sabato 12 maggio 2007

Coraggio Laico...

Coraggio laico...
La laicità ha bisogno di coraggio, ma più che altro di razionalità e riflessione. Mentre in molti cercano di alzare (e confondere) i toni, qualcuno che ancora ha un briciolo di chiarezza in testa c'è.
Io oggi non ero a Roma. Se fossi stato a Roma, sarei andato alla manifestazione di Coraggio Laico. No, tanto per essere comprensibile. E chiaro. Questo per tre punti semplici-semplici:
1. L'altra manifestazione era contro i Dico, proposta di legge sostenuta dalla maggioranza di Governo e dai Ds;
2. Affermare la laicità dello stato non va contro il matrimonio religioso; affermare che l'unico modo certificato di unione debba essere il matrimonio va contro la laicità dello stato; per fortuna, la maggioranza della gente che era alla manifestazione per la famiglia non la pensa così e anzi è andata per tutti altri (e spero nobili) motivi; inoltre, anche la manifestazione "coraggio laico" era PER la famiglia;
3. Non si può e non si deve avere paura di essere etichettati se si compiono scelte con raziocinio.
3.bis. Essere in una delle due piazze non significa affatto "odiare" e nemmeno non condividere l'altra. Anzi, paradossalmente uno avrebbe potuto partecipare benissimo ad entrambe se cattolico e laico.
3.ter. Nell'ottica del Partito Democratico, è giusto non mediarsi in partenza ma giungere con proprie opinioni al confronto: credo che, ad esempio, gli "amici della Margherita" (che formula usurata!) apprezzino molto di più la scelta di sostenere sobriamente la laicità dello stato che una posizione di dubbia equidistanza;
Fassino ha detto che noi bisogna essere in grado di ascoltare entrambe le piazze. D'accordo. Anzi: d'accordissimo. Però bisogna uscire dal tranello: per ascoltare le piazze, non è necessario disertarle. Anzi. Da dentro si comprendono meglio ragioni e torti, parole e fatti... (Naturalmente discorso a parte per gli esponenti del Governo).
Niente di disastroso vedere i cartelli del tipo "DS: Dove Siete?". Ad una manifestazione promossa dai radicali, sinceramente, non mi dispiace così tanto la non-adesione del partito.
Comunque meno male che è arrivata la nota di Filippeschi:
"Sconsigliamo il minoritarismo. Sui diritti civili e nella difesa piu' intransigente della laicita' dello Stato non solo siamo presenti. Siamo stati i promotori di proposte incisive e capaci di avere una maggioranza parlamentare, quali quella sui Dico. Se i Ds fossero altrove, le ragioni dei nostri critici avrebbero gia' perso".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

la manifestazione di piazza navona è stata velleitaria e l'avevo già fatto notare nel mio ruolo ormai ufficiale di cassandra che profetizza le cose giuste ma nessuno lo ascolta. 10.000 contro 500.000 ... beh è stato un boomerang di notevole effetto...
tuttavia noto anche io negli ultimi mesi una certa freddezza nei Ds sui temi dei diritti civili che non vorrei fossero sottoposti ad eutanasia nella prospettiva di un Pd poco laico. a tutto posso rinunciare ma non all'identità laica e libertaria.

Niccolò ha detto...

Si, la manifestazione di piazza navona è stata un suicidio politico, un mero fatto di testimonianza... Tipico della mentalità velleitaria dei radicali e di certa sx tradizionale... Però dicevo che sarei andato a piazza Navona nel senso se avessi dovuto scegliere tra le due! Cmq meno male c'è stato Filippeschi con la sua nota!

Anonimo ha detto...

Sicuramente se i DS avessero aderito seriamente alla manifestazione potevano essere molto più di 10.000. Sui 500.000 c'è da dire che le sacrestie sono in tutti i centri urbani e che anche un prete della montagna abbruzzese sa oramai come si organizza un pulman.

Comuque io credo che l'assenza dei DS e di Fassino sia un segnale da non sottovalutare.

Come si fa a non saper scegliere fra una manifestazione che, tolti gli orpelli di buonismo sulla natalità ed il sostegno agli anziani, si dichiarava contro ad un provvedimento sacrosanto che ci fa uscire dall'arretratezza sul tema dei diritti civili (siamo indietro a tutta europa), ed un altra che sosteneva un DDL del governo e che senza bruciare pupazzi vestiti da curato, chiedeva solamente un paese più civile?

Un PD che non sa scegliere fra diritti civili e reazione, è anche un PD che non sa scegliere fra destra e sinistra (vedi Marini sulla teoria delle "mani libere" sulle alleanze elettorali), fra deboli e potenti(equivicinanza fra sindacati e confindustria), fra Gobetti e De Mita.
Credo che sarebbe il caso che noigiovani riflettessimo su questo.. ed iniziamo a muoverci.

cosimo
vinland.ilcannocchiale.it