mercoledì 31 ottobre 2007
martedì 23 ottobre 2007
Ristoranti: Il Pipistrello - Due Strade - Firenze
Tipologia: Pizzeria ottima e ristorante ricercato
Cibi consigliati: consigliata la pizza: è fine, ma la sua forza è data dagli ingredienti fantasiosi e di altissima qualità; l'elenco delle pizze è lunghissimo, però non fatevi spaventare: sarete travolti da sperimentazioni di sapori a voi sconosciuti primi; ad esempio, è ottima la pizza con formaggio caprino fresco, spinaci e robiola, oltre ad uno splendido calzone con lardo di colonnata;
Ambiente: confortevole e carino, ampio; il servizio è rapidissimo o lentissimo a seconda della gente seduta ai tavoli; c'è solo un problema: la vasta frequentazione di questa pizzeria ne inficia il servizio, che a tratti sembra da Mc Donald; camerieri spesso scostanti o sbadati, per cui è bene ripetere almeno un paio di volte l'0rdine; simpatico il proprietario, invece, all'ingresso, ma troppo spesso soverchiato dal lavoro;
Qualità/prezzo: per quanto riguarda le pizze, non si discute, anche se è caro; per una pizza molto ricercata si va dai 7 ai 9,5 €; per il resto, attenzione; non si capisce perché (vista l'ampia frequentazione), ma se non si sta attenti si spende facilmente 20€ a testa (!) per pizza e dolce; il rapporto qualità-prezzo su un pasto completo non regge assolutamente; state attenti a tutto: vi propongono una misera bruschetta (che altrove verrebbe quasi offerta) per 4€, o una coca cola piccola a 4€, senza contare il pur buonissimo calzoncino dolce che pesa per 6-7-€ sul conto! Attenti anche ai primi: si fa presto a spendere 10€; e non aspettatevi uno sconto o un arrotondamento! Peccato tutti questi inconvenienti (risolvibili tra l'altro) in una pizzeria così buona, fantasiosa; un tempio della pizza fiorentina;
ATTENZIONE: prenotazione praticamente obbligatoria; pagamento solo in contanti;
per raggiungerlo: dalla Certosa (uscita autostrada e termine Siena-Firenze) andare verso Firenze; superare il Galluzzo, quindi, raggiunta un'altra frazione (Due Strade), ve lo trovate sulla sinistra dopo e subito prima due distributori di benzina;
domenica 21 ottobre 2007
Nell'anniversario della morte di Aretino l'incipit dell'Orlandino...
sabato 20 ottobre 2007
Conferenza su Garibaldi a colle di val d'Elsa
20/10/2007
Garibaldi in terra di Siena
Ore 17,30 incontro presso la Biblioteca Comunale :
Altra trasformazione dunque, Garibaldi è diventato moderato. Uscito dalla finestra ha ricevuto le delegazioni che hanno letto i loro indirizzi poi ha fatto un’altra predica in casa alle deputazioni e all’altra gente che erano raccolte nella sala si è rallegrato del titolo di Democratica che ha la società, di cui ha detto gloriarsi esser stato dichiarato Presidente onorario. Voi sapete, ha soggiunto che cosa vuol dire Democratico, ma siccome veggo fra voi dei giovinetti che forse non lo sanno così lo spiegherò loro il significato, Democratico vuol dire onesto. E qui un discorso sull’onestà , tutte cose belle, ma che cosa significa onestà nella testa del Generale?. La conclusione si è che tutti son rimasti contenti ed hanno il cuor nello zucchero. Il Generale finito il parlamento è andato a pranzo, a cui ha invitato a partecipare ancora il Sindaco, e fra le pietanze e i bicchieri ora sono occupati a fare il commento all’onestà. La quale ripeto non si sa quale sia se quella del Ricasoli, o altra sorta d’onestà, qualunque si sia giurerei che non è ciò che fino ad ora era solito dagli uomini chiamarsi con questo nome.
Il pranzo ha avuto luogo in casa del Calosi, e il generale ha percorso in carrozza quel tratto di strada che è fra il locale delle stanze e la casa Calosi scortato dai garibaldini portanti in mano le torce accese, perché il popolo potesse meglio vedere le amate sembianze.
Stamani alle 6 col solito accompagnamento della Banda e dei Garibaldini il Generale è venuto in Colle alta. E’ andato in carrozza fino alla Porta nuova, poi è andato a far colazione nelle stanze della Società Arnolfo, poi rimontato in carrozza è ito fino in Piazza del Duomo, poi è sceso in piano, ha visitato, dicono, la fabbrica Masson, e se ne è ito per essere nella mattinata a Rapolano, ove fa i bagni. Prediche non ne ha fatte. Parecchie signore alle finestre avevano la camicia rossa per dar nel genio all’eroe, a cui in virtù dell’eroismo perdonano l’esser vecchio e stronco.
Partito il Generale seguono i commenti dei novellatori su questo strepitoso avvenimento.
A quello disse così, a quell’altro in questa maniera, mangiò la tal pietanza, si coricò alla tal ora, a Tizio dette la mano, a Sempronio fece un sorriso ec ec.
I codini travestiti in questa occasione da liberali si son riconciliati con Garibaldi, e poiché questi fra noi fu molto moderato in discorsi, dicono ora che tutte le diavolerie altre attribuite al povero generale son prette calunnie. Meglio così.
Per me dico che il Generale faccia la parte del burattino che si muove a seconda del volere di chi tiene in mano i fili, quindi penso che non siano da attribuirsi a lui, ne le bestemmie , né i vari discorsi che di quando in quando regala ai suoi uditori.
La figliuola dell’eroe e i bambini non son venuti in borgo. Nella carrozza del Generale era il gran Massimo Buccianti ed altri due del seguito del Generale, uno dei quali credo fosse il Canzio suo genero.
In altra carrozza il Calosi ed altre faccie da via amis stivati come le acciughe in un bariglione. La carrozza dell’eroe era fra una doppia fila di camicie rosse, ossia di garibaldini i quali saltando per mantenersi il passo dei cavalli , parevano tanti diavoletti attorno al gran diavolo, che il Generale con quella faccia barbuta quella sua camicia rossa, e quel cappellaccio di paglia avea qualche cosa di somigliante coll’amico suo Satanasso. Se fossimo stati di carnevale, agevolme(nte) tutto il corteggio sarebbesi creduto una mascherata.
giovedì 18 ottobre 2007
Ratatouille: il topo Remy diventa chef
Ci sarebbe molto da dire su un film, ma prima di tutto vi dico: andate a vederlo!
Ristoranti: La Speranza - Colle di val d'Elsa
Commento: Per mangiare un'ottima carne alla brace è il non plus ultra. Soprattutto guardando al rapporto qualità/prezzo. E' un amore d'infanzia culinaria, un peccato adolescenziale dei novantaepassa chili... è un momento per evadere e tornare indietro. E' un ristorante che consiglio a chiunque. Provare per credere.
Ambiente: molto casalingo, anni '70; è qui la pecca;
Servizio: uno dei punti forti: sarete accolti come ormai capita raramente nei ristoranti; il proprietario è simpatico, gentile e disponibilissimo; inoltre, il servizio è veloce, puntuale e duttile alle esigenze dei clienti;
Ristorante La Speranza
Localita' La Speranza,53034 Colle Di Val D'Elsa
Tel.: (+39) 0577929696
Se vi capita di provarlo lasciate un commento!
lunedì 15 ottobre 2007
Risultati del collegio 16 e due considerazioni a caldo! CRONACA DI UNA GIORNATA STORICA!
Risultati
LISTA
VOTI
%
DEMOCRATICI CON VELTRONI
12224
66.25%
A SINISTRA PER VELTRONI
3584
19.42%
I DEMOCRATICI PER ENRICO LETTA
645
3.50%
CON ROSY BINDI DEMOCRATICI, DAVVERO
1998
10.83%
SEGRETARIO NAZIONALE - Collegio 16Seggi: 63 su 63
LISTA
VOTI
%
WALTER VELTRONI
15808
85.68%
ENRICO LETTA
645
3.50%
ROSY BINDI
1998
10.83%
LISTA
VOTI
%
CON BANDINELLI E BINDI DEMOCRATICI, DAVVERO
1937
10.53%
A SINISTRA PER VELTRONI
4356
23.69%
I DEMOCRATICI PER ENRICO LETTA
666
3.62%
DEMOCRATICI CON VELTRONI
11429
62.15%
SEGRETARIO REGIONALE - Collegio 16Seggi: 63 su 63
LISTA
VOTI
%
CRISTIANA BANDINELLI
1937
10.53%
ANDREA MANCIULLI
16451
89.47%
martedì 9 ottobre 2007
Il 14 Ottobre è domenica prossima!
Siamo orgogliosi di vivere qualcosa di importante. Con la testa e con il cuore, per una profonda trasformazione della politica. Per una politica che torni ad occuparsi della vita di ciascuno di noi, del bene comune e sappia sciogliere i nodi che impediscono alle persone di realizzarsi, di essere felici. Una politica che sia il luogo dell’incontro, della passione civile, di nuove opportunità, della responsabilità e del coraggio di immaginare e di sperimentare. Vogliamo costruire un Partito Democratico forte e popolare, dove ognuno conta davvero e le decisioni sono trasparenti, capace di dare voce alle speranze delle nuove generazioni. Insieme lo possiamo fare.
Piero Fassino, Francesco Rutelli, Pierluigi Bersani, Goffredo Bettini, Gianclaudio Bressa, Eva Cantarella, Vannino Chiti, Daria Colombo, Massimo D’Alema, Maria Falcone, Vittoria Franco, Massimiliano Fuksas, Paolo Gentiloni, Claudia Gerini,Vittorio Gregotti, Linda Lanzillotta, Nicola Latorre, Marco Lodoli, Amos Luzzatto,Valerio Massimo Manfredi, Neri Marcorè, Maurizio Migliavacca, Giuliano Montaldo, Ennio Morricone, Barbara Pollastrini, Michele Salvati, Maurizio Scaparro, Aldo Schiavone, Marina Sereni, Antonello Soro, Salvatore Vassallo, Salvatore Veca, Pamela Villoresi
Perché votare il 14 ottobre?
Il 14 è fondamentale votare per portare un contributo nuovo alla politica italiana, sempre piu’ lontana dalla società e sempre piu’ chiusa. Per evitare che tutto questo peggiori, andare a votare il 14 ottobre significa affermare che la Partecipazione è l’unica base di legittimità di qualunque politico e qualunque partito. Votare il 14 ottobre è un segnale fondamentale che abbiamo ancora voglia di contare.
Perché il 14 ottobre votare “DEMOCRATICI CON VELTRONI”?
Sulle schede troveremo due liste collegate a Veltroni, la Sinistra Giovanile e i Giovani della Margherita votano “DEMOCRATICI CON VELTRONI”. Votano e sostengono questa lista per alcuni motivi che possiamo così riassumere:
1) In questa lista sono presenti i candidati dei movimenti giovanili, che hanno bisogno del sostegno di tutti per portare volti nuovi nelle assemblee costituenti;
2) Questa lista rappresenta un grande sforzo di sintesi e contaminazione; di fatto è un esperimento per come dovrà essere il Partito Democratico: un Partito grande, unito, senza correnti del momento e rendite di posizione;
3) Questa lista coniuga esperienza e innovazione;
4) Questa lista ha assunto a sua base alcuni punti programmatici fondamentali avanzati dai giovani: laicità, lavoro sicuro, rinnovamento, sostegno all’istruzione pubblica, priorità dell’ambiente, moralità della politica, partecipazione costante, radicamento del partito nuovo, pace…
5) Questa lista porta in sé non solo le esperienze dei movimenti giovanili e dei due partiti maggiori, Democratici di Sinistra e Margherita, ma si apre anche al contributo di ampie parti della società civile senese.
Come si fa e cosa comporta votare il 14 ottobre?
Votare il 14 ottobre non comporta l’iscrizione al Partito Democratico, ma solo un contributo alla sua costruzione.
Possono votare il 14 ottobre tutti i cittadini italiani, gli stranieri con regolare permesso di soggiorno e i sedicenni.
Per votare basta la scheda elettorale per i cittadini italiani maggiorenni, o la carta di identità per gli altri.
Al momento del voto, verrà richiesto un euro quale contributo simbolico all’organizzazione delle primarie.
Verranno consegnate due schede: la grigia per il regionale (DEMOCRATICI CON VELTRONI a destra) e la azzurra per la nazionale (DEMOCRATICI CON VELTRONI a sinistra).
Basta barrare la lista DEMOCRATICI CON VELTRONI e non si deve apporre altro segno pena l’invalidità della scheda.
IL QUATTORDICI OTTOBRE VOTA:
lunedì 8 ottobre 2007
La faticosa arte di partecipare
Pensiamo, per restringere il campo e magari banalizzare la questione, alla nostra Italia degli ultimi sessant'anni. Dopo gli anni cupi del fascismo, dove non si ricercava la partecipazione delle masse ma l'adesione incondizionata, un movimento di popolo e di teste ha lottato e sofferto per giungere a delle elezioni libere, al suffragio universale e alla libertà. Le prime elezioni hanno avuto un altissimo tasso di affluenza alle urne: il referendum tra monarchia e repubblica ha mobilitato la penisola in lungo e in largo. Bisogna però stare attenti: partecipazione non significa che automaticamente si affermi quello che si ritiene stia più a cuore ai ceti popolari, storicamente più numerosi. Il referendum Monarchia-Repubblica ne è un esempio: la Repubblica si affermò, se pensiamo a quello di cui si era macchiata la corona sabauda negli anni precedenti, di strettissima misura. Ma è proprio qui che sta la scommessa e il coraggio di voler partecipare: il risultato è determinato da chi partecipa e non è mai predeterminato.
Partecipare, poi, non significa solo recarsi alle urne, ma anche e soprattutto avere a cuore quotidianamente il collettivo, rendendosi consapevoli che l'uomo è animale sociale e che il suo destino dipende in misura minore o maggiore dalle azioni e dai pensieri di tutti gli altri. Partecipare, poi, è l'arte più difficile: fatta di fatica, costanza, a tratti senso di inutilità...
Il partecipare politico è chiaramente lo strumento più diretto e chiaro perché comprende o influenza le varie altre forme di partecipazione (sociale, ricreativa, culturale finanche lavorativa o sportiva). La partecipazione politica, infine, comprende anche quell'aspetto formativo (a volte alfabetizzante) rispetto a vari campi dell'esistenza.
Oggi, la partecipazione politica è evidentemente in crisi: perché? E soprattutto: è un bene?
La crisi della partecipazione politica affonda le radici in una ampia varietà di ragioni, che in un breve articolo non è possibile affrontare. Per citarne una, il sopraggiungere di un benessere materiale sufficientemente diffuso da investire almeno più della metà dei cittadini (frutto proprio della partecipazione) ha sopito quei sentimenti di appartenenza e rivendicazione che giocoforza rappresentavano la scintilla per, ad esempio, uscire la sera di casa per andare a discutere qualcosa con altre persone... E' chiaro che la scintilla scatta sempre per questioni come possono essere l'ambiente, le ingiustizie, l'incompetenza di rappresentanti istituzionali... Però mancano una costanza ed un obiettivo comuni.
Un altro motivo di crisi della partecipazione politica è sicuramente la struttura della società: una società sempre più mobile, veloce e in cui i contatti sono continui. Una società che vede al proprio centro il consumismo mordi e fuggi in tutti i campi, anche quelli della cultura e del lavoro. Una società, quella cosiddetta occidentale, che ha sviluppato pregi enormi (alfabetizzazione, sanità, livello medio di vita, opportunità, libertà, diritti civili, internazionalizzazione...), ma che ha anche messo a nudo i suoi limiti (qui messi in fila generalizzando un po'): incostanza culturale, settorializzazione e frammentazione degli interessi e degli stili di vita, crisi della solidarietà intragenerazionale ed intergenerazionale, mancanza di fini comuni, sfruttamento del lavoro soprattutto giovanile, ritmi di vita frenetici, sensazione di vuoto davanti all'enormità delle informazioni e delle possibilità (che poi si può tradurre in vere e proprie sindromi), corsa al profitto, guerra dei poveri contro i più poveri...
Avevamo detto: la partecipazione politica è in crisi, è un bene questo? Sicuramente no. Il problema di fondo è che più alto è il tasso di partecipazione quotidiana e agli appuntamenti elettorali, più ciascuno determina le scelte per se stesso e per gli altri. Insomma, vale il vecchio detto, che “la politica è l'unica cosa che, anche se non ti occupi di lei, lei si occupa di te”. Politica non vuol dire partito. Fa politica anche un comico che parla male della politica, fa politica anche un volontario o un missionario... Però è evidente come un partito abbia un ruolo fondamentale nella partecipazione politica: la tutela, la pratica, la organizza (quindi la fa pesare di più), la valorizza. Oggi non è più possibile pensare all'applicazione dei vecchi schemi dei grandi partiti di massa del novecento, Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana in particolare, che pure in Italia hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppare, detto in due parole, il senso di cittadinanza italiano.
Oggi dobbiamo pensare a qualcosa di diverso. Per andare al concreto, ci vuole un partito che sappia adattarsi alla società contemporanea, quindi sia flessibile agli interessi e alle possibilità dei propri aderenti, ma anche che sappia indirizzarla la società.
Credo che la politica sia inevitabilmente lo specchio della comunità che rappresenta: purtroppo chi va in parlamento, ad esempio, è eletto da tutti quanti. Quindi, penso che per rinnovare la politica bisogna mettersi in gioco tutti. A cominciare da se stessi. Dalla propria voglia di cambiare e di partecipare. E non basti mandare a quel paese i vari farabutti di turno, anche se questo può essere in certi momenti un passaggio fondamentale.
Il 14 ottobre nasce un partito nuovo, il Partito Democratico. Non sarà la panacea a tutti i mali, ma è un'opportunità. Solo se un partito (e la sua classe dirigente) sa mettersi in discussione periodicamente, può dare un contributo non solo alla sua parte ma anche al Paese. E il 14 ottobre questo partito nasce mettendosi in discussione. Penso sia un'opportunità grande per avere un partito che non candidi pregiudicati, che si doti di un codice etico, che sappia dialogare costantemente con la società civile, che sappia governare e lottare, che sappia ascoltare e dire, che sappia, soprattutto, dire quello che fa e fare quello che dice. Dipende anche da noi. Proviamoci.