LA RUSSA - Intervenendo alla cerimonia [a Porta san Paolo] e parlando davanti al Capo dello Stato (che ha invitato tutti i cittadini a rafforzare la memoria della Resistenza) il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha reso omaggio anche ai militari dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana che, «dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria». «Farei un torto alla mia coscienza - ha detto La Russa - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia».
Dal "Corriere della sera online, 8 settembre 2008
Dal "Corriere della sera online, 8 settembre 2008
L’ANPI NAZIONALE: «Continuano a sovvertire la storia per dare assalto all’antifascismo, alla democrazia e alla libertà»
SULLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO IGNAZIO LA RUSSA RILASCIATE L’8 SETTEMBRE 2008 IN OCCASIONE DEL 65° ANNIVERSARIO DELLA DIFESA DI ROMA A PORTA S. PAOLO
In seguito alla dichiarazione del Ministro della Difesa Ignazio La Russa secondo la quale «anche i militari dell’RSI combatterono per la difesa della Patria», espressione di un revisionismo che pone sul medesimo piano storico ed etico dittatura e libertà, totalitarismo e democrazia, l’ANPI Nazionale ribadisce quella che è una verità storica inoppugnabile: in Italia c’è chi si è battuto per ridare libertà e dignità alla nazione − i partigiani, i 600.000 militari deportati nei campi di concentramento nazisti e le truppe angloamericane − e chi per riaffermare un dominio assoluto e criminale, ricorrendo anche a stragi di civili innocenti e deportazioni, cui parteciparono attivamente i militari della Repubblica di Salò già considerati dall’allora legittimo governo italiano collaborazionisti dei nazisti e quindi perseguibili penalmente. Con preoccupazione assistiamo all’ennesimo tentativo, da parte di illustri esponenti del Governo, di sovvertire la Storia d’Italia per dare assalto ai valori che l’hanno sorretta per sessant’anni: democrazia, antifascismo e libertà. E per evidenziare sempre di più l’importanza e l’urgenza della Memoria l’ANPI fa sue le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pronunciate proprio in occasione della celebrazione per il 65º anniversario della difesa di Roma a Porta S. Paolo:
«(...) ho parlato e l’ho sempre sottolineato anche nelle celebrazioni della festa del 25 aprile – a Cefalonia come a Genova − di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia di tanti giovani che combatterono nelle formazioni partigiane sacrificando in non pochi la loro vita; e quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei 600mila deportati nei campi tedeschi che rifiutarono l'adesione alla Repubblica di Salò».
8 settembre 2008
Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
8 commenti:
Bravo Niccolò... attento, sensibile e preciso nel denunciare ogni attacco mediatico di stampo neofascista!
buone cose
Cosa ha detto di diverso da quanto tempo fa affermato da Violante e Ciampi ? Posto questo articolo che ho trovato sul blog di Azione Studentesca Siena sulle polemiche dell'8 settembre. Chissà che non ci sia da imparare anche da un ragazzo di 16 anni...
Fatto questo preambolo, alzi la mano chi se la sente di condannare i primi ed assolvere i secondi, chi se la sente, insomma, di continuare pervicacemente a distinguere tra il bene e il male, tra il bianco e il nero, tra un'Italia buona ed una cattiva; L' Italia della Guerra Civile, intitolarono il loro libro su questi avvenimenti Mario Cervi e Indro Montanelli, con una definizione perfettamente calzante ma che ancora oggi non si riesce a digerire, preferendo la solita dicotomia di cui sopra, in nome di un "politically correct" che sinceramente dà il voltastomaco. Chi scrive, e penso anche la maggior parte di chi legge, è nato e vissuto in tempi radicalmente diversi da quelli di cui si parla ed è pretesa assurda, oltre che profondamente ingiusta, pensare di porsi, e magari di giudicare, con occhi di oggi dinanzi ad avvenimenti del 1943-45. Chi di noi potrebbe spiegare il caso di Nicola Bombacci, co-fondatore con Gramsci del Partito Comunista che scelse di morire accanto a Mussolini appeso al gancio di Piazzale Loreto? Oppure quello di Ciano, De Bono, Marinelli, Gottardi e Pareschi, fascisti fucilati dai fascisti per aver destituito il loro capo nella seduta del Gran Consiglio del 25 luglio, o la scelta del Professor Vivarelli, noto storico, che a 13 anni scappò di casa per arruolarsi nella X MAS, o il gesto di Berto Ricci, che, anarchico passato al fascismo, per un dovere di coerenza scelse di morire volontario in Libia. A Salò, annotava Montanelli, ci fu il peggio e il meglio di una generazione, un coacervo di avventurieri, criminali, delinquenti e ladri di polli insieme ad esempi fulgidi, di persone, non necessariamente "duri e puri", che trovarono intollerabile il rovesciamento di posizioni di Badoglio e del Re (loro no, la loro fuga senza disporre della sicurezza dei miltari italiani sparsi nel mondo nemmeno il tempo li assolve) e per una questione di onore e coerenza cercarono il riscatto nelle file dei repubblichini. Così per quanto concerne la Resistenza: infatti accanto ai primi partigiani e ai soldati del rinato Regio Esercito (1° Raggruppamento Motorizzato e poi Corpo Italiano di Liberazione), il cui ruolo fu senz'altro importante, certo non così fondamentale e vasto come si dice (-L'insurrezione generale divampò, in pratica, quando non c'era più nulla contro cui insorgere- puntualizzavano caustici Montanelli e Cervi, che pure parteciparono alla Liberazione nel C.I.L.), si ebbero anche qui veri e propri criminali che scelsero la bandiera della Resistenza per garantirsi l'impunità, come ha ben testimoniato Giampaolo Pansa, insieme alle centinaia di migliaia di "partigiani" che si misero un fazzoletto al collo proprio il 26 aprile 1945 per ottenere delle benemerenze.
Come molte altre, questa non è stata una bella pagina di storia, nè un capitolo glorioso: ma non per questo ci possiamo arrogare il diritto di modificarla a nostro piacimento e vantaggio, senza, al tempo stesso, ritenere di essere le Vestali della verità. Solo la forza di guardare in faccia la storia e gli errori del passato ci garantirà ciò che di veramente prezioso questa materia insegna ai posteri: la possibilità di costruire qualcosa di valido e durevole, senza tornare a cadere negli sbagli di un tempo.
Oltre a questo articolo che ho postato faccio anche io un paio di considerazioni:
1) vedo che il mio invito a leggere Pansa di qualche tempo fa è caduto nel vuoto (andava bene anche Mazzantini)
2)Domando al Nobile proprietario del blog cosa avrebbe fatto se all'epoca avesse avuto 18 anni e dalla nascita non avesse conosciuto altro che fascismo...avrebbe forse cancellato tutto con un colpo di spugna ? C'è chi l'ha fatto e ben per lui, ma c'è anche chi non ce l'ha fatta, perchè su quei canti, su quelle marce, su quelle esperienze AVEVA COSTRUITO LA PROPRIA VITA ! E in buona fede ha deiso di continuare per quella strada: quindi RISPETTO ! Facile nel 2008 parlare dalla poltrona del proprio maniero...
3) O forse è come dite voi. Erano tutti indiscriminatamente truci violentatori di vecchiette, mangiatori di bambini, sterminatori di zingari e ebrei. La giustizia del popolo trionfa: i buoni (tutti da una parte) hanno ragione su tutto e vincono i cattivi (tutti dall'altra) come (solo?)succede nelle favole.
Tutto è bene quel che finisce bene, Il Bene ha vinto ancora una volta contro l’imperialismo dilagante dei fascismo squadrista. L’Italia è salva ancora una volta.
Chissà cosa avrebbe detto il grande Totò? A sì ora ricordo…. “ma mi faccia il piacere”.
“ma mi faccia il piacere”...ecco la giusta affermazione al commento di anonimo...che in quanto tale ancora nel 2008 non riesce ad assumersi la responsabilità di quello che scrive e si cela meschinamente dietro l'anonimato...comodamente seduto dalla poltrona del suo maniero...
LEGGERE LA STORIA, QUELLA VERA, FA BENE AGLI IDEALI E ALLA MORALE.
ALTRO CHE PANSA...
buone cose.
ma argomentare no ? Controbattere NEL MERITO ciò che ho detto no ? Ma certo dire "leggere la storia, quella vera" è molto più cinematografico, ma soprattutto nasconde una povertà di contenuti e argomenti mostruosa. I genitori di mio nonno che sono stati uccisi dai partigiani per il solo fatto di avere la tessera del partito fascista (chi non l'aveva?) è forse fiction ?
Saluti a Trauma (senza monto)
Anonimo (di nome)
1.la tessera del parito fascista non l'avevano tutti e la storia lo dimostra, altrimenti non saresti su questo blog a parlare in modo sconclusionato!!!
2.non spetta a me in questo blog controbattere punto su punto. Se vuoi anonimo vieni a casa mia e, dato che non ho un blog, ne parliamo con la dovuta completezza di argometi e documenti (e magari ti faccio conoscere anche dei nonni che non avevano la tessera del partito fascista e non l'hanno mai avuta!!).
3.il cinema lo lascio a te che evidentemente non ne fai largo uso e senza dubbio potrà servirti più che a me...
p.s. collegare il cervello prima di scrivere, grazie!
buone cose
La storia è bella (la studio perché mi piace particolarmente, tra l'altro) perché si può discutere, si può analizzare, si può approfondire... Sul fascismo in Italia mi sembra che, nonostante siano passati così tanti anni, non sia possibile, caro anonimo, a quanto pare, discuterne con la dovuta oggettività. Senza ripetere le affermazioni di Tramonto, che condivido, alcune brevissime cose.
1) Che in quegli anni fu "guerra civile" ce lo racconta in un lucidissimo saggio (di cinquecento e passa pagine) Pavone. Fu Guerra Civile per il semplice fatto che si trovarono a combattere in schieramenti opposti cittadini dello stesso paese, e non perché vi fossero due parti paritetiche in campo. Dire guerra civile non significa dire "allora erano uguali".
2) Affermare che durante quegli anni terribili vi furono casi di violenza e omicidio contro repubblichini e fasciti causati da futili motivi e quindi comprendere le vittime di quegli atti, è ben diverso da una valutazione storica o politica complessiva.
3) Affermare che tanti giovani (non la maggioranza), cresciuti per tutta la vita sotto il fascismo, si trovarono in condizioni difficili per scegliere e a volte scelsero la RSI per condizionamento sociale e culturale ha un senso. E probabilmente è stato spesso così (leggi Mazzantini nel dialogo con Bentivegna, comunque su Mazzantini ci torno). Questa è un'analisi oggettiva. Paragonarli a chi scelse la lotta partigiana non c'entra nulla. E' un po' come quelli che raccontano i crimini del socialismo reale sovietico per giustificare il nazismo, o viceversa.
4) Prendere casi individuali per giustificare una teoria generale è assurdo e anti-storico. Ti potrei portare mille esempi in controtendenza con quanto affermato nel commento che hai postato.
5) Nel revisionismo (che parte dai buoni sentimenti dei poveri ragazzi di Salò per riabilitare il fascismo) mi sembra ci sia tanta ipocrisia. Perché mai il Re e Badoglio non hanno possibilità di riscatto storico, mentre Mussolini e compagnia si? Potrei argomentarti con ottimi e difficilmente controvertibili temi il contrario.
6)Perché in quell'articoletto si parla di casi individuali di repubblichini e invece si liquida la resistenza con un discorso generale e generico?
7) La Resistenza ha avuto un ruolo importante dal punto di vista militare, anche se nel complesso non decisivo. Partire però dal "nel complesso non decisivo" a dire che fu inutile c'è una bella differenza. Raccontalo a qualche paesino che, grazie alla lotta partigiana, fu salvato da una rappresaglia. Infatti, in tanti casi locali, la Resistenza ebbe un ruolo fondamentale anche militarmente.
8)La Resistenza ha avuto un ruolo insostituibile e fondamentale dal punto di vista civico, morale ed etico. E' stato un "secondo risorgimento" per tanti e tanti italiani (soprattutto del centro-nord).
9) Quando scrivi queste cose, cerca prima di immedesimarti in chi in quegli anni fece quelle scelte. Se non rispondevi alla leva venivi immediatamente fucilato, vivevi in guerra da anni ormai, probabilente avevi perso un familiare nei bombardamenti. Scegliere in quel momento di darsi alla macchia, di lottare ad armi impari era un atto di CORAGGIO. Che sinceramente non so se nemmeno io sarei stato in grado di averlo... Rischiavi la VITA. E grazie a coloro che l'hanno fatto oggi siamo qui.
10) La Costituzione è ANTI-FASCISTA e nasce IN ANTITESI al fascismo e alla Repubblica di Salò. Quello che velatamente scrivi risulta anti-costituzionale. Andrebbe cambiata la costituzione forse?
11)Mazzantini l'ho letto.
12)Non vivo in un maniero e evidentemente hai un'idea distorta della "nobiltà", comunque l'ho scritto poco sopra e con sincerità. Dovessi dirlo ora ti direi che sarei partito, mi sarei opposto subito. Ma mi sembra anche togliere valore alla scelta che ragazzi hanno fatto veramente in quei momenti darlo per scontato. Forse sarei stato uno di quelli vili, forse sarei fuggito... Ma dentro di me sento che avrei combattuto per la libertà e contro la cultura tronfia del totalitarismo fascista.
13) Io non ho un'interpretazione così semplicistica di quelgi anni: so quante atrocità sono state compiute. Ai motivi politici e militari, a volte si sono intrecciati motivi personali, di carriera... Sono state commesse efferratezze da tutte le parti. Ma ciò non significa togliere valore ad un movimento, quello della Resistenza, che ha fatto l'Italia.
14) Pensa a una cosa. Ha vinto la Resistenza, e te sei qui a dire queste cose. Se avesse vinto il fascismo, io sarei stato a dirti queste cose? pensaci...
15)Mio bis-nonno era fascista. Ed ha vissuto un brutto periodo alla fine della guerra. Ma vogliamo mettere le questioni personali in un'analisi storica?
Grazie per gli spunti, a presto
in attesa di cortese replica,
Delle tue risposte ci sono cose che condivido e altre meno, ma certamente mi fa piacere discutere con persone che impostano una risposta così piuttosto che rispondere per slogan.
Se hai letto Mazzantini mi piacerebbe ricordarti le ultime pagine di "A cercar la bella morte". Quando Mazzantini va a trovare il partigiano, Angiulin mi pare si chiamasse, che l'aveva tenuto prigioniero e lui con le lacrime agli occhi domanda a Mazzantini se gli altri erano vivi, il biondino, il padovano...E ancora con le lacrime agli occhi esclama: "potevamo avervi ammazzati..."; "Eravate dei bravi ragazzi..." e presero il caffè insieme entrambi commossi. Mazzntini conclude così "Bravi ragazzi? No. Quelli di oggi forse avrebbero potuto esserlo. Noi eravamo quelli là: ragazzi alla deriva, le ultime scorie di quella mareggiata, delusi, inacattiviti [..] Aveva aspettato in piedi Angiulin, per vedermi andare via, per non perdere un moto, un solo particolare di quel passo così incredibilmente normale e così assolutamente irripetibile di un uomo vivo" Questo dovrebbe essere l'input per considerare il discorso, senza richiamare quei fatti per alimentare odio e per strumentalizzazioni politiche.
Sulla costituzione: io la rispetto, ma la costituzione è semplicemente democratica, quindi anti-totalitaria, di conseguenza antifascista rispetto a quell'esperienza ma sarebbe anche anti-comunista se il comunismo si volesse affermare tramite un totalitarismo o sbaglio ? Io sono democratico e mi ci riconosco ma non sono antifascista, così come non sono anticomunista perchè sono convinto che un qualcosa che nasce solo come mera contrapposizione a un qualcos altro non potrà mai portare a niente di positivo ma solo a odi e rancori. In nome poi di quella parola, antifascismo (ma anche anticomunismo intendiamoci), sono state commesse cose molto brutte e uccisi innocenti (più di attualità non so se hai seguito, ma è stato impedito anche a una studentessa di dare un esame all'universita e di prenderla a bottigliate in nome dell'antifascismo) quindi sinceramente non mi piace proprio per nulla. Ma non si capisce che questa gente vuole solo sentirsi dire: "avete sbagliato, ma capiamo le vostre ragioni" ?. E tutto sarebbe a posto. La sinistra ha preso spesso ad esempio nel suo immaginario quello che ritengo uno dei più grandi personaggi del nostro tempo, ovvero Nelson Mandela. Lui una volta eletto, fece la famosa amnistia che ha contribuito in larghissima parte a migliorare la situazione in Sudafrica e a frenare l'odio razziale. Mentre in Italia dopo il 25 aprile sono stai fatti quasi 30000 morti e nell'anno di grazia 2008 ancora non si accenna a dare una dignità a queste persone che hanno sbagliato ma che lo hanno fatto per motivazioni tuttaltro che superficiali e che in molti casi andrebbero non certo giustificate ma almeno comprese. Tutti i problemi sarebbero risolti, invece fa comodo continuare con la solita solfa per alimentare lo sciacallaggio politico...
P.s ricordo inoltre che i giovani che si arruolarono nella R.S.I chiesero tutti di andare a combattere sul fronte di guerra contro inglesi e americani e quando i tedeschi li destinarono a fronteggiare i partigiani, molti si rifiutarono andando incontro anche alla morte per non voler combattere contro altri italiani. Così come molti nascosero famiglie di ebrei ai tedeschi. Loro semplicemente non volevano arrendersi, e per un distorto senso dell'onore vollero continuare la guerra a fianco dei tedeschi (i quali, come Hitler, tra l'altro erano molto mal visti dai fascisti italiani).
Piccoli elementi che sembrano inezie ma che forse restituiscono un'umanità a persone altrimenti dipinte sui libri di scuola come tutti sicari senza pietà, creati in serie, tutti con i soliti comportamenti quasi fossero robot. Ripeto, dando una dignità a queste persone non si interferisce in alcun modo con il giudizio sul fascismo, che è affidato agli storici. Ma è altrettanto vero che il giudizio storico sul fascismo non può servire da scusa per non riconsiderare la posizione di quei republichini, altrimenti non c'è reciprocità.
il soito anonimo
Bravo Niccolò...
Ottima risposta... e senza slogan!
buone cose
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