lunedì 5 novembre 2007

L'autostoppista fantasma...

Ho sempre provato interesse per quel fenomeno moderno chiamato "leggenda metropolitana". Affonda le radici nelle storie e nei racconti, finanche le superstizioni, e da queste prende molti elementi. In particolare, gli effetti che ha sulle azioni quotidiane della gente. Queste possono essere tese al controllo sociale, alla educazione in diversi campi ("porta male versare il sale" evidentemente affonda le radici nel valore del sale nel passato), e infine ci sono le "leggende" che portano a comportamenti senza senso, ma che si diffondono in maniera incredibile. Ad esempio, sapete che in ampie parti degli Stati Uniti andando a fari alti nessuno vi lampeggerà? Questo non per cortesia, ma per una leggenda metropolitana molto diffusa che racconta di bande che, scommettendo tra di loro, attraversano le strade a fari alti e scommettono di rincorrere ed uccidere il primo che oserà "ribellarsi" sfarettando. Inoltre, le leggende metropolitane hanno caratteristiche sempre similari, una delle quali fondamentale è che chi la racconta per vera è sempre testimone di seconda mano della storia. "Me l'ha raccontata un'amica che lo ha saputo da..." o simili. Ecco quindi una leggenda metropolitana molto diffusa negli Stati Uniti che è comparsa talvolta anche da noi, con le relative varianti. Ah, l'ultima frontiera delle leggende metropolitane è la mail. Ogni volta ricevete una mail che denuncia qualcosa (come quella sulle ragazze stuprate e sterilizzate in discoteca, o quella sulle mucche alimentate artificialmente e fatte solo di cartilagini, o ancora quella dei gatti allevati in boccetta), provate a fare una breve ricerca su internet.


Ecco una storiellina inquietante...


"A notte inoltrata un tale stava guidando su una strada secondaria, quando vide al margine della carreggiata una bella ragazza che faceva l'autostop verso la sua stessa direzione. Un po’ titubante, alla fine decide di darle un passaggio. La ragazza sale in macchina silenziosamente e gli da indicazioni per riportarla a casa. Lui la riporta quindi a casa; si salutano e prosegue tranquillamente per la sua strada. La mattina dopo, rientrando in macchina per recarsi a lavoro, trova con sorpresa la giacca della ragazza, che aveva dimenticato sul sedile. Sorride, e pensa che per andare in ufficio dovrà recarsi comunque nella zona dove abita la ragazza; decide quindi di riportargliela. Giunto a destinazione, suona alla porta; gli apre un'anziana signora. "Mi scusi signora - dice il tale - ho riportato a sua figlia la giacca che aveva lasciato nella mia macchina ieri sera". "Ma…mia figlia è morta dieci anni fa!", risponde singhiozzando la signora."L'autostoppista fantasma è di certo, almeno in Usa, la leggenda metropolitana più celebre, tant'è vero che da il titolo al primo libro di Brunvand del 1981. Esistono una infinità di varianti, anche se gli elementi-chiave rimangono sempre gli stessi. Vediamo quindi di analizzare questi ultimi. Primo di tutto notiamo che si tratta quasi sempre di fantasmi di ragazze, in genere giovani, morte a causa di un incidente stradale proprio sulla strada dove si trovano a fare l'autostop. In effetti, essendo la storia ambientata a notte fonda e, spesso, su una strada isolata, sembra difficile che una ragazza si trovi a guidare, per lo più da sola, in una situazione del genere; e ammesso che succeda, molto difficilmente acconsentirebbe a dare un passaggio ad un misterioso sconosciuto. Ecco quindi che il meccanismo funziona se al posto di guida c'è un uomo, e al posto dell'autostoppista troviamo una bella ragazza. Che paura potrebbe avere a darle un passaggio, che male potrebbe fargli?Analizzando ancora la storia, notiamo che le autostoppiste danno sempre un indirizzo grazie al quale l'automobilista apprende in seguito che si trattava di fantasmi, e viene lasciato un segno che sembra confermare ulteriormente la veridicità di quella strana esperienza: una giacca, un orecchino… Nella maggior parte delle versioni americane è la stessa autostoppista a lasciarsi dietro una giacca o una maglia che aveva chiesto in prestito all'automobilista e che viene ritrovata posata sulla sua tomba al cimitero. Altri elementi caratteristici della tradizione come la si ritrova altrove possono essere: certe affermazioni profetiche fatte talvolta dall'autostoppista, un'ulteriore identificazione della ragazza morta grazie a un ritratto o ad una foto, e il collegamento fra l'apparizione del fantasma e un determinato incidente automobilistico che in base a quanto si dice avvenne in quello stesso giorno non lontano di lì parecchi anni prima. Mito originario degli Stati Uniti o nato invece parallelamente in diversi paesi è certo comunque che lo stesso tipo di fantasma continua ad apparire un po' in tutto il mondo. Esistono un'infinità di versioni relative a questa storia, anche perché, è bene sottolinearlo, si è passati dalla tradizione del folklore alla cultura popolare, diventando spesso un vero e proprio topos letterario. Esistono tuttavia altre versioni che differiscono in modo significativo dai racconti della tradizione popolare: in questi casi non ci sono riferimenti a profezie, ritratti, pegni, ma il tutto si limita ad un semplice racconto sull'aver dato un passaggi ad un autostoppista che poi è scomparso misteriosamente. Sarebbe forse superfluo, a questo punto, mettere in luce ciò che si muove dietro una leggenda del genere. È l'innata paura dell'uomo verso la morte, verso il possibile ritorno della persona morta. Non è forse per questo che sin dalla sua origine l'uomo seppellisce i suoi morti? Per la paura che essi possano tornare. È qui quindi che si basa lo sgomento che questa leggenda ci lascia, come d'altronde tutto ciò che riguarda i fantasmi in genere. Qui però non si tratta di un fantasma in genere. È il fantasma di una ragazza giovane, morta per incidente stradale, e, molto probabilmente, non per colpa sua. Ecco quindi che l'immagine della ragazza si eleva ad una accusa verso la società , una società irresponsabile che ha condotto alla morte una giovane prematuramente, negandole tutto ciò di cui avrebbe potuto godere nella sua vita. Nasce quindi nell'ascoltatore un inconscio senso di colpa da parte di tutta la società, e, indirettamente, del singolo; è qui che si fonda il coinvolgimento che suscita questa leggenda, e che non accenna a diminuire".fonte: www.leggendemetropolitane.net
Inquietante, vero?

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