Caro Beppe Grillo,
hai deciso di non andare a votare, ed è probabile che niente o nessuno riuscirà a farti cambiare idea. Dici che vuoi dare un segnale, perché sono tutti uguali. Ma siamo sicuri che in democrazia sia proprio non votando che si dà un segnale? Non è piuttosto votando (o meglio: anche votando) che si esprime il consenso o il dissenso? Gli astenuti possono essere molti – o addirittura più dei votanti, come a volte succede negli Stati Uniti – ma non contano niente. A meno che non formino un partito: il partito degli astensionisti! Dici che per votare dovresti fare troppi compromessi con te stesso e con i tuoi valori. Ma la democrazia non è esattamente questo? Compromesso, dialogo, mediazione. Altrimenti saremmo tutti candidati, ognuno con il suo simbolo e con le sue idee. Senza compromessi né mediazioni. Poi, però, non potremmo lamentarci del numero dei partiti.
[Giovanni de Mauro. Da "Internazionale"]
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