mercoledì 19 dicembre 2007

"L'Italia Spensierata" di Piccolo

Agile e bel volume. L'intellettuale si immerge nel mondo "comune", nel luogo comune italiano. In pochi agili capitoli si narra l'epopea (triste) nazionale vista dall'occhio di chi da quell'epopea è sempre volutamente stato fuori. E si narra le reazioni dell'intellettuale. Narrazione fresca e ironica, riflessioni interessanti... Piccolo si avventura nello studio televisivo di "Domenica In", tra tanta gente e gente che poi non conterà nulla... Però ci crede... Vola a Mirabilandia tra attrazioni e file chilometriche... Sosta in due autogrill in un giorno di esodo in cui quasi viene sospettato d'essere terrorista per il tempo che vi sta... Visita il cinema il 26 dicembre a vedere uno di quei film di DeSicaecompagnia (e a essere sincero mi son reso conto che non ne ho mai visto uno, eppure li odio come vi fossi cresciuto assieme!)... In quest'ultima impresa, Piccolo non regge l'urto del malinteso film. (Ho messo troppe reticenze, ora la smetto!). Il libro in definitiva è davvero da leggere, anzi da "provare" perché ci si può rendere conto di quanto sia vicino eppure lontano il mondo "della massa", che poi è anche quello di ognuno di noi per definizione. Soprattutto il libro fornisce spunti interpretativi di questi fenomeni. Due soli appunti. Il primo è che a volte si rischia di "mitizzare" la "massa" (che già dal nome mitica è) dagli occhi dell'intellettuale; insomma, il fatto che la gente "sia felice" di stare all'autogrill o di fare le code a Mirabilandia credo sia molto ma molto opinabile. Senza considerare che Piccolo dimentica quanta frustrazione, difficoltà, litigiosità si nasconda dietro quella "famiglia modello" italiana che lui incontra all'autogrill o al parco giochi. Quanto la dissimulazione della propria condizione stia alla base di quell'apparente idillio. E come quell'idillio spesso non ci sia nemmeno in vacanza... Insomma, la realtà è più triste di quanto la dipinga Piccolo. Almeno dal mio punto di vista. E credo che faccia bene Piccolo a criticare quell'approccio intellettualistico che pone "al di sopra" di questi eventi, però l'autore non tiene in conto che (almeno questo vale per me) ci si può sentire "diversi" senza sentirsi superiori. Secondo appunto (e ultimo): non ho proprio capito il finale sulla notte bianca a Roma. L'ho riletto tre volte. Poi ho elaborato almeno quattro interpretazioni plausibili. Non so se è perché ero stanco, o perché è davvero di difficile interpretazione... Mi riservo di rileggerlo tra qualche giorno, altrimenti vi proporrò il testo per un'interpretazione... In definitiva, comunque, è un libro da leggere assolutamente: divertente, scorrevole, intelligente, pungente, bello davvero. E lasciate stare che mi piace raccontare più quel che non mi sta bene di quello in cui concordo...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Recensione impeccabile e tagliente.
Ottimo consiglio, lo leggerò!!!
Mi fa piacere che ti sia piaciuto così tanto.
Finalmete un pensiero azzeccato!

Niccolò ha detto...

Pensiero non azzeccato, azzeccatissimo!!!

Niccolò ha detto...

Grazie!!!