Non ho marcato il post numero "300" per evitare di violare il copyright del numero posto a titolo dal recente film.
Quindi marco quello "301" (non era la carica dei 301, vero?)...
E' passato più di un anno da quando questo blog ha cominciato a produrre post e post.
E' passato veramente molto tempo. Sotto tutti i punti di vista.
E il problema è che non è quasi mai dato il tempo di riflettere, di meditare sul tempo che passa. Anniversari, compleanni, commemorazioni, centenari, bicentenari... Sono tutti validi escamotage che l'uomo si dà per non accettare il tempo che scorre. O meglio: per imprigionarlo. Il tempo passa e noi che facciamo? Lo blocchiamo. Ogni tanto. Lo cristallizziamo in una commemorazione o comunque in una data (o numero, in questo caso) per dargli un senso, per darsi un senso.
Questi escamotage, poi, spesso servono moltissimo dal punto di vista dei valori, della formazione. Diciamo che utilizziamo il passato per plasmare il presente.
Il 301° post di questo blog non merita né uno spumante stappato, né un conto alla rovescia in coro... Però. Però merita un momento di riflessione. Su cosa si dice, su come si dice...
Il 301° post di questo blog non merita né uno spumante stappato, né un conto alla rovescia in coro... Però. Però merita un momento di riflessione. Su cosa si dice, su come si dice...
Grazie a tutti quelli che passano di qui. E a tutti quelli che lasciano un commento. A quelli che ci capitano per caso, o perché questo blog è home page. A quelli che lo cercano su internet. A quelli che arrivano e se ne vanno. A quelli che cercano un ristorante, uno spettacolo, un'idea.
2 commenti:
Io invece ringrazio te, Niccolò, per gli infiniti spunti di riflessione e per tutto ciò che offre il blog.
Continua così!
XXX
Grazie a te e a tutti quelli che passano di qui e commentano... Davvero!
Posta un commento