domenica 13 luglio 2008

Ferengi

"Soprattutto sono gli incubi. Li sente arrivare perché hanno un suono che li annuncia, ed è quello del silenzio improvviso che c'è prima di un temporale. Un silenzio sospeso, che riempie le orecchie e strazia i nervi nell'attesa del rumore che verrà.
Il rumore è un urlo aggrovigliato come il miagolio di un gatto".

Lucarelli, col suo piccolo racconto "Ferengi", ci consegna uno scrigno denso di sentori e sentimenti, attimi e prospettive, e ci fa volare di parola in parola nelle più diverse parti della nostra memoria o del nostro sentimento.
E' un racconto così: che ti trascina dalla sabbia incandescente ad un ricordo poetico, dalla rabbia alla comprensione, dall'eutanasia all'entusiasmo, dall'avventura alla tristezza... E tutto tramite un piccolissimo album che te lo puoi vedere in mano, come fosse accanto a te, davanti a te, durante la breve lettura.
E in tutto questo Aster, la ragazza. E in tutto questo storie di finti eroismi, di palesi tradimenti, di versi abbandonati, di lingue e corazze, viaggi e sonnolenze, vecchiaia e dolore.
Può anche sembrare strano che in pochissime piccolissime paginette di un piccolissimo libro si possano addensare, nel quadro di una semplice storia gialla (che proprio gialla poi non è), tale miriade di aspetti. Eppure è così.
Senza volervi svelare nulla, ve ne consiglio la lettura... Con qualche verso di un autore molto famoso, che poi capirete perché...

"La morte, raggiungila con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo e tutti i peccati capitali".

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