare.
Rapporti con associazioni, partito e altri livelli dell'organizzazione giovanile
L'ottavo obiettivo è quello di tenere vivi i rapporti con associazioni, partito e altri livelli della giovanile. Con le varie associazioni, come già accennato, dobbiamo avviare un rapporto di reciproca crescita e, laddove esistano i presupposti, azione comune. Con il partito, ribadita l'autonomia dell'organizzazione giovanile, senza la quale cesserebbe di essere utile la giovanile stessa, esiste un legame fondamentale.Infine, dobbiamo tenere sempre vivi e attivi i contatti e il rapporto con gli altri livelli della giovanile; sia regionale che nazionale.
Termino qui questa breve nota organizzativa, che affronteremo al prossimo incontro.
LE AMMINISTRATIVE
Ci attendono molte sfide nei prossimi mesi. Una delle più affascinanti è quella delle amministrative. Generazione Democratica dovrà esprimere tanti ragazzi e tante ragazze che portino una ventata di freschezza nei rispettivi comuni. Ma questo non basta.Dobbiamo farci portatori di esperienze nuove, di cambiamenti concreti. Anche per questo deve nascere il forum dei giovani amministratori.Penso a proposte importanti e concrete, che discuteremo già da oggi o dal prossimo incontro. Penso a esperienze come il bilancio partecipato, come le esperienze di democrazia deliberativa del mondo anglosassone, penso a comitati che servano ad avvicinare i cittadini alle istituzioni... Abbiamo davanti una bellissima opportunità: pensare in modo anticonformista e innovativo questa nostra Provincia. Non perdiamo questa occasione. E le idee che elaboreremo dovremo riuscire a veicolarle alle nuove generazioni, magari attraverso una campagna di raccolta firme su due o tre grandi temi o grandi progetti. Queste sono sfide davvero difficili. Spero che ciascuno di voi abbia voglia di affrontarle.
CONCLUSIONI
Concludo veramente con una riflessione che ci riguarda. Constant, quasi due secoli fa, fece un'affermazione molto interessante. "Il rischio della moderna libertà è che, assorbiti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, rinunciamo con troppa facilità al nostro diritto di partecipazione al potere politico"."Politica", nel senso più alto del termine, significa determinare insieme le scelte che coinvolgono il bene comune. Nell'Italia dei cento partiti e dei conflitti di interesse, questa accezione del termine è andata via via in crisi. Fino ad arrivare a quei grandi "sintomi" del malessere della cittadinanza che vengono catalogati come "antipolitica". La cosiddetta antipolitica, per quanto possa essere a tratti demagogica, rappresenta una grande domanda della gente. La domanda di una politica morale ed etica, trasparente e che sa prendere le decisioni, una politica che sa anteporre il bene comune a quello personale o corporativista, una politica, infine, che sa coinvolgere e far partecipare.Registriamo una crisi della partecipazione "classica", ossia quella che prevede il tesseramento di un ragazzo e una partecipazione continua durante tutto l’anno. Questa crisi non significa che si debba gettare le importanti esperienze territoriali dove è viva e praticabile una partecipazione a tutto tondo, ma significa domandarsi quali possono essere le nuove strade per coinvolgere e valorizzare la voglia di Partecipare e Cambiare degli under trenta italiani.La miriade di possibilità che possono dare le nuove forme di partecipazione è stata troppo sottovalutata. Internet rappresenta una rete di potenziale coinvolgimento generalizzato di tanti ragazzi e tante ragazze. La nostra sfida è quella di riuscire ad usare al meglio questi mezzi, che, se mal utilizzati, come già detto, a ben poco servono.La giovanile del Partito Democratico deve dare risposta sia ai ragazzi che hanno voglia di impegnarsi "anima e corpo" in un’idea politica complessiva del mondo, sia ai ragazzi che vogliono contribuire su un singolo tema. Chi non ha possibilità o volontà di impegnarsi in un’attività fisicamente assidua deve avere la possibilità di contare, decidere e realizzare i propri sogni e i propri bisogni. Abbiamo bisogno di tutti e di tutte.
La nuova giovanile deve comunicare la Necessità stringente della partecipazione perché la Politica decide comunque sulle nostre vite ed il disimpegno è una scappatoia solo apparentemente utile. Anzi, disimpegnandosi o rinunciando a contare nei processi di decisione politica si avvantaggia proprio coloro a causa dei quali nasce il distacco.
Io sono profondamente convinto che la Politica e l'agire politico abbiano bisogno di Passione. Quella passione vera e profonda che ci spinge, ad esempio, ad essere qui oggi, di sabato pomeriggio, a Vivo d'Orcia, a ragionare di noi e degli altri. Quella passione che fa arrabbiare, fa correre, fa sorridere, fa spendere le proprie energie. Quella passione che nasce magari per caso e poi, combinazione dopo combinazione, diventa sempre più forte. Quella passione che ci ha fatto portare, senza mezzi, 844 persone a votare in cinque giorni. Quella passione che ha portato qui a Vivo d'Orcia i ragazzi della RUN. Quella passione che è raccontare ad un amico una storia. Quella passione che è avere voglia di cambiare le cose e credere di poterlo fare. Quella passione che quando uno ti dice "ma che lo fai a fare?", te non hai nemmeno bisogno di rispondere. Quella passione che ti fa stare a discutere una sera intera su una questione. La Passione è alla base del fare politica con sincerità, trasparenza, serietà ed onestà. Però non basta.
La Politica ha un bisogno tremendo di ricorrere alla Ragione. E, guardate bene, Ragione e Passione in Politica non cozzano per forza. La Ragione nel guardare le questioni, le difficoltà... La Ragione nello spazzare via le tenebre del conformismo o dell'ignoranza. La Ragione per dirimere i problemi, spiegare, raccontare. La Ragione perché è meglio approfondire le questioni e non fermarsi in superficie. La Ragione per essere più autorevoli e determinati.
Ecco, con la Ragione e la Passione faremo grandi cose insieme nei prossimi mesi.
ci troviamo oggi in questa assemblea, frutto del voto di 844 elettori. Un risultato importantissimo per la nostra provincia. E ci troviamo a svolgere questa assemblea a Vivo d'Orcia, nell'ambito di una Festa Invernale Provinciale, che segnala una volta di più la voglia di creare e costruire momenti e storie concrete, vive sul territorio. Ringrazio, innanzitutto, coloro che si sono spesi per l'organizzazione di questa tre-giorni, a partire dai ragazzi di Vivo d'Orcia, dal coordinatore Federico Rovetini, dal partito di Castiglion d'Orcia e da tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di queste giornate, assieme alla Rete Universitaria Nazionale.
Io ho deciso di mettermi a disposizione per guidare Generazione Democratica nella nostra provincia nei prossimi mesi prima di tutto perché ho visto, in questi mesi, una squadra di persone capaci, attive e che fanno politica per passione. Spero di essere all'altezza per portare avanti le tante sfide che ci attendono. Io vi garantisco il massimo impegno, la massima continuità e la volontà ferma di dedicarmi nei prossimi mesi alla nostra organizzazione con l'anima e col corpo. E' un impegno grande questo, perché la nostra provincia è ampia e viva. Ma le sfide più difficili sono quelle che stimolano di più.
Il nostro cammino fin qui...
Primarie del 21 Novembre
Venerdì 21 Novembre Generazione Democratica nella nostra Provincia ha ottenuto il sostegno di 844 ragazzi e ragazze. E' un dato eccezionale per la nostra realtà che testimonia quanto di buono abbiamo fatto negli ultimi mesi.
Più volte, in diversi appuntamenti, abbiamo affermato che primarie organizzate in questo modo non sono ciò che vogliamo e non esauriscono la nostra idea di giovanile. Le centinaia di ragazzi e ragazze che sono venuti a votare hanno dimostrato, però, che il faticoso lavoro quotidiano nei comuni, nelle frazioni, nelle scuole, nella Università, merita fiducia. E' un dato veramente importante che ci dovrà far sentire meno soli nei momenti di difficoltà e ci deve mettere fin da oggi addosso il senso di responsabilità verso quanti, un venerdì sera, hanno deciso di sostenere il nostro lavoro.
Abbiamo affrontato queste primarie tra mille difficoltà. Ci siamo ritrovati come una squadra di calcio che gioca una finale a piedi nudi con un pallone da cinque chili. Ci siamo trovati senza tempo e senza nessuna risorsa economica, salvo la festa organizzata a Colle di val d'Elsa. Non abbiamo potuto nemmeno fare un invio a tutti gli under trenta o spedire un sms a tutti i giovani in indirizzo. Anche dal punto di vista organizzativo, ci siamo trovati a fronteggiare una situazione ai limiti del possibile: quaranta seggi organizzati in pochi giorni e, lo ripeto, senza risorse. Non abbiamo neanche attaccato un manifesto, stampato un volantino a colori... Niente. Proprio per questo, lo dirò più avanti, c'è bisogno di chiarire lo status delle risorse di Generazione Democratica.
Nonostante tutto ciò, a sorpresa, è arrivato l'ottimo risultato che vi sto descrivendo. Analizzando come sia stato possibile, nella situazione detta, arrivare ad un risultato, credo vada messo in luce il motivo principale. Quello che deve essere la base e l'orizzonte della nostra azione. Una squadra eccezionale di persone che in quei giorni, praticamente in ogni comune della nostra provincia, ha voluto e saputo metterci la faccia. Una squadra eccezionale che, da Radicondoli a San Quirico d'Orcia, da Castellina in Chianti a Chiusi, ha un'idea comune di Politica. Quella dell'azione e della concretezza.
Dal 21 Novembre è venuto fuori chiaramente che il lavoro sul territorio e la capacità di essere una squadra unita e disinteressata paga. Per questo, da oggi rilanciamo quel lavoro faticoso, spesso poco appagante, che è fatto di serate, chilometri, impegno, illusioni e disillusioni, feste, corse contro il tempo, un minuto donato...
Il risultato del 21 Novembre, poi, ci porta delle preziosissime indicazioni per ciò che c'è da fare. Senza dilungarmi sull'analisi del voto, credo che ci sia ancora molto da lavorare in diversi comuni, in diverse zone, compresa la città di Siena. Sappiamo che, laddove riusciamo a costituire un gruppo anche piccolo di persone che decidono di innamorarsi della Politica, possiamo portare grandi innovazioni e attività. Per questo, uno dei primi compiti della nuova Segreteria dovrà essere quello di, analizzando il voto, impegnarsi a sostenere o stimolare le realtà dove ancora non esiste un nucleo di Generazione Democratica.
Le realtà presenti sul territorio
In un territorio come il nostro, con scarsa densità abitativa e grande espansione territoriale, è di fondamentale importanza riuscire a creare nuclei di Giovani Democratici nelle varie realtà. Le piccole realtà sono un punto di forza per tutta l'organizzazione.Dalla fine del giugno scorso, dopo l'Assemblea Programmatica di Ulignano, sono sorti numerosi circoli di Generazione Democratica. Sono sorti eleggendo il proprio referente comunale e una propria segreteria. Questo processo deve essere portato a compimento entro il mese prossimo, per permettere poi di portare avanti le campagne che imbastiremo e per dare un contributo fondamentale alle prossime amministrative.
Generazione Democratica è nata dal basso. Questo è il nostro punto di forza: non siamo partiti dall'elezione del livello provinciale, ma da quello comunale. Ciò permette di impostare un lavoro capillare e continuo di sensibilizzazione verso i ragazzi e le ragazze residenti nella nostra provincia.
I PROGETTI PORTATI AVANTI FIN QUI
In questi mesi, Generazione Democratica ha organizzato già momenti importanti nella nostra provincia. Ne cito due soltanto.
Il contest dei gruppi musicali è stato un grande successo, che dovremo riprendere il prossimo anno. Ben quarantacinque gruppi musicali si sono sfidati in quindici realtà della nostra provincia, fino alle quattro semifinali e alla finale di Siena. E' stato un momento importante perché ci ha permesso di entrare in contatto con una realtà artistica, quella dei gruppi musicali emergenti, che troppo spesso viene confinata ai margini. Valorizzare le band emergenti è un impegno importante, giacché sono mosse da impegno e passione, e, quando c'è la passione, c'è anche il sacrificio.
Le cene della legalità, per sostenere i progetti di LiberaTerra, e in particolare la ristrutturazione di un palazzo sequestrato alla mafia, hanno rappresentato un altro momento di cui andare orgogliosi. Dobbiamo essere in grado di dare continuità al nostro impegno nel sociale, anche attraverso la collaborazione con un'associazione seria come LiberaTerra.
CRISI ECONOMICA, SOCIALE E IL RUOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO
I prossimi mesi e i prossimi anni saranno caratterizzati da una forte crisi economica che ha ed avrà effetti anche sull'economia reale. Mentre l'Europa viene investita da una crisi che ha pochi precedenti nella storia recente, l'Italia si trova governata da un Governo incapace.
Non avrebbe senso, in questa relazione, parlare della crisi economica che prende le mosse dagli Stati Uniti, dalla ricerca dei soldi facili, dall'indebitamento progressivo e inesorabile di fasce sempre più larghe di popolazione. Ha senso, però, tener conto di questi fattori.Una crisi economica ha sempre ripercussioni più o meno dirette su tutta quanta la società: dagli stili di vita alle scelte politiche. La Provincia di Siena si sta attrezzando per attraversare questo periodo difficile: bisogna essere un laboratorio di eccellenza aperto e capace di rischiare e mettersi in gioco.
Questo è necessario anche perché, se ci guardiamo attorno, neppure troppo lontano, scopriamo come questa crisi determina un'insicurezza sociale portatrice di rischi notevoli. Senza dipingere un mondo in bianco e nero, possiamo notare come all'interno del corpo sociale, anche nelle nostre terre, si sia diffusa una percezione e una paura dell'estraneo, del diverso, dell'ignoto, che dà voce agli istinti più pericolosi.Ha notato un attento osservatore che gli individui hanno cercato conforto, protezione, distrazione nelle gioie della vita domestica e nell'acquisto di merci ogni sorta. Non c'è nulla di male in sé, in tutto questo. Tutt'altro. E' drammatico però che nella vita quotidiana sia assente, o molto poco presente, una corrispondente sfera pubblica.
Siamo la società dove tutto è possibile e allo stesso tempo molto è impossibile. Siamo la società discontinua che scoraggia l'impegno e il sacrificio, lo studio e l'applicazione... Tutto questo sembra far parte di un mondo che non c'è più: oggi conviene non studiare, non sacrificarsi, ma aspettare il proprio turno. A quel punto, se mai arriva il proprio turno, basta non avere qualità: basta avere fortuna per vincere un concorso o un grattaevinci, basta essere sufficientemente "normali" o "anormali" da poter essere accettati, magari per il tempo di un giro di valzer, dal mercato della televisione. E lì si compie il proprio essere nell'apparire. Apparire come essere. Senza fare retorica, oggi è davvero difficile far passare messaggi come i nostri. E' difficile raccontare di cambiare le cose da qualche parte con sacrificio e impegno, mentre altrove c'è un'isola incantata di trucchi e reality-show. "Questo orizzonte di affaristi e imbroglioni, fatto di nebbia, pieno di sembrare, ricolmo di nani, ballerine, canzoni, di lotterie, l'unica fede in cui sperare".
Eppure è proprio in un contesto del genere che conta ancora di più il nostro lavoro. Non raccontiamo di cambiare il mondo, ma sappiamo di fare dei passi avanti. Piccoli e fondamentali passi avanti. E ogni passo avanti significa avvicinarsi alla meta.Le ombre del villaggio globale sono numerose, scoraggianti... La crisi sta generando frammentazione sociale, guerra del povero contro il più povero, egoismo e incapacità di pensarsi come corpo sociale. E in tutto questo non esiste un capro espiatorio credibile e che riassuma in sé tutte le colpe. Sarebbe troppo semplice. Una cosa che sappiamo è che anche in una provincia come la nostra, spesso immune da difficoltà di tal genere, dovremo affrontare tante contraddizioni sociali, difficoltà legate all'accettazione del diverso o del nuovo.E allora tocca anche a noi guardarsi attorno e cercare di capire ed indagare le ragioni e le manifestazioni di tutte le ombre che si allungano nei nostri territori. Il Partito Democratico deve saper farsi attore protagonista in una situazione così. Troppo spesso, il nostro Partito va sui giornali nazionali per le proprie difficoltà interne, per irrisoluti contraddittori personali, per motivazioni che non interessano alla gente.
Il Partito, diciamolo chiaramente, non è un treno che si prende per arrivare da qualche parte. In un Partito non ci sono manovali e privilegiati. In un Partito ci sono tante e tante persone che, secondo la propria disponibilità e la propria attitudine, contribuiscono a creare qualcosa di grande. Mi sembra che ultimamente questo partito rischi di smarrire la sua funzione. Non si può pensare ad un Partito come ad un mezzo da utilizzare. Bisogna impegnarsi continuamente, anche dedicando un solo minuto o un solo ragionamento, perché il Partito Democratico sia di tutti e sia utile al paese e non ad una persona o a un gruppo di persone.
Dobbiamo dividerci e discutere, ma sui temi e sui contenuti, non su questioni che, rispetto alla situazione che abbiamo brevemente delineato, sembrano fuori dal mondo.E' certo vero che il Partito Democratico è riuscito a portare, una ventata di freschezza alla politica italiana. Bene. Facciamo si che nelle riunioni del nostro partito e della giovanile si parli di chi sta fuori, degli ultimi, di chi ti dice che "della politica non gliene frega niente", di come farsi capire e di cosa proporre agli elettori. Insomma, dobbiamo prenderci la responsabilità di costruire un'alternativa culturale e sociale a queste destre.Negli Stati Uniti, abbiamo assistito a qualcosa di eccezionale. Obama ha rappresentato un'innovazione inaspettata e inattesa. E' riuscito a riportare nell'agenda politica del suo Paese tematiche che, negli anni repubblicani, erano state di fatto dimenticate. E' riuscito a costruirsi la fiducia mettendo insieme il sogno e la concretezza.
UNA GIOVANILE: PERCHÉ E COME DARE UNA RISPOSTA ALLA VOGLIA DI PARTECIPARE E CONTARE
Il Partito Democratico è nato parlando molto di giovani generazioni e del ruolo fondamentale che queste hanno nel rilancio della società e del sistema paese. A queste parole, è seguito anche un investimento sui giovani nelle prime fasi di costituzione degli organismi del PD.
Le giovani generazioni non rappresentano né una classe, né un gruppo sociale omogeneo. Sono, anzi, una potenzialità variegata e spesso sotterranea. E' difficile oggi dare rappresentanza a quella fascia di età, dai quattordici ai ventinove anni, che si trova a vivere in una società in continua evoluzione e altamente frammentata. E qui sta la sfida di una nuova giovanile nel Partito Democratico.Da una parte, negli under venti in particolare, c'è il problema, come abbiamo già visto, di una vita discontinua, una vita spesso separata tra il reale, l'irreale, il multimediale... Una vita che viene vista come progetto nella ricerca dell'elemento di discontinuità. Una vita concepita quindi non come continuità, come crescita personale e culturale per cui è necessario percorrere diversi scalini, ma una crescita frammentata, che va avanti quasi per inerzia e aspetta il momento di svolta. Dall'altra parte, c'è il problema della frustrazione per i propri talenti non valorizzati, per l'impossibilità di dare realizzabilità nell'immediato futuro alle proprie aspirazioni. Troppe volte i più giovani si trovano davanti le barriere invalicabili, nei diversi ambiti di studio o lavorativi, della burocrazia o delle corporazioni post-moderne. E tutto questo sommato ad una sfiducia diffusa nella possibilità di cambiare concretamente le cose e nella mancanza di punti di riferimento saldi.
In un quadro di tal genere, forzatamente generalizzato, emerge però anche la voglia di Partecipare e Contare. La voglia di riuscire a dare un senso al proprio agire nella società e per la società. Il desiderio di riuscire a modificare il corso delle cose con gesti reali e che hanno effetti tangibili. Lo slancio a costruire un futuro per sé e per gli altri. Spesso, mancano solo gli strumenti.Non credo allo stereotipo del giovane come un disilluso che naviga a vista nella società del consumo e della frammentazione. E nemmeno voglio dare una definizione semplicistica di un mondo così difficilmente comprensibile e racchiudibile in una definizione come quello giovanile. Credo però che dobbiamo riuscire a coinvolgere e stanare quei talenti e quelle risorse che possono dare un contributo fondamentale al futuro dell'Italia e dei suoi territori. Anche del nostro.
GENERAZIONE DEMOCRATICA: COME SARÀ?
Quando ci si appresta a costruire qualcosa di nuovo, veramente nuovo, bisogna in primo luogo domandarsi il perché. Una giovanile è necessaria.In primo luogo, all’interno di una giovanile i ragazzi e le ragazze possono trovare spazi unici di crescita e di partecipazione. In secondo luogo, la giovanile deve formare giovani ragazzi e ragazze che possano dare un contributo forte alla Politica nazionale o locale e al Partito. La giovanile, insomma, rappresenta un anticorpo e un antidoto contro la cooptazione o la selezione casuale e valorizza giovani che non rappresentano solo se stessi, ma sono in sintonia con una Generazione.
Credo di poter dire a nome di molti di voi ciò che vogliamo, almeno nelle linee principali.Noi vogliamo una giovanile snella e forte, coesa e in cui si discute, realista e sognante. Noi vogliamo una giovanile presente sui territori, fin dal più piccolo comune del nostro Paese. Presente anche nei luoghi di lavoro e di studio. Noi vogliamo una giovanile che sappia fornire alternative per l'aggregazione e la socializzazione.
Noi vogliamo una giovanile all’avanguardia sui temi, che sia in grado di porre interrogativi forti al Partito sul modo e sul merito di trattare determinate questioni. Una giovanile come luogo coeso, ma fluido di ideali e passioni. Non vogliamo una giovanile leggera e aleatoria, che rappresenti la "faccia giovane" del Partito Democratico, ma una giovanile organizzata e radicata che sa porsi con intelligenza e forza sulle questioni più importanti. Dobbiamo essere in grado di sublimare e trascendere le esperienze passate e creare una giovanile veramente nuova non solo nei modi, ma anche nel merito.
La giovanile che vogliamo è anche un antidoto al giovanilismo, a quell’idea che giovane equivalga a migliore. Non è così. Dobbiamo saperci conquistare con lo studio, la fatica, la Politica i nostri spazi e il nostro Futuro.
I TEMI CENTRALI
In questa relazione non c'è il tempo per passare in rassegna tutti quei temi e quei contenuti su cui dovremo confrontarci e lavorare. Cerco di passarne solo in rassegna alcuni particolarmente pregnanti e che credo dovranno stare alla base della nostra riflessione e del nostro agire.
LA PACE
Il tema della pace e del pacifismo è uno di quelli che sembra seguire le mode, ma che, invece, deve rappresentare una base fondamentale dell'agire di una forza riformista. La Pace non è solo quella delle bandiere e non descrive solo l'assenza di guerra, la Pace è anche quella costruita giorno per giorno, praticata. Parte dalla storia di vita di ognuno. La pace è l'architrave che regge ogni possibilità di giustizia, garanzia di diritti, equità. "Prepara la pace, se vuoi la pace", ha affermato molti anni fa Enrico Berlinguer. Questa affermazione vale anche per i giorni nostri: dalla frustrazione delle prospettive di vita nasce spesso non solo l'odio nella vita quotidiana a tutti i livelli, ma sorgono anche il terrorismo, l'intolleranza, la guerra.
LAVORO
Un altro tema cruciale per Generazione Democratica deve essere il lavoro. Il mondo del lavoro è in difficoltà nel valorizzare le potenzialità dei nuovi lavoratori e nel dargli rappresentanza. Un lavoro precario determina nella gran parte dei casi una vita precaria in cui risulta difficile dare ampio respiro alle proprie aspirazioni. L'idea diffusa del giovane che resta in famiglia fino a trenta o trentacinque anni rappresenta bene uno dei problemi centrali della nostra società. Per aiutare le famiglie e per permettere ai più giovani di farsi delle famiglie, è necessario investire sulla facilità e l'efficienza di accesso alla casa, ad un lavoro sicuro, all'istruzione, ai vari servizi pubblici... La soluzione non è guardarsi indietro, ma guardare avanti e mettere sul tavolo le ingiustizie che si stanno creando. Un ragazzo che entra nel mondo del lavoro oggi ha molti meno diritti e molte meno garanzie di chi vi è entrato venti o quindici anni fa. L'idea di lavoro flessibile, che è espressione della new economy, non deve essere una scusa per avere manodopera a basso costo e con pochi diritti. Generazione Democratica deve riuscire ad entrare negli ambienti dove i ragazzi e le ragazze lavorano, spesso poco pagati e inconsapevoli dei propri diritti. Per fare questo, serve anche una collaborazione col sindacato. Dobbiamo essere in grado di parlare ai giovani lavoratori e di costruire insieme a loro una prospettiva diversa e nuova.Il lavoro non deve essere soltanto il mezzo per procurarsi il sostentamento, il lavoro deve essere il luogo dove si esprimono al meglio le proprie attitudini nell'interesse proprio e della società. Solo una società equa e che fornisce pari opportunità a tutti può crescere veramente, legandosi al progresso sociale, tecnico e scientifico. Non ci sono soluzioni predeterminate o preconfezionate: la situazione è nuova e dobbiamo essere capaci di inventarsi il modo di uscirne. Per fare questo, senz'altro, serve un serio patto intergenerazionale che ponga al centro esigenze e prospettive di tutti.
CULTURA
Un altro ambito importante, entro il quale Generazione Democratica deve svolgere un ruolo che sia di sostegno, formazione e produzione, è la Cultura. La Cultura rappresenta la cartina tornasole della civiltà di un Paese o di un territorio. E' la capacità di produrre e veicolare il tessuto storico e culturale che fa di un luogo geografico un territorio socialmente vissuto. La "Cultura" è un ambito entro il quale stanno molti aspetti della vita sociale, storica, aggregativa, educativa di una città. Non è soltanto il mero riprodursi di eventi o di avvenimenti, ma il significato che questi assumono all'interno del patrimonio comune di una comunità.Per le giovani generazioni, cultura significa molte cose. Bisogna partire da quella cultura diffusa che nasce in seno alle sensibilità e alle disponibilità dei ragazzi e delle ragazze, come l'esperienza delle band musicali. Altro aspetto importantissimo è la collaborazione con le associazioni culturali giovanili, che in Provincia di Siena sono molte e molto attive.
AMBIENTE
Parlare di grandi temi in relazione alla nostra realtà di Provincia è affascinante perché ci fa capire come anche sulle questioni più grandi e ampie possiamo incidere. Io sono tra coloro che è convinto che ciascun piccolo gesto o azione sono fondamentali. Anche una goccia in un oceano ha un'importanza incommensurabile, soprattutto in periodi di secca. Può sembrare banale o irreale, ma penso che anche la nostra azione può pesare sugli aspetti globali sia perché si possono generare azioni a catena, sia perché ciascun contributo è fondamentale.Tutto ciò è quantomai vero in una tematica come l'ambiente. L'ambiente si salva anche con i piccoli gesti. Per questo, è necessario che Generazione Democratica ponga attenzione al tema dell'ambiente e promuova campagne di sensibilizzazione e riflessione. In particolare, in una situazione come ho descritto all'inizio, diventa non più un'emergenza, ma una necessità quella di indurre le persone a responsabilizzarsi sul tema. La crisi e l'ambiente sono strettamente legati. Ha affermato Michele Serra qualche tempo fa che il problema è che, con il trascorrere delle generazioni, noi occidentali ci siamo convinti che il benessere e la tecnologia siano "naturali": ovvi come il sorgere del sole, gratuiti come lo scorrere dei fiumi. E su questa credenza, che è scientificamente assurda, irrazionale come la più arcaica delle superstizioni, si poggia tutto o quasi il nostro quotidiano, tutta o quasi la nostra politica. Siamo riusciti (scelleratamente) a rendere occulti i costi, i guasti, i rischi di un sviluppo che poggia, invece, su un prelievo sempre più massiccio e scriteriato di risorse limitate.
DIRITTI CIVILI E LAICITÀ
Dobbiamo riuscire a fare chiarezza. Dobbiamo riuscire, tramite il dialogo generazionale, a sgombrare il campo dalle nebbie dei media, delle consuetudini, delle superstizioni. La Politica è anche questo: fare chiarezza.Voglio quindi lanciare e lanciarci una sfida: che Generazione Democratica a Siena realizzi un gruppo di ragazzi e ragazze che ragiona sui temi etici. Sono convinto che il tema dei diritti civili, più in generale, è uno di quelli più viziati dal passato e dalle strumentalizzazioni. Credo anche che la nostra generazione, o meglio le nostre generazioni, siano in grado, confrontandosi, di elaborare sintesi interessanti. I diritti civili devono partire avendo ben presente la carta dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite. Molto spesso su questi temi la Politica nazionale vive su un piano separato e distinto dal sentire comune. Pensiamo un diritto come il divorzio. Credo che su cose così non si possa transigere; lo scriveva nel settecento Diderot: "il divorzio, permesso tra i Romani, non era per questo più diffuso". C'è differenza tra la scelta personale e il concedere un diritto. Non si può assolutamente non concedere un diritto in base alla propria personale convinzione arbitraria su una questione. La Costituzione è chiara in merito. Allora che questo gruppo di Generazione Democratica parli di aborto, divorzio, fecondazione assistita, testamento biologico, diritti dei conviventi... E discuta di ogni problematica "come se insorgesse ora per la prima volta", perché, come ha affermato Mill, un grande liberale, le "opinioni dell'umanità tendenzialmente hanno consacrato le realtà esistenti, dichiarando ciò che ancora non esiste o pericoloso o inattuabile".
Io sono convinto che un diritto si concede, o meglio si assicura, quando non lede la libertà di altri. Queste sono tematiche non adatte alla Politica, ma di cui la politica si deve per forza e con coraggio occupare. I progressi scientifici sono capaci oggi ti sottrarre alla sfera privata i momenti del nascere, del morire e del soffrire... E con questo bisogna fare i conti.Laicità significa distinzione, nella reciproca autonomia, tra momenti distinti dell'attività e del pensiero umano. La religione, ad esempio, rappresenta un momento intimo ed altissimo dell'animo umano, ma che non può essere in alcun modo vincolante nelle scelte politiche. La libertà, anche e forse soprattutto quella religiosa, è al sicuro quando vale senza condizioni il principio di laicità. Questa è un antidoto potentissimo contro le guerre di religione, i conflitti di civiltà e l'intolleranza.
SCUOLA
Cercherò di chiudere rapidamente sui temi. Il problema del sapere, però, rappresenta il punto focale, l'inclinazione fondamentale per un'organizzazione come la nostra.In questi mesi, Generazione Democratica è stata vicina agli studenti che hanno protestato nelle scuole della nostra provincia. Siamo andati nelle scuole a confrontarci e a discutere, abbiamo partecipato a manifestazioni, abbiamo collaborato con la Rete degli Studenti Medi, tanti ragazzi di Generazione Democratica hanno animato le loro scuole...E' una protesta seria, coerente e consapevole. La lotta delle scuole di questi ultimi mesi porta un contributo a tutti quanti. Non è solo la lotta contro i tagli alla scuola, o contro il Ministro Gelmini, è qualcosa di più: un tentativo scientifico di destrutturazione dell'istruzione pubblica. E di fatto un attacco al concetto stesso di cittadinanza. Noi dobbiamo essere quelli per la scuola pubblica senza se e senza ma. Dobbiamo essere quelli convinti che un'istruzione accessibile e garantita per tutti è la prima ipoteca sul futuro d'Italia. Non dobbiamo scendere a compromessi. I progressi più grandi delle nostre società sono stati raggiunti grazie all'espansione del diritto allo studio. Non è un fatto solo umanitario o egualitario, ma un fatto oggettivo. Garantire a tutti le stesse condizioni di partenza è il primo passo verso un futuro migliore.Difendiamo la scuola pubblica perché non è possibile che ci sia un ricercatore di trentacinque anni che ancora non ha diritto ad un posto di lavoro che gli garantisca continuità.Difendiamo la scuola pubblica perché una persona che ha concluso gli studi e fatto la scuola di specializzazione non può all'improvviso vedere gettata via la sua storia di vita.Difendiamo la scuola pubblica perché ciascuno studente la stia frequentando ha diritto di dire la propria.Difendiamo la scuola pubblica perché vogliamo essere vicini ad un professore qualsiasi che la mattina si alza, prende un autobus urbano, arriva alla propria scuola in periferia e si trova a fronteggiare situazioni molto difficili, pagato poco e demotivato da una campagna nazionale che fa del ruolo del docente, uno dei più preziosi e meravigliosi, una descrizione indegna.
Potrei fare altri mille esempi. Ma credo che il concetto sia chiaro.Non c'è bisogno di raccontare le nefandezze di questo Governo contro la nostra scuola.Il punto centrale è che, in cima all'agenda che da domani ci deve animare, c'è la scuola. Assieme all'università.
UNIVERSITÀ
Sull'università bisognerebbe impostare un discorso troppo lungo per essere contenuto in una relazione, breve per ragioni oggettive. Però possiamo tracciare qualche linea guida.A livello nazionale, il disegno del Governo è chiaro: destrutturare, impoverire, delegittimare, privatizzare. I tagli al FFO, la possibilità data e "suggerita" alle università di diventare private, i tagli al personale e ai docenti... Insomma, nonostante i piccoli passi indietro del Governo, il progetto di base è quello. E non non possiamo mancare all'appello di quelli che si battono contro questa situazione.
A Siena c'è stata una mobilitazione forte e decisa, e molti di Generazione Democratica sono stati protagonisti. Credo che serva assolutamente e immediatamente un luogo dove Generazione Democratica discute di Università. Dalla prossima settimana propongo di attivare un luogo di discussione. Abbiamo bisogno di capire e analizzare.Questo anche per la situazione peculiare e in evoluzione che il nostro Ateneo sta vivendo. E sarebbe sbagliato confinare questa questione come competenza esclusivamente del sapere. La crisi drammatica del nostro Ateneo riguarda anche tutto il nostro territorio, per l'indotto economico, storico e di prestigio che ha. Voglio affermare chiaramente che la situazione attuale mette a nudo incompetenza o incapacità di chi ci ha portato a questa situazione insostenibile. E' giusto, soprattutto per un ente importante come l'Università, che ciascuno si assuma le proprie colpe. Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e porre le basi per la ripresa della nostra Università; non facendo un passo indietro, ma uno in avanti.
Purtroppo non è questa la sede per dilungarsi su un argomento così importante che merita il proprio spazio. E già domani, con l'occasione che la RUN ci ha offerto, venendo qui a Vivo d'Orcia, potremo parlare di Università.
RESISTENZA E COSTITUZIONE
Vado a concludere per punti per evitare di annoiarvi. Però non può mancare un punto fondamentale per tutti noi. Il richiamo alla Resistenza e alla Costituzione. In un momento in cui il revisionismo proviene da tutte le parti, è importante ancorarsi fortemente a questi due concetti così legati ed attuali. Questo anche con il sostegno e la collaborazione con l'ANPI.
Ha affermato Calamandrei che la Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico. La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare.
LEGALITÀ E COOPERAZIONE
E tra questi aspetti basilari ci sono due aspetti su cui dovremo concretamente impegnarci. La cooperazione e la legalità. La collaborazione con LiberaTerra, con Ucodep, con le Acli, con l'ARCI e tante altre associazioni di volontariato è basilare. E dobbiamo sviluppare noi stessi prospettive di cooperazione internazionale.Non è più possibile fare finta di niente, non è più possibile confinare la situazione di paesi così vicini al nostro nel terreno della banalità o dell'offerta per Natale... Non è più possibile nascondersi dietro un dito.Sulla legalità, una situazione immorale e inaccettabile, così vicina a noi, non possiamo accettare compromessi. Sappiamo qual è la situazione. Fin da oggi, ci impegneremo in un progetto di lettura integrale di Gomorra che possa coinvolgere contemporaneamente tutti i comuni della nostra Provincia, anche tramite i nuovi mezzi di comunicazione, come le web-radio.
L'EUROPA
Le nostre generazioni hanno una nuova concezione dello spazio e del villaggio globale. E questo va messo a frutto nel migliore dei modi. Questo vale anche per l'Europa. Anche qui: non un passo indietro, ma un passo avanti.Adesso il dibattito sull'Europa si è ridotto a PSE si o no. Non è solo questo. Dobbiamo volare alto. E, soprattutto, su questa questione c'è una sola soluzione: dare la parola agli iscritti. Perché non è indifferente sapere o no se il partito che un elettore vota sarà o meno nel gruppo più grande del centrosinistra europeo.Ci sono molti altri temi da trattare, come l'integrazione, la moralità della politica, l'impegno nell'arte, gli spazi di aggregazione dei giovani, la formazione politica... Ma penso sia meglio tralasciare per non rubare spazio al dibattito..
ORGANIZZAZIONE RADICAMENTO E ORGANIZZAZIONE
Per avviarmi a concludere, un cenno all'organizzazione, che penso sia il punto centrale, o meglio l'aspetto necessario a tutto quello che ho detto. E' necessario infatti dall'avere un'organizzazione puntuale e precisa, costante e vicina alle diverse realtà. Per questo motivo, alla prima direzione provinciale proporrò un'idea di organizzazione che riesca ad essere al tempo stesso flessibile e funzionale; per adesso solo alcuni spunti.
Il primo obiettivo, come ho accennato, sarà quello di costruire un circolo per ogni realtà. Questo è un impegno importante che dobbiamo assumerci. Accanto a questo, la costituzione di coordinamenti di zona che funzionino in tutte le realtà.
Il secondo obiettivo è quello di comporre una Segreteria in cui tutti i membri si assumano la responsabilità in prima persona dei diversi compiti e che lavori con costanza e attenzione.
Il terzo obiettivo è quello di convocare direzioni e assemblee provinciali utili e produttive nei modi e nei temi, e che siano luoghi dove veramente ci si confronta a viso aperto.
COMUNICAZIONE
Il quarto obiettivo riguarda la comunicazione. Dobbiamo darci una svolta nell'utilizzo dei diversi metodi di comunicazione. I nuovi mezzi di comunicazione hanno potenzialità enormi, che abbiamo il dovere di sfruttare al meglio. Quindi in primis la costruzione di un sito interattivo e visitato. Sulla comunicazione dovremo lavorare sodo. Negli ultimi mesi, Generazione Democratica è stata molto sulla stampa locale, ma possiamo fare di meglio. Inoltre, dobbiamo riuscire a razionalizzare i nostri canali di comunicazione e auto-promozione.
Il quinto obiettivo, sempre sulla comunicazione, è quello di sperimentare nel più breve tempo possibile occasioni di riunioni o partecipazione democratica on-line.
FORUM DEGLI ELETTI
Il sesto obiettivo per quanto riguarda l'organizzazione è la realizzazione, subito dopo le amministrative, di un forum permanente degli eletti. Un forum che raccolga tutti gli eletti di Generazione Democratica nelle amministrazioni e che sia luogo di confronto, di elaborazione di linee comuni e di formazione.
ECONOMIA INTERNA
Il settimo obiettivo è quello di reperire le risorse economiche necessarie alla nostra attività. Per questo motivo, sottoporrò alla direzione provinciale la proposta di un tesoriere. Per evitare di affrontare situazioni come le scorse primarie, è necessario chiarire tutte le situazioni e capire fin dove possiamo arrivare.
Rapporti con associazioni, partito e altri livelli dell'organizzazione giovanile
L'ottavo obiettivo è quello di tenere vivi i rapporti con associazioni, partito e altri livelli della giovanile. Con le varie associazioni, come già accennato, dobbiamo avviare un rapporto di reciproca crescita e, laddove esistano i presupposti, azione comune. Con il partito, ribadita l'autonomia dell'organizzazione giovanile, senza la quale cesserebbe di essere utile la giovanile stessa, esiste un legame fondamentale.Infine, dobbiamo tenere sempre vivi e attivi i contatti e il rapporto con gli altri livelli della giovanile; sia regionale che nazionale.
Termino qui questa breve nota organizzativa, che affronteremo al prossimo incontro.
LE AMMINISTRATIVE
Ci attendono molte sfide nei prossimi mesi. Una delle più affascinanti è quella delle amministrative. Generazione Democratica dovrà esprimere tanti ragazzi e tante ragazze che portino una ventata di freschezza nei rispettivi comuni. Ma questo non basta.Dobbiamo farci portatori di esperienze nuove, di cambiamenti concreti. Anche per questo deve nascere il forum dei giovani amministratori.Penso a proposte importanti e concrete, che discuteremo già da oggi o dal prossimo incontro. Penso a esperienze come il bilancio partecipato, come le esperienze di democrazia deliberativa del mondo anglosassone, penso a comitati che servano ad avvicinare i cittadini alle istituzioni... Abbiamo davanti una bellissima opportunità: pensare in modo anticonformista e innovativo questa nostra Provincia. Non perdiamo questa occasione. E le idee che elaboreremo dovremo riuscire a veicolarle alle nuove generazioni, magari attraverso una campagna di raccolta firme su due o tre grandi temi o grandi progetti. Queste sono sfide davvero difficili. Spero che ciascuno di voi abbia voglia di affrontarle.
CONCLUSIONI
Concludo veramente con una riflessione che ci riguarda. Constant, quasi due secoli fa, fece un'affermazione molto interessante. "Il rischio della moderna libertà è che, assorbiti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, rinunciamo con troppa facilità al nostro diritto di partecipazione al potere politico"."Politica", nel senso più alto del termine, significa determinare insieme le scelte che coinvolgono il bene comune. Nell'Italia dei cento partiti e dei conflitti di interesse, questa accezione del termine è andata via via in crisi. Fino ad arrivare a quei grandi "sintomi" del malessere della cittadinanza che vengono catalogati come "antipolitica". La cosiddetta antipolitica, per quanto possa essere a tratti demagogica, rappresenta una grande domanda della gente. La domanda di una politica morale ed etica, trasparente e che sa prendere le decisioni, una politica che sa anteporre il bene comune a quello personale o corporativista, una politica, infine, che sa coinvolgere e far partecipare.Registriamo una crisi della partecipazione "classica", ossia quella che prevede il tesseramento di un ragazzo e una partecipazione continua durante tutto l’anno. Questa crisi non significa che si debba gettare le importanti esperienze territoriali dove è viva e praticabile una partecipazione a tutto tondo, ma significa domandarsi quali possono essere le nuove strade per coinvolgere e valorizzare la voglia di Partecipare e Cambiare degli under trenta italiani.La miriade di possibilità che possono dare le nuove forme di partecipazione è stata troppo sottovalutata. Internet rappresenta una rete di potenziale coinvolgimento generalizzato di tanti ragazzi e tante ragazze. La nostra sfida è quella di riuscire ad usare al meglio questi mezzi, che, se mal utilizzati, come già detto, a ben poco servono.La giovanile del Partito Democratico deve dare risposta sia ai ragazzi che hanno voglia di impegnarsi "anima e corpo" in un’idea politica complessiva del mondo, sia ai ragazzi che vogliono contribuire su un singolo tema. Chi non ha possibilità o volontà di impegnarsi in un’attività fisicamente assidua deve avere la possibilità di contare, decidere e realizzare i propri sogni e i propri bisogni. Abbiamo bisogno di tutti e di tutte.
La nuova giovanile deve comunicare la Necessità stringente della partecipazione perché la Politica decide comunque sulle nostre vite ed il disimpegno è una scappatoia solo apparentemente utile. Anzi, disimpegnandosi o rinunciando a contare nei processi di decisione politica si avvantaggia proprio coloro a causa dei quali nasce il distacco.
Io sono profondamente convinto che la Politica e l'agire politico abbiano bisogno di Passione. Quella passione vera e profonda che ci spinge, ad esempio, ad essere qui oggi, di sabato pomeriggio, a Vivo d'Orcia, a ragionare di noi e degli altri. Quella passione che fa arrabbiare, fa correre, fa sorridere, fa spendere le proprie energie. Quella passione che nasce magari per caso e poi, combinazione dopo combinazione, diventa sempre più forte. Quella passione che ci ha fatto portare, senza mezzi, 844 persone a votare in cinque giorni. Quella passione che ha portato qui a Vivo d'Orcia i ragazzi della RUN. Quella passione che è raccontare ad un amico una storia. Quella passione che è avere voglia di cambiare le cose e credere di poterlo fare. Quella passione che quando uno ti dice "ma che lo fai a fare?", te non hai nemmeno bisogno di rispondere. Quella passione che ti fa stare a discutere una sera intera su una questione. La Passione è alla base del fare politica con sincerità, trasparenza, serietà ed onestà. Però non basta.
La Politica ha un bisogno tremendo di ricorrere alla Ragione. E, guardate bene, Ragione e Passione in Politica non cozzano per forza. La Ragione nel guardare le questioni, le difficoltà... La Ragione nello spazzare via le tenebre del conformismo o dell'ignoranza. La Ragione per dirimere i problemi, spiegare, raccontare. La Ragione perché è meglio approfondire le questioni e non fermarsi in superficie. La Ragione per essere più autorevoli e determinati.
Ecco, con la Ragione e la Passione faremo grandi cose insieme nei prossimi mesi.
2 commenti:
Un accenno alla questione morale mi sarebbe piaciuto...Visto che finalmente negli ultimi tempi sta venendo fuori di che pasta siete realmente fatti. Siete al top in fatto di corruzione, tangenti e abusi di vario genere (anche se devo dire siete specializzati soprattutto in quelli edilizi). Il bello è che sono 10 anni che rompete i coglioni sul processo a Berlusconi...Parlate bene e razzolate male. Siete come la Dc, auspico la stessa fine.
Saluti
Obama, you can
Veltroni, you can't
benissimo sulla laicità.
E' vero, però, che manca un accenno esplicito alla questione morale... Ma credo si possa leggere tra le righe.
avanti così, comunque. Mi dispiace essere fuori età! :)
Andrea
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