Un film molto ma molto divertente. La Pixar, dopo un non esaltante "gli Incredibili", torna ai vecchi fasti con un film azzeccatissimo. Remy, topolino di campagna, sogna e ama il cibo e la buona cucina. Per questo, dopo una fuga avventurosa da una casa in campagna, persa la "famiglia", tra mirabolanti imprese, diventa lo chef di un noto ristorante parigino. Il film è ricchissimo di momenti divertenti e profondi. Anche il piano interpretativo è molteplice sia sulla storia complessiva del film, sia sui singoli episodi. La tecnica è meravigliosa, soprattutto per quanto riguarda la riproduzione di una splendida Parigi e per la molteplicità di cibi...
Ci sarebbe molto da dire su un film, ma prima di tutto vi dico: andate a vederlo!
Ci sarebbe molto da dire su un film, ma prima di tutto vi dico: andate a vederlo!
Solo alcune considerazioni su vari spunti importanti che dà il film (ma sono veramente moltissimi; uno di quei film "da rivedere"):
- La considerazione di una cuoca donna sulla condizione femminile nelle cucine dell'alta cucina;
- Il padre di Remy che parla dell'ineluttabilità della natura e dell'impossibilità di un rapporto tra uomo e topo (davanti ad un negozio che vende trappole e veleni per topi) a cui Remy risponde con una frase convinta sul fatto che siamo noi a modificare la natura ed essa non è mai ineluttabile;
- L'autocritica del critico gastronomico (che poi si può applicare a tutti i critici) che chiude il film è a dir poco eccezionale;
- L'assenza di gag viste e riviste (stile Shreck) con rutti o sputi;
- La differenza tra l'essere e l'apparire...
Potrei continuare molto, e scusate se non ho reso giustizia con questo commento sconnesso al nostro Remy... Vi ripeto, andate a vederlo che così è più semplice...!
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