giovedì 18 ottobre 2007

Ratatouille: il topo Remy diventa chef

Un film molto ma molto divertente. La Pixar, dopo un non esaltante "gli Incredibili", torna ai vecchi fasti con un film azzeccatissimo. Remy, topolino di campagna, sogna e ama il cibo e la buona cucina. Per questo, dopo una fuga avventurosa da una casa in campagna, persa la "famiglia", tra mirabolanti imprese, diventa lo chef di un noto ristorante parigino. Il film è ricchissimo di momenti divertenti e profondi. Anche il piano interpretativo è molteplice sia sulla storia complessiva del film, sia sui singoli episodi. La tecnica è meravigliosa, soprattutto per quanto riguarda la riproduzione di una splendida Parigi e per la molteplicità di cibi...
Ci sarebbe molto da dire su un film, ma prima di tutto vi dico: andate a vederlo!
Solo alcune considerazioni su vari spunti importanti che dà il film (ma sono veramente moltissimi; uno di quei film "da rivedere"):
- La considerazione di una cuoca donna sulla condizione femminile nelle cucine dell'alta cucina;
- Il padre di Remy che parla dell'ineluttabilità della natura e dell'impossibilità di un rapporto tra uomo e topo (davanti ad un negozio che vende trappole e veleni per topi) a cui Remy risponde con una frase convinta sul fatto che siamo noi a modificare la natura ed essa non è mai ineluttabile;
- Il concetto che "chiunque può cucinare" e sulla potenzialità umane;
- L'autocritica del critico gastronomico (che poi si può applicare a tutti i critici) che chiude il film è a dir poco eccezionale;
- L'assenza di gag viste e riviste (stile Shreck) con rutti o sputi;
- La differenza tra l'essere e l'apparire...
Potrei continuare molto, e scusate se non ho reso giustizia con questo commento sconnesso al nostro Remy... Vi ripeto, andate a vederlo che così è più semplice...!

Nessun commento: