lunedì 18 giugno 2007

Noé (9 anni) e Martìn (14 anni): la guerra dei poveri ovvero l'ideale dell'ostrica

"Guardi, noi stiamo a questo incrocio da tre anni. Ci hanno provato in tanti a farci sloggiare, ma non ce l'hanno fatta. C'è solo un tipo che viene qui a fare il mangiafuoco e quello non possiamo mandarlo via perché è grande e grosso; ma lui non ci sta molto, solo qualche ora, e quando la bocca gli diventa come una cotica arrostita, se ne va e ci lascia in pace. Io ho quattordici anni e mio fratello nove, lui è sempre stato agile e sciolto, così se la cava bene a fare le capriole, mettersi a testa in giù, insomma a fare le pagliacciate. Mentre lui si esibisce, io chiedo le offerrte. Qualcuno deve stare attento alla grane sennò ce la fregano, come è già successo. Quindi io sono una sorta di manager, di quelli che accudiscono il puile. A scuola ci andiamo al mattino. Lì non lo sa nessuno che facciamoq uesto, non vogliamo che si sappia. Mia mamma ha una bancarella di tacos vicino casa, apre alle sette di sera. Noi andiamo via da qui per aiutarla a sbaraccare. Mio papà è andato oltrefrontiera da tanto e non abbiamo più saputo niente di lui. Mio fratello e io, quando non arriva il mangiafuoco, cominciamo presto e riusciamo a intascare venticinque o trentamila pesos, ma quando viene il "trippone" ne facciamo solo quindici o ventimila, e andando avanti fino a notte. Quel tipo ci rovina la piazza, questo è il nostro incrocio. E infatti non ce ne andiamo, non molleremo mai".
Fonte: L'Unità

1 commento:

Anonimo ha detto...

28 GIUGNO 2007: TANTE VEGLIE CONTRO L’OMOFOBIA

La veglia capofila si terrà il 28 giugno alle 21 presso la Chiesa Valdese di Via Micheli (pressi Piazza S. Marco) a Firenze


Il 28 giugno 2007, in diverse città italiane, varie veglie di preghiera ricorderanno le vittime dell’omofobia, ovvero della paura e della violenza irrazionale contro gli omosessuali.

Questa iniziativa, lanciata dal gruppo Kairòs di Firenze, è stata subito accolta e fatta propria da numerosi altri gruppi di cristiani omosessuali, una realtà non molto conosciuta dal grande pubblico. Eppure i gruppi di cristiani omosessuali esistono da molto tempo in Italia. Non sono una lobby, anzi, nella Chiesa cattolica “ufficiale” sono praticamente invisibili, ma non si nascondono. Si riuniscono, si parlano, si aiutano e dialogano, per quanto possibile, con la gerarchia cattolica. Sono una comunità di comunità sparse sul territorio, nelle metropoli come in provincia, da Udine a Catania passando per Bologna, Firenze e Roma e in molti altri centri. Sono nati negli anni ottanta, nei centri ecumenici piemontesi, quando, nei campi estivi, si cominciava a parlare di “Fede e omosessualità”, un tabù per tutti, fino a quel momento. E ancora oggi continuano il loro cammino di fede e di speranza, continuando a confrontarsi con la Chiesa di cui sentono parte.

E’ stata scelta la data del 28 giugno per le veglie in maniera non casuale, questa non è una data qualsiasi per gli omosessuali di tutto il mondo. E’ il giorno in cui si ricorda la rivolta di Stonewall (New York), quando, nel 1969, un gruppo di omosessuali reagì alle ormai quotidiane violenze della polizia, chiedendo dignità e giustizia. Purtroppo nel mondo e in Italia, sono ancora troppi gli episodi di omofobia sociale, di violenza fisica e morale, di disperazione a cui sono sottoposti molti omosessuali che, in alcuni paesi non europei sono oggetto di condanna alla pena capitale o a numerosi anni di carcere mentre in Italia i gay subiscono spesso gravi discriminazioni sociali che, a volte, sfociano in atti di violenza gratuita.

Il 28 giugno perciò avranno luogo non una, ma tante veglie in alcune città italiane per ricordare e pregare per le vittime dell’omofobia, condividendo insieme agli altri la nostra sete di speranza e di giustizia perché cessi questa inumana violenza. Ma questi vogliono essere anche momenti di comunione tra i gruppi di credenti italiani, omosessuali e non, e di fratellanza tra cattolici e non cattolici, credenti e non credenti, oltre che un momento di TESTIMONIANZA cristiana.

Ma non vuole solo essere una preghiera recitata ad alta voce in un luogo di culto. Non solo una ricerca di visibilità fine a sé stessa ma vuol’essere una “Liturgia della Parola” in cui la parola del Vangelo tenterà di esprimere qualcosa di importante e di dar voce, nel ricordo, a chi la propria voce non può più farla sentire.

Per raccontare queste veglie e le tante vite spezzate e oltraggiate dall’ordinaria omofobia, è nato un sito che raccoglie documenti, articoli, storie, voci e frammenti di vita consultabili all’indirizzo http://www.kairosfirenze.it/28giugno.htm

Per maggiori informazioni: info@kairosfirenze.it