Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono.
Italo Calvino
11 commenti:
anche dietro il partigiano più buono, c'erano fucilazioni, stupri, donne fatte saltare con bombe nelle parti intime, uomini tagliati vivi con pezzi di vetro, quasi 30000 morti in pochi mesi dopo il 25 aprile, caccia ai partigiani bianchi (come per esempio la Garibaldi che fece fuori l'intera brigata osoppio), e non per affermare una società migliore ma per affermare il comunismo (ed era tutto da verificare se si fosse concretizzato atraverso una democrazia o attraverso un regime di altro colore), come dissero chiaramente anche gli stessi vertici del PCI.
Certo c'era anche chi combatteva per la libertà e in buona fede, ma il progetto era quello. Fu guerra civile, e se volete che la liberazione sia condivisa, sia pacificazione, che i figli, i nipoti di quelli che erano dalla parte "sbagliata" che non sanno nemmeno dove sono seppelliti i loro cari accettino che il sangue versato dalle persone (perchè tali sono, e non entità malvagie) che amavano sia servito per arrivare a una società migliore dovete smetterla con sti discorsi. Sembra quasi che gli stupri e le fucilazioni siano giustificate in un caso e non nell'altro. NON SONO MAI GIUSTIFICATE. Il secondo passo è poi, pur non condividendo, comprendere la scelta dei vinti e metterci una pietra sopra una volta per tutti. Siamo nel 2008 è quasi passato un secolo!! capisco che avete pochissimi argomenti ma insomma...
Altrimenti questa bandiera che voi fieramente sventolate sarà sempre troppo lorda di sangue per chi ha perso vita, famiglia, e perchè no, libertà. Perchè purtroppo chi non ha rinnegato, pur non volendo restaurare niente, quell'esperienza non ha più potuto vivere da uomo libero.
piccola annotazione: non metto in dubbio le violenze dei fascisti. Chi ha commesoo violenza per me sbaglia sempre e comunque a prescindere dal colore. Vorrei però far notare che gli idealisti e quelli in buona fede erano la maggioranza tra i repubblichini; perchè a 16, 18, 20 anni non si và a combattere una battaglia che si sà già persa e sapendo che si va a morire. E' una scelta disperata, ma per questo più sincera che mai...
E poi vediamo anche chi si annidava tra questi partigiani. Spesso tra i partigiani si arruolavano ex fascisti che, vedendo gli eventi cambiare la direzione al vento, di conseguenza anch'essi cambiavano la direzione alle proprie vele. E' il caso emblematico del nonno dell'attuale segretario del PD di San Gimignano. Era il settembre 1942 quando costui faceva domanda di volontario in aviazione e la domanda veniva accettata tanto che il medesimo veniva assegnato alla Scuola Specialisti autisti a Torino. Solo dopo l’8 settembre 1943 (armistizio) questo soldato ed altri 2 soldati di Torino (tutti e tre fascisti) decidevano di cambiare bandiera fuggendo da Torino per tornare a casa procurandosi abiti civili. Così è stato, ed è tutto documentato in un libro.
Non è un caso che il sopra ricordato segretario del PD di San Gimignano s'infiammi moltissimo quando gli si ricorda il passato fascista di suo nonno.
Anonimo del XXI secolo
P.S.
E poi non venite a farmi credere che quei soldati di cui sopra si arruolavano volontari perchè c'era povertà e bisognava procurarsi il pane per se e le proprie famiglie, perchè è evidente che con quel gesto di arruolamento volontario in aviazione si sottoscriveva pubblicamente la propria adesione e condiviosione delle leggi raziali in vigore a tale epoca.
Anonimo del XXI secolo
È abbastanza facile richiamare la pessimistica saggezza dei nostri rinascimentali che per bocca di F. Guicciardini sostenevano che chi perde è destinato a vedersi rimproverare ogni colpa anche quelle (per fatti) che non ha minimamente commesso. Ma c'è un dato che purtroppo ci riguarda più o meno tutti e che vale la pena di essere posto in rilievo. Perché dobbiamo essere dopo ben sessant'anni condannati a smentire le menzogne che una determinata propaganda politica ci ha comminato senza requie? Ancora oggi proseguiamo nel fare i conti con il comunismo. E d'altra parte tutta una marea di «antifascisti» continua a riproporre se stessa invecchiata. Come abbiamo potuto negli ultimi sessant'anni rimanere prigionieri di questi fantasmi? Nonostante Montanelli nel 1945 parlasse del «non senso» dell'antifascismo e nonostante il crollo dell'U.R.S.S. nel 1989 mandasse non in soffitta (bensì nella pattumiera della storia: l'espressione è di Trockij) il «socialismo reale», noi italiani abbiamo continuato a baloccarci con solfe siffatte. E l'incredibile Franceschini ha richiamato subito il «dopoguerra», sorgente di chissà quali mirabilie! Sembra questo essere un paese di uomini di mezza età tanto saputelli quanto vecchietti. Manca veramente una cultura giovanile dell'avvenire. È questo uno dei compiti della nuova formazione politica di centrodestra: ridare all'Italia un altro orizzonte. Il passato non può essere trasformato in una sorta di versione laica del peccato originale, in uno strumento persecutorio che fa insistere ciò che è morto nel presente e lo pone come remora nei confronti dell'avvenire.
dovrebbe interessarti : QUESTE LE OPINIONI ( velenose) che dilagano perentorie nelle pagine prontamente allineate al corso delle idee correnti. Il brano è tratto dal Giornale di oggi. Sappiatelo: ci sarà molto da lottare.
Mi sembra davvero, mi riferisco ai primi tre commenti, che si stia superando il limite dell'ignoranza storica, dell'approssimazione politica e della superficialità istituzionale. Mi perdonerete il tono, ma scriverò veloce e di getto, lasciando spazio ad espressini magari dirette o colorite a scapito dell'argomentazione. Purtroppo non credo che alcune affermazioni meritino troppo tempo.
La citazione è di Calvino, quindi mi sembra un approccio veramente superficiale quello tenuto: Calvino scriveva in anni in cui era diverso il clima culturale e anche il linguaggio. Al di là di questo, qualche considerazione:
1) il fatto che "anche dietro il partigiano più buono c'erano fucilazioni..." è un'affermazione veramente stupida. Mi vorrà dire "Francesco" quale movimento o raggruppamento, pur battendosi in nome di ragioni assolute, non ha conosciuto le storture dettate dal contesto bellico. Non lo hanno fatto i rivoluzionari nella Francia del Settecento (quale battaglia più giusta che quella contro l'ancient regime?), non lo hanno fatto quasi tutti i movimenti contro la colonizzazione... etc. Ciò non significa giustificare gli eccessi individuali, ma farne una generalizzazione è non tanto segno di diversa opinione politica, quanto di ignoranza storica.
2) Dire che si combatteva "non per affermare una società migliore, ma per affermare il comunismo" è un altro errore che dimostra SCARSA CONOSCENZA DELLA STORIA. I partigiani non combattevano per la società comunista semplicemente perché non erano tutti comunisti. E anche tra i comunisti, comqunque sia una parte fondamentale (e non c'è da vergognarsi a dirlo), non c'era l'idea chiara di un regime uguale a quello sovietico. C'era una certa mitologia molto diffusa tra i militanti, è vero, però chi volesse prendere l'immagine che abbiamo oggi delle società comuniste ad est e raccontare che gli uomini e le donne che hanno rischiato la vita anche per noi (anche per te, "Francesco") volevano quello è errato.
3) I vertici del PCI non volevano, nella maggioranza, affatto istaurare con la violenza un regime comunista. Anzi: furono proprio i vertici (Togliatti in testa) a frenare le derive violente o golpiste del movimento partigiano. Togliatti, inoltre, fu Ministro di un Governo Monarchico e fu colui che firmò larga parte delle amnistie successive. Questo in nome dell'unità nazionale. Studiare storia fa bene, almeno si evitano figuracce.
4) Il fatto che fu "guerra civile" è vero. Ma credo che arrivi tardi: un nome su tutti Pavone. Fu guerra civile in senso tecnico: italiani contro italiani. E questo non si può negare. Però ciò non significa che le due parti siano equiparabili. La "pacificazione" non si raggiunge mediante l'equiparazione. Dire che il tale ragazzo repubblichino o il tale professore fascista lo fecero in buona fede o per il contesto culturale che c'era non significa estendere questa valutazione al fronte fascista. Se avesse vinto il nazi-fascismo sarebbe stata un'altra storia, non credi "Francesco"? Questo basta a provarti che un'equiparazione è IMPOSSIBILE.
5) Dici che "Perchè purtroppo chi non ha rinnegato, pur non volendo restaurare niente, quell'esperienza non ha più potuto vivere da uomo libero". Cosa stai dicendo? Ti farebbe davvero bene leggere anche solo un Bignami di Storia patria. Non mi sembra il caso di spiegarti le amnistie e il resto in questa sede. Però la tua affermazione mi fa davvero pensare che ne sai poco. E parti da un'assunto per raccontare i fatti. Invece, si fa il contrario.
6) "Vorrei però far notare che gli idealisti e quelli in buona fede erano la maggioranza tra i repubblichini"; hai fatto un sondaggio o uno studio sulla composizione sociale, culturale, anagrafica e persino politica dei repubblichini? Mah, sono frasi che lasciano il tempo che trovano. Potrei dire che "Vorrei far notare che i nazisti onesti, buoni padri di famiglia, lavoratori, che non avevano nemmeno mai visto da lontano un lager e che sopportavano loro malgrado le leggi razziali, erano la maggioranza tra i nazisti". Ecco una frase come questa (assurda) suona come la tua: sembra plausibile, ma si basa sulla sabbia. Demagogia. Ecco come si chiama.
Passiamo all'altro anonimo: ridicolo.
7) "Spesso tra i partigiani si arruolavano ex fascisti che, vedendo gli eventi cambiare la direzione al vento, di conseguenza anch'essi cambiavano la direzione"; probabilmente non conosci assolutamente cosa era il regime fascista. Era quasi scontato che un partigiano fosse stato un fascista, perché per lavorare, ad esempio, bisognava essere fascisti. Inoltre, vorrei vedere te, essendo cresciuto in un determinato contesto culturale oppressivo e a senso unico, se saresti stato in grado di scegliere una scelta che all'inizio non sembrava affatto né vincente né maggioritaria. Dire che la maggior parte dei partigiani erano stati fascisti significa dargli un punto di onore perché sono stati in grado di capire in tempo. Con la tua affermazione, inoltre, è come tu dicessi che ancora peggio è stata la maggioranza della popolazione, ossia quella maggioranza silenziosa che ha subito gli eventi.
8) Il fatto di fare riferimento ad una persona non ti fa onore. E credo nemmeno meriti risposta. Uomini e donne che hanno rischiato la propria vita anche per te e che oggi, a sessantacinque anni da quegli eventi, devono sentir dire queste cose.
9) Cosa racconti? La gente si arruolava perché voleva sottoscrivere le leggi razziali e quant'altro? Ma lo sai cosa ti succedeva se non rispondevi alla leva e ti trovavano?
9) Cosa racconti? La gente si arruolava perché voleva sottoscrivere le leggi razziali e quant'altro? Ma lo sai cosa ti succedeva se non rispondevi alla leva e ti trovavano?
Se permetti, eroe (con idee chiare) era colui che disertava l'arruolamento, a prescindere da ciò che gli accadeva in seguito a questo suo gesto; e non colui che faceva domanda di volontario in aviazione, visto e considerato che con questo gesto si sottoscriveva la propria adesione alle leggi raziali in vigore in quegli anni.
Anonimo del XXI secolo
Lei signor anonimo del XXI secolo, quando fa certe affermazioni, dovrebbe avere almeno il coraggio delle proprie idee e firmarsi. Niccolò le ha già spiegato molto bene il dato storico.La tranquillizzo subito si di un fatto: io "mi infiammo moltissimo" (come lei scrive) soprattutto come persona ancor prima che come segretario di un partito (che evidentemente lei non condivide e questo è legittimo), quando leggo stupidaggini rancorose come quelle da lei scritte sul conto di mio nonno e non quando mi “si ricorda il passato fascista di mio nonno”.Per 2 motivi: intanto perché nessuno me lo ricorda; e non se lo può ricordare perché non c’è mai stato, se non in senso tecnico-oggettivo.Se ha letto il libro vuol dire che l’ha letto male o allora non ha capito. Mi indigna il modo in cui si permette di scrivere di mio nonno, ma potrebbe valere per decine di altri sangimignanesi: travisando i fatti e accusandolo (accusandoli) di “cambio di vele” per opportunismo.Vorrei chiarirle alcune cose. 1: cosa vuole le dica?!? Che mio nonno era fascista?!? Che domanda banale ed ovvia è, scusi? Certo che lo era, era tecnicamente fascista, come milioni di italiani nati, cresciuti, educati (e privati di elementi di diritto e di libertà) sotto il ventennio fascista. Nella sua famiglia il padre era addirittura di simpatie anarchiche..eppure viveva sotto il fascismo, come mio nonno e sua moglie.Ha mai sentito parlare di purghe, licenziamenti dal lavoro se non muniti di tessera del PNF, squadracce che manganellavano allegramente i sangimignanesi?. 2: a lei potrà scandalizzarla che un giovane di17 anni decida di arruolarsi in aviazione ma ciò che lei dimostra di non avere capito è che con 3 fratelli, i genitori separati, la tessera del pane e tutte le costrizioni fasciste, a 17 anni, c’erano poche alternative.Lei può crederci o meno, mi pare di no, ma vada a domandarlo direttamente a mio nonno se andando a Torino lo fece per sottoscrivere idealmente il regime e le leggi razziali o se lo fece solo (e anche a malincuore a 17 anni) per non gravare su la mamma che non aveva niente (né marito né lavoro) per sfamare tutti i 4 figli.Uno in meno avrebbe fatto la differenza allora.Ha provato minimamente a porsi questa domanda? Parrebbe di sì, ma si è dato la risposta più superficiale e carica di pregiudizio che si poteva dare.Affari suoi, mi scusi. 3: questi 3“ragazzi fascisti” come dice lei, che fascisti non lo erano se non tecnicamente,non cambiano bandiera e non se ne tornano a casa in abiti civili bel belli come lei fa credere. Mio nonno assistette ai bombardamenti di Torino, usciva sotto le bombe con altri a raccogliere feriti,venne in contatto con gli orrori del fascismo più che a S.Gimignano, assistette ai grandi scioperi operai, la gente era allo stremo,montava un odio verso il regime come non mai e, una volta caduto il fascismo, vide le manifestazioni spontanee di giubilo, la gente in strada ad abbattere le statue del duce,a bruciare le cose e le case del fascio.Maturò (a 18 anni le ricordo, stiamo parlando di un ragazzo) l’idea che caduto il fascismo si poteva dare un contributo attivo, oltre a sopravvivere alla fame e alla miseria, per uscire dalla dittatura. Non se ne tornò a casa in abiti civili freschi e puliti con sigaretta in bocca e 100.000lire in tasca,per stare a casa a guardare la tv.Rischiò con i tedeschi più volte nel viaggio di ritorno e quando fu a Sangi non decise di stare con le mani in mano (la fame la miseria c’erano ancora) e soprattutto di mettere in pericolo la famiglia in quanto (le ricordo questo fatto non secondario) renitente alla leva della classe ’25 per la chiamata alle armi della Repubblica di Salò! Si dette alla macchia, a fare il partigiano, d’inverno, insieme a tanti ragazzi giovanissimi come lui, contro i repubblichini e i tedeschi. E gli anni erano ancora quelli: 19-20 anni. Non se lo dimentichi e porti più rispetto, anche se non condivide o ha opinioni diverse, a quelli che sono stati fatti concreti e scelte di persone che non meritano di essere coinvolte in ragionamenti di questa pochezza e falsità.
Lei signor anonimo del XXI secolo, quando fa certe affermazioni, dovrebbe avere almeno il coraggio delle proprie idee e firmarsi. Niccolò le ha già spiegato molto bene il dato storico.La tranquillizzo subito si di un fatto: io "mi infiammo moltissimo" (come lei scrive) soprattutto come persona ancor prima che come segretario di un partito (che evidentemente lei non condivide e questo è legittimo), quando leggo stupidaggini rancorose come quelle da lei scritte sul conto di mio nonno e non quando mi “si ricorda il passato fascista di mio nonno”.Per 2 motivi: intanto perché nessuno me lo ricorda; e non se lo può ricordare perché non c’è mai stato, se non in senso tecnico-oggettivo.Se ha letto il libro vuol dire che l’ha letto male o allora non ha capito. Mi indigna il modo in cui si permette di scrivere di mio nonno, ma potrebbe valere per decine di altri sangimignanesi: travisando i fatti e accusandolo (accusandoli) di “cambio di vele” per opportunismo.Vorrei chiarirle alcune cose. 1: cosa vuole le dica?!? Che mio nonno era fascista?!? Che domanda banale ed ovvia è, scusi? Certo che lo era, era tecnicamente fascista, come milioni di italiani nati, cresciuti, educati (e privati di elementi di diritto e di libertà) sotto il ventennio fascista. Nella sua famiglia il padre era addirittura di simpatie anarchiche..eppure viveva sotto il fascismo, come mio nonno e sua moglie.Ha mai sentito parlare di purghe, licenziamenti dal lavoro se non muniti di tessera del PNF, squadracce che manganellavano allegramente i sangimignanesi?. 2: a lei potrà scandalizzarla che un giovane di17 anni decida di arruolarsi in aviazione ma ciò che lei dimostra di non avere capito è che con 3 fratelli, i genitori separati, la tessera del pane e tutte le costrizioni fasciste, a 17 anni, c’erano poche alternative.Lei può crederci o meno, mi pare di no, ma vada a domandarlo direttamente a mio nonno se andando a Torino lo fece per sottoscrivere idealmente il regime e le leggi razziali o se lo fece solo (e anche a malincuore a 17 anni) per non gravare su la mamma che non aveva niente (né marito né lavoro) per sfamare tutti i 4 figli.Uno in meno avrebbe fatto la differenza allora.Ha provato minimamente a porsi questa domanda? Parrebbe di sì, ma si è dato la risposta più superficiale e carica di pregiudizio che si poteva dare.Affari suoi, mi scusi. 3: questi 3“ragazzi fascisti” come dice lei, che fascisti non lo erano se non tecnicamente,non cambiano bandiera e non se ne tornano a casa in abiti civili bel belli come lei fa credere. Mio nonno assistette ai bombardamenti di Torino, usciva sotto le bombe con altri a raccogliere feriti,venne in contatto con gli orrori del fascismo più che a S.Gimignano, assistette ai grandi scioperi operai, la gente era allo stremo,montava un odio verso il regime come non mai e, una volta caduto il fascismo, vide le manifestazioni spontanee di giubilo, la gente in strada ad abbattere le statue del duce,a bruciare le cose e le case del fascio.Maturò (a 18 anni le ricordo, stiamo parlando di un ragazzo) l’idea che caduto il fascismo si poteva dare un contributo attivo, oltre a sopravvivere alla fame e alla miseria, per uscire dalla dittatura. Non se ne tornò a casa in abiti civili freschi e puliti con sigaretta in bocca e 100.000lire in tasca,per stare a casa a guardare la tv.Rischiò con i tedeschi più volte nel viaggio di ritorno e quando fu a Sangi non decise di stare con le mani in mano (la fame la miseria c’erano ancora) e soprattutto di mettere in pericolo la famiglia in quanto (le ricordo questo fatto non secondario) renitente alla leva della classe ’25 per la chiamata alle armi della Repubblica di Salò! Si dette alla macchia, a fare il partigiano, d’inverno, insieme a tanti ragazzi giovanissimi come lui, contro i repubblichini e i tedeschi. E gli anni erano ancora quelli: 19-20 anni. Non se lo dimentichi e porti più rispetto, anche se non condivide o ha opinioni diverse, a quelli che sono stati fatti concreti e scelte di persone che non meritano di essere coinvolte in ragionamenti di questa pochezza e falsità.
Lei signor anonimo del XXI secolo, quando fa certe affermazioni, dovrebbe avere almeno il coraggio delle proprie idee e firmarsi. Niccolò le ha già spiegato molto bene il dato storico.La tranquillizzo subito si di un fatto: io "mi infiammo moltissimo" (come lei scrive) soprattutto come persona ancor prima che come segretario di un partito (che evidentemente lei non condivide e questo è legittimo), quando leggo stupidaggini rancorose come quelle da lei scritte sul conto di mio nonno e non quando mi “si ricorda il passato fascista di mio nonno”.Per 2 motivi: intanto perché nessuno me lo ricorda; e non se lo può ricordare perché non c’è mai stato, se non in senso tecnico-oggettivo.Se ha letto il libro vuol dire che l’ha letto male o allora non ha capito. Mi indigna il modo in cui si permette di scrivere di mio nonno, ma potrebbe valere per decine di altri sangimignanesi: travisando i fatti e accusandolo (accusandoli) di “cambio di vele” per opportunismo.Vorrei chiarirle alcune cose. 1: cosa vuole le dica?!? Che mio nonno era fascista?!? Che domanda banale ed ovvia è, scusi? Certo che lo era, era tecnicamente fascista, come milioni di italiani nati, cresciuti, educati (e privati di elementi di diritto e di libertà) sotto il ventennio fascista. Nella sua famiglia il padre era addirittura di simpatie anarchiche..eppure viveva sotto il fascismo, come mio nonno e sua moglie.Ha mai sentito parlare di purghe, licenziamenti dal lavoro se non muniti di tessera del PNF, squadracce che manganellavano allegramente i sangimignanesi?. 2: a lei potrà scandalizzarla che un giovane di17 anni decida di arruolarsi in aviazione ma ciò che lei dimostra di non avere capito è che con 3 fratelli, i genitori separati, la tessera del pane e tutte le costrizioni fasciste, a 17 anni, c’erano poche alternative.Lei può crederci o meno, mi pare di no, ma vada a domandarlo direttamente a mio nonno se andando a Torino lo fece per sottoscrivere idealmente il regime e le leggi razziali o se lo fece solo (e anche a malincuore a 17 anni) per non gravare su la mamma che non aveva niente (né marito né lavoro) per sfamare tutti i 4 figli.Uno in meno avrebbe fatto la differenza allora.Ha provato minimamente a porsi questa domanda? Parrebbe di sì, ma si è dato la risposta più superficiale e carica di pregiudizio che si poteva dare.Affari suoi, mi scusi. 3: questi 3“ragazzi fascisti” come dice lei, che fascisti non lo erano se non tecnicamente,non cambiano bandiera e non se ne tornano a casa in abiti civili bel belli come lei fa credere. Mio nonno assistette ai bombardamenti di Torino, usciva sotto le bombe con altri a raccogliere feriti,venne in contatto con gli orrori del fascismo più che a S.Gimignano, assistette ai grandi scioperi operai, la gente era allo stremo,montava un odio verso il regime come non mai e, una volta caduto il fascismo, vide le manifestazioni spontanee di giubilo, la gente in strada ad abbattere le statue del duce,a bruciare le cose e le case del fascio.Maturò (a 18 anni le ricordo, stiamo parlando di un ragazzo) l’idea che caduto il fascismo si poteva dare un contributo attivo, oltre a sopravvivere alla fame e alla miseria, per uscire dalla dittatura. Non se ne tornò a casa in abiti civili freschi e puliti con sigaretta in bocca e 100.000lire in tasca,per stare a casa a guardare la tv.Rischiò con i tedeschi più volte nel viaggio di ritorno e quando fu a Sangi non decise di stare con le mani in mano (la fame la miseria c’erano ancora) e soprattutto di mettere in pericolo la famiglia in quanto (le ricordo questo fatto non secondario) renitente alla leva della classe ’25 per la chiamata alle armi della Repubblica di Salò! Si dette alla macchia, a fare il partigiano, d’inverno, insieme a tanti ragazzi giovanissimi come lui, contro i repubblichini e i tedeschi. E gli anni erano ancora quelli: 19-20 anni. Non se lo dimentichi e porti più rispetto, anche se non condivide o ha opinioni diverse, a quelli che sono stati fatti concreti e scelte di persone che non meritano di essere coinvolte in ragionamenti di questa pochezza e falsità.
@andreamarr
ciao andramarr,
nessuno ha mai messo in discussione il buon operato dei partigiani, solo va fatta una netta distinzione fra partigiani comunisti e partigiani non comunisti, perchè i primi combattevano contro una dittatura per l'instaurazione di un'altra dittatura (cosa ovviamente non voluta dai secondi);
è altrettanto evidente poi che (non voglio stare qui a dilungarmi troppo sull'argomento) colui che faceva domanda di arruolamento volontario in aviazione, sottoscriveva pubblicamente la propria adesione alle leggi raziali in vigore in quegli anni.
Anonimo del XXI secolo
P.S. @andreamarr,
e qualche partigiano (senza fare nomi!!!) era particolarmente favorevole alla dittatura giacchè, cambiando casacca, sarebbe volentierissimo passato da una dittatura ad un'altra in breve lasso di tempo.
Anonimo del XXI secolo
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