sabato 30 agosto 2008

E il Panda emiliano inzucchera il sogno americano

Qual è il sogno che può tenere buona buona una persona per tutta la vita, senza che pretenda di migliorarsi o di ribellarsi? Il sogno è quello di poter cambiare da un momento all'altro, con facilità e casualità, la propria condizione, senza bisogno di preparazione o sacrificio, ma così: d'un tratto. Un po' come funziona con i giochi televisivi (Grande Fratello, Chi vuol essere milionario, etc.) dove in un attimo cambia la vita e arrivano soldi e fama. E' quell'idea di discontinuità, di cui parlo spesso, seppure in altri contesti, che caratterizza l'esistenza di moltissime persone: non c'è un'idea di continuità nella crescita personale (e men che meno collettiva), dove vi sono diversi gradini che si superano col sacrificio (ad esempio lo studio, o l'applicazione sul lavoro), anzi il sacrificio è visto come un disvalore. Perché? Perché basta un attimo e qualcuno o qualcosa può farti cambiare la vita totalmente e perché, alla fin fine, non è detto che il sacrificio produca per forza la realizzazione del proprio obiettivo. Quindi: meglio vivere in tranquillità, senza offendere o deludere il sistema sopra la propria testa, e aspettare la chiamata. Perché, infine, ciascuno può, senza alcun ingrediente segreto, diventare il cult del momento.
Questo, in sintesi, il messaggio degenere di "Kung Fu Panda" che, inzuccherando bene bene la storia di episodi visti e rivisti nella storia dei cartoni animati, racconta una storia scontatissima (qualsiasi persona può immaginarsi tutta la trama dopo cinque minuti di film) e banale. Il Panda lavora in una spaghetteria e proprio non gli va: vorrebbe fare Kung Fu e diventare il "Guerriero Dragone", il più forte di tutti, insomma... Ma per raggiungere questo obiettivo non deve provare a studiare Kung Fu: gli basterà piombare nel bel mezzo della cerimonia per caso. Ed ecco fatto. Guerriero Dragone per arginare il cattivissimo (che si era ribellato al sistema retto da una tartaruga rincoglionita e una specie di topo con i sensi di colpa) di turno. Che significa che vi siano cinque guerrieri che si allenano tutto il giorno da anni ed anni??? Niente. E' destino che sia il Panda a salvare il mondo... Evitandovi le scontatissime vicissitudini (la tartaruga muore, il padre sarà la svolta della storia, etc.), sappiate solo quanto segue. Il cattivissimo guerriero evade, grazie soltanto ad una piuma, da un carcere scavato in una montagna, in cui è l'unico prigioniero. Le misure di sicurezza sono incredibili: 1000 rinoceronti agguerriti, cariche di dinamite, frecce e freccione, grate, massi... Lui riesce (in una bella scena) ad evadere. Però poi non riesce contro il nostro Panda-ciccione che respinge i colpi dell'avversario con la pancia... Come è possibile? Ah, dimenticavo, il Panda si allena grazie alla sua passione per il cibo. Ultima: il Panda ha uno smaccato accento emiliano... Spero sia voluto...
Insomma: se avete una figlia che fa danza, ditele di smettere subito. A che serve andare tutti i pomeriggi a fare danza, spendendo l'ira di Dio, quando poi, magari, tra qualche anno o qualche mese, vince il provino ad Amici? Più semplice.
Uniche note positive la grafica di alcune scene, il sogno in apertura e parzialmente il finale simpatico... timidamente simpatico...

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