e molto altro ancora...
martedì 25 dicembre 2007
Pausa...
e molto altro ancora...
domenica 23 dicembre 2007
Contro la Geox: consigli per i non-acquisti
sabato 22 dicembre 2007
Guardate un po' che dietro le multinazionali si nasconde lo spettro che si aggirava un tempo per l'Europa...
Lo spettro che si aggirava per l'Europa ora si incarna in un ippototamo e un cagnolino... Progresso o regresso? (P.S.: due post fa c'è un post "serio": "Immagini di Natale", magari passateci col mouse...!)
Crozza, L'inno del PD
Meravigliosa musica, meravigliose parole... Anche se un po' modificate...! Ascoltate, ascoltate...
Immagini di Natale
giovedì 20 dicembre 2007
Televisione e teledipendenti: le due facce della medaglia
mercoledì 19 dicembre 2007
"L'Italia Spensierata" di Piccolo
Svevo sulla religione
"È proprio la religione vera quella che non occorre professare ad alta voce per averne il conforto di cui qualche volta - raramente - non si può fare a meno".
Una buona idea di religione...
lunedì 17 dicembre 2007
Presentazione Congresso Sinistra Giovanile di San Gimignano
E l'altro meraviglioso video della SinProject (Igor)!!!
venerdì 14 dicembre 2007
Discorso ai giovani - Enrico Berlinguer
In molte organizzazioni del volontariato, in ogni campo, credenti e non credenti lavorano insieme e anche quando le organizzazioni sono distinte e le aspirazioni ideali diverse, sovente le finalità di solidarietà umana comuni. E abbiamo visto proprio nei giorni scorsi, in una riunione nazionale, quante e quanto valide siano le forze nostre impegnate nelle associazioni volontarie.
Lo sviluppo nuovo e impetuoso di queste antiche e nuove forme di aggregazione ci insegna tante cose: non certo che si può fare a meno delle lotte (fra le quali oggi hanno portata decisiva quella per respingere l'offensiva della Confindustria). Né si può fare a meno dello Stato o della mano pubblica - come qualche teorico, anche di parte cattolica, suggerisce - ma certo che bisogna prendere posizione contro lo statalismo burocratico, che bisogna essere capaci di vedere le risorse autonome della società e saperle valorizzare in un dialogo continuo tra istituzioni democratiche e sollecitazioni che vengono direttamente dalla società.
Lo sviluppo dell'associazionismo e del volontariato indica che non basta partecipare, bisogna poter contare veramente, bisogna fare, bisogna contribuire a risolvere questioni reali. «Democrazia» deve congiungersi con efficienza e «libertà», deve divenire responsabilità e liberazione..."
giovedì 13 dicembre 2007
L'utopia necessaria e uno spunto per la primavera della giovanile del PD
Un partito, quando nasce, ha bisogno di due aspetti inscindibili: organizzazione e valori. L'organizzazione, ossia i mezzi di radicamento, democrazia interna e sociabilità, è stata fin qui affrontata con scrupolo e passione. Le primarie sono state un momento davvero "storico" per l'Italia e l'Europa. Il PD non nasce, come si paventava, "leggero" o "liquido", ma nasce con la forza e la convinzione di tre milioni e mezzo di persone in carne ed ossa che il 14 ottobre sono uscite di casa per votare ed hanno anche dato un contributo economico per questo. Adesso, si apre la seconda fase di organizzazione del partito sul territorio che richiede a tutti quanti un grandissimo sforzo.
Tutto questo, però, ha bisogno di una ampia elaborazione politica, sociale e culturale. I cosiddetti "valori" o, perché no, una propria "utopia". Il PD, ossia tutti noi, deve sforzarsi di dare un'immagine di società diversa. Questo si può costruire solo attraverso la faticosa discussione dal basso, che tocca tutti i punti e i nodi che ha un partito moderno.
Un aspetto positivo, sia per l'organizzazione che per l'orizzonte ideale del partito, c'è stato. Il Partito Democratico non aveva ancora finito di vagire dopo il parto, che i suoi massimi esponenti si sono lanciati in una sfida senza precedenti nel panorama politico -e politichese- italiano: le primarie di una nuova giovanile del Partito Democratico. Le cose, quando accadono, rientrano ben presto nel regno della normalità. Invece, bisogna, credo, sottolineare la portata di questa innovazione ed i rischi che ci si sono assunti praticandola. Dopo i tre milioni e mezzo di votanti del 14 ottobre di questo anno, lanciare nuove primarie pochi mesi dopo rischia di sottolineare un fenomeno di stanchezza. Poi, sappiamo quanto sia difficile coinvolgere i giovani nella politica, soprattutto in un partito. Devo essere sincero: la più coraggiosa novità del PD ad ora è proprio questa. E anche i giornali, che tanto amano parlare di giovani e annessi e connessi, non hanno dedicato che qualche riga - nel migliore dei casi- a questo avvenimento. E' qualcosa di sanamente positivo nel PD. Per quanto difficile, faticoso... Il 21 marzo, il primo giorno di primavera, i ragazzi e le ragazze saranno chiamate a delle primarie per costruire una nuova giovanile, la scommessa profonda del nuovo partito. Una giovanile che sappia coinvolgere quella frastagliata realtà che genericamente si definisce "giovani generazioni", ma che al suo interno presenta diversificazioni enormi.
Una giovanile non è una corrente o un'area di un partito, è semplicemente una palestra eccezionale. È semplicemente un metodo per limitare cooptazioni o improvvisazioni dell'ultimo momento. È semplicemente un metodo per far avvicinare i più giovani a qualcosa di politico, qualcosa in cui si può decidere e fare insieme. Qui in provincia di Siena, abbiamo due esperienze importanti che confluiscono nel Partito Democratico: Sinistra Giovanile e Giovani della Margherita. Questo è già un buon punto di partenza per dare questo strumento di potenzialità e partecipazione per tanti e tanti. Non è un discorso di giovanilismo: giovane non vuol dire migliore né garanzia di miglioramento in sé. Anzi, soprattutto in politica l'esperienza è cosa basilare, un concetto profondamente democratico; pensiamo alla democrazia fin dall'antica Grecia, al concetto di Senato. Però è un gravissimo errore non coinvolgere oggi le nuove generazioni: coinvolgere per far incidere e anche per far crescere. Per questo penso sia importante un'organizzazione giovanile. E per questo penso che il 21 marzo sarà una nuova primavera.
lunedì 10 dicembre 2007
Gli indagati in televisione... E un lunedì mattina...
domenica 9 dicembre 2007
Assurde cause legali... E una riflessione sui navigatori satellitari...
venerdì 7 dicembre 2007
mercoledì 5 dicembre 2007
La Giovanile del PD: coraggioso azzardo e vera innovazione
martedì 4 dicembre 2007
Giovani Partito Democratico
Ecco la conferenza stampa cui ho assistito recentemente. Un grande risultato che segna un altro punto positivo del Partito Democratico: ci sarà una giovanile. E, prima volta nella storia (davvero, nonostante la formula logora) una giovanile di un partito nasce tramite primarie. Il 21 marzo tutti a votare, come dire "E' primavera, svegliatevi..."
sabato 1 dicembre 2007
AEK Atene-Fiorentina=1-1... Pagelle senza commento
Balzaretti: 4.
Dainelli: 6.
Kroldrup: 6+.
Pasqual: 5.
Liverani: 7,5.
Kuzmanovic: 6,5.
Dall' 80' Gobbi: sv.
Montolivo: 3.
Jorgensen: 6.
Vieri: 6,5.
Dall' 85'Pazzini: ng
Osvaldo: 7-.
Pin: 7.
venerdì 30 novembre 2007
Ortensia
ci siamo conosciuti cinque anni fa. In Piazza Duomo, a San Gimignano. Era la festa della patrona del paese, Santa Fina, e le nuvole nascondevano un timido sole. Eri sotto un tendaggio bianco, e tra mille vidi e scelsi solo te. Nei tuoi occhi lessi qualcosa di diverso, e decisi di portarti con me. Nel mio mondo, nella mia vita, nella mia casa... Per cinque anni mi sei stata vicina, vicinissima. Soprattutto la notte, i tuoi movimenti e i tuoi sospiri hanno accompagnato i miei sogni e i miei sonni. Sapevi come farti notare discretamente quando volevi qualcosa. Senza pretendere. Chiedendo con allusione, con timida allusione... Ti ho accudita anche nella malattia, quegli occhi che non volevano vedere e che poi sono tornati a vedere la luce. Ogni volta entravo in camera ti muovevi lentamente o veloce... Un affetto lungo cinque anni, abbandonato in un giorno d'inverno senza alcun motivo. Stroncato d'un tratto. Addio, Ortensia... Rimarrai sempre nella mia memoria e nel mio cuore... Terrò il tuo guscio perché non potrò dimenticarti.
Alla mia tartaruga d'acqua.
29 Novembre 2007
giovedì 29 novembre 2007
C'è qualcosa al di là di ciò che si ha: ciò che si è
In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità,
a me ricordava la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra vibrare di suoni,
era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
Fabrizio De André
mercoledì 28 novembre 2007
Caro Beppe Grillo, la Democrazia è impegno, discussione e condivisione
martedì 27 novembre 2007
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lei E' Morta.
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lei era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l' amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.
(Auden W.H.)
lunedì 26 novembre 2007
Notizie di oggi...
2) Berlusconi: "Farò come Don Sturzo"; ma sa chi era? Don Sturzo non aveva tre televisioni... Intanto... voto 2;
3) A Pechino tutte le camere di albergo dovranno essere munite di preservativi per gli ospiti; questo per ridurre i contagi da Aids (aumentati del 53% in un anno); potremmo ispirarci in Italia; semplice, concreto, dolce... voto 10;
4) Dal 17 novembre la cattedrale di Città del Messico era occupata da giovani di sinistra, perché le campane suonavano misteriosamente durante i comizi della sinistra; voto: :-(;
5) Il garante britannico dell'informazione ammonisce i blogger: dati e foto immessi in rete vengono utilizzati dagli uffici del personale di banche e grandi società per scoprire vizi e segreti delle loro potenziali nuove reclute; per non parlare dei ladri di identità capaci, anche da piccoli dettagli privati, di avviare indagini approfondite sulle persone da truffare; il mio blog è talmente noioso che non corro pericoli...:-)
Magdi Allam a Colle di val d'Elsa: la Sg fa voltantinaggio, intanto naufraga la fiaccolata anti-moschea
domenica 25 novembre 2007
Un punto a Reggio Calabria per una grigia fiorentina
Frey: 5,5; intervento coi pugni quando poteva bloccare; nient'altro;
Potenza: 5,5; non spinge, difende a fatica; da rivedere;
Gamberini: 6,5; l'unico che regge la baracca là dietro, nonostante l'infortunio;
Kroldrup: 6,5; collabora con Gamberini, prova lucida e precisa; bravo;
Gobbi: 4; sbaglia tutto quello che può sbagliare, gioca di fatto da esterno sinistro; pessimo; grigio; ininfluente; indeciso; tragicamente tragico;
Pazienza: 5,5; mah...
Montolivo: 2; non combina niente di buono; cerca il tiro e tira fuori; azione quattro contro tre e lui si fa anticipare; fa una cosa ottima: si fa ammonire; contro l'inter non dovremo assistere al triste spettacolo di un campione tramontato prima di sorgere;
Semioli: 6+; corre, corre, corre, corre, corre; corri Franco, corri, sei tutti noi; magari se poi concretizzi...
Pazzini: 3,5; inconsistente, inconcludente; il fantasma di se stesso;
Pin: inutile.
giovedì 22 novembre 2007
mercoledì 21 novembre 2007
Adinolfi canta... Ascoltate le parole della canzone...
Il Pd nasce allegramente... E anche se per lui "un partito senza tessere non è un'eresia ma una liberazione", glielo perdoniamo... E poi un po' mi ci rivedo... Anche se la stazza spero sia minore... GRAZIE COSIMO PER LA SEGNALAZIONE!!!
Nell'anniversario della nascita di Voltaire un passo del Candide
Visita al signor Pococurante, nobile veneziano
Candido manda immediatamente a chiedere al signor Pococurante la permissione di visitarlo il giorno appresso. Candido e Martino andarono in gondola sulla Brenta, ed arrivarono al palazzo del nobil Pococurante. I giardini erano di buon gusto, ed ornati di belle statue di marmo, e il palazzo di bellissima architettura. Il proprietario del luogo, uomo di sessant'anni, molto ricco, ricevè con molta compitezza i due visitatori, ma con altrettanta freddezza, il che sconcertò Candido, e non dispiacque punto a Martino.
Tosto due belle ragazze, portarono la cioccolata, che avean fatta bene spumare. Candido non potè fare a meno di lodare la loro bellezza, la loro grazia, la loro attività. - Queste sono buonissime creature, disse il senatore Pococurante; non mi dispiacciono perchè sono stufo delle:. dame della città, per le loro civetterie, per le loro contese, per i loro capricci, per il loro orgoglio, per le loro bassezze, per lo loro pazzie, e per i sonetti che bisogna fare, o far fare per loro. Ma anche queste due ragazze cominciano ad annojarmi.
Candido dopo la colazione passeggiando in una lunga galleria, fu colpito dalla bellezza de' quadri; dimandò di quale artista erano i due primi. - Son di Raffaello, disse - il senatore; li comprai a caro prezzo per vanità, anni or sono: si dice che non vi è cosa più bella in Italia, ma a me non piacciono niente affatto; il colore è cupissimo, le figure non son bene arrotondate, e non risaltano abbastanza; il panneggiamento non somiglia punto a un panno insomma, checchè se ne dica, io non vi trovo una vera imitazione della natura: a me non piacerà un quadro se non allora che vi vedrò la natura medesima: di questa: specie non ve ne sono: io ho molti quadri, ma non li guardo mai.
Pococurante, aspettando il desinare, si fece eseguire un concerto; a Candido parve la musica graziosissima - Questo suono, dice Pococurante, può divertire per una mezz'ora, ma se dura di più annoja tutti, sebbene nessuno ardisca di confessarlo: la musica oggigiorno non è altro che un'arte di eseguir cose difficili, e ciò che è solamente difficile, a lungo andare piace. Io avrei forse maggior piacere all'opera se non si fosse trovato il secreto di farne un mostro, che mi fa stomacare: vada chi vuole a veder delle cattive tragedie in musica, ove le scene non son fatte che per introdurre male a proposito due o tre ariette ridicole che fanno valere il gorgozzulo d'un'attrice; si intenerisca di piacere chi vuole, o chi può, vedendo un castrato trillare sulla parte di Cesare, e di Catone, e passeggiare goffamente sul palco; per me, io ho rinunziato da gran tempo a tali leggerezze, che fanno la gloria oggigiorno del teatro italiano, e che son pagate da' sovrani a carissimo presso.
Candido contese un poco su questo, ma con discrezione, e Martino fu interamente del sentimento del senatore.
Si misero a tavola, e dopo un eccellente desinare entrarono nella biblioteca. Candido, vedendo un Omero magnificamente legato, lodò l'illustrissimo, sul suo buon gusto. - Ecco, dic'egli, un libro che era la delizia del gran Pangloss, il miglior filosofo dell'Alemagna. - Non è già la mia, risponde freddamente Pococurante: mi si diede ad intendere in passato, che io provavo piacere a leggerlo, ma quella ripetizione continua di combattimenti che sempre si rassomigliano, quegli Dei che agiscon sempre per non concluder nulla, quell'Elena ch'è il soggetto della guerra che appena comparisce sulla scena, quella Troja che si assedia, e non si prende mai, tutto mi cagionava una noja mortale: io ho dimandato qualche volta ad alcuni letterati se s'annojavano come me in quella lettura: i più sinceri mi han confessato che il libro cadeva lor dalle mani, ma che bisognava per altro averlo nella biblioteca, come un monumento dell'antichità, e come quelle medaglie rugginose, che non sono buone a spendersi.
- Vostr'Eccellenza non penserà così di Virgilio, dice Candido. - Io convengo, risponde Pococurante, che il secondo, il quarto e il sesto libro della sua Eneide sono eccellenti: ma per quel suo pio Enea e il forte Cloante, e l'amico Acate, e il piccolo Ascanio, e il melenso re Latino, e la villanzona Amata, e l'insipida Lavinia, io non credo che vi sia niente di più freddo, e di più disaggradevole; stimo meglio il Tasso, e le fandonie dell'Ariosto, sebbene sonniferi da fare dormire uno in piedi.
- Signore, disse Candido, non avete un gran piacere a leggere Orazio? - Vi sono delle massime, risponde, Pococurante, dalle quali un uomo di mondo può ricavar del profitto, e che, essendo raccolte in versi, che hanno molta forza, s'imprimono più facilmente nella memoria; ma io fo pochissimo caso, del suo viaggio a Brindisi, e della sua descrizione di un cattivo desinare, e della contesa de' facchini tra un certo Rupilio, le cui parole, dic'egli, erano piene di marcia, ed un altro le cui parole erano aceto; io non ho letto, che con infinito disgusto i suoi versi grossolani contro le vecchie, e contro le streghe, e non so qual merito possa egli avere per dire al suo antico Mecenate che se fosse stato da lui aggregato alla schiera de' poeti lirici, avrebbe colla sua fronte sublime dato di cozzo alle stelle. I pazzi ammiran tutto, in un autore stimato; io non leggo che per me, e non ho piacere se non a quel che mi aggrada.
Candido, ch'era stato educato a non giudicar cosa alcuna da per sé stesso, era molto stupefatto di ciò che sentiva, e Martino trovava la maniera di pensare di Pococurante assai ragionevole.
- Oh, ecco un Cicerone, dice Candido, io credo che vostr'eccellenza non lascerà punto di leggere cotesto grand'uomo. - Io non lo leggo mai, risponde il Veneziano: che m'importa ch'egli abbia difeso la causa di Rabirio o di Cluenzio? Ne ho d'avanzo de' processi da giudicare; mi sarei adattato a leggere le sue opere filosofiche, ma quando mi son accorto che ei dubitava di tutto, ho concluso che io ne sapeva quanto lui, e che non avevo bisogno d'alcuno per essere ignorante.
- Oh, ecco là ottanta volumi di raccolte d'un'accademia di scienze, dice Martino, può essere che in quelle vi sia del buono. - Ve ne sarebbe, risponde Pococurante, se un degli autori di coteste bagatelle avesse inventato almen l'arte di far delle spille; ma non v'è in tutti que' libri che vani sistemi, e niuna cosa utile.
- Quante opere di teatro io vedo là! dice Candido, in italiano, in spagnuolo, e in francese. - Sì, osserva il senatore. Ve ne son tremila, ma non ve ne saran tre dozzine delle buone. Quelle raccolte poi di sermoni, che tutti insieme non vagliono una pagina di Seneca, e tutti que' gran volumi di teologia, credetelo, non si aprono mai, né da me né da alcuno.
Vide Martino degli scaffali carichi di libri inglesi. - Io credo, diss'egli, che un repubblicano abbia ordinariamente ad aver piacere di cotesti libri, scritti liberamente. - Sì, rispose Pococurante, è bello scrivere ciò che si pensa, ed è questo un privilegio dell'uomo: in tutta la nostra Italia non si scrive se non quel che non si pensa. Coloro che abitano la patria di Cesare, e degli Antonini non osano aver un'idea, senza la permissione di un domenicano. Io sarei contento della libertà che inspirano gl'ingegni inglesi, se la passione, e lo spirito di partito non corrompesse totalmente ciò che quella preziosa libertà ha di stimabile.
Candido scorgendo un Milton gli dimandò se considerava quell'autore per un grand'uomo. - Chi? dice Pococurante, quel barbaro che fa un lungo commentario, in dieci libri di versi duri, del primo capitolo della Genesi, quel grossolano imitator de' Greci, che disfigura la creazione, e che mentre fa da Mosè rappresentar l'Ente increato che produce il mondo con una parola, fa prendere un gran compasso dal Messia, in un armadio del cielo, per disegnar la sua opera? Io dovrei forse stimar colui che ha guastato l'inferno e il diavol del Tasso: che Trasforma Lucifero ora in gigante, e ora in pigmeo: che gli fa ribattere cento volte i medesimi discorsi: che lo fa disputare sulla teologia, che imitando seriamente l'invenzione comica dell'armi da fuoco dell'Ariosto, fa sparare il cannone nel cielo da' diavoli? Né io, né alcun altro in Italia ha potuto trar piacere da queste triste stravaganze; e il maritaggio del peccato colla morte, e i serpi che partorisce il peccato, non fanno vomitare ogni uomo che ha il gusto un poco delicato? Quel poema oscuro, bizzarro e disgustevole fu schernito fin dalla sua nascita, ed io lo tratto oggi come lo fu nella sua patria da' contemporanei; del resto, io dico ciò che penso, e curo pochissimo che gli altri pensino come me.
Candido era mal soddisfatto di que' discorsi; egli rispettava Omero, ed amava Milton. - Ahimè, diss'egli sottovoce a Martino, io ho ben paura che quest'uomo abbia un sommo disprezzo per i nostri poeti alemanni. - Non vi sarebbe gran male, dice Martino. - Oh che uomo superiore! dicea pur Candido fra' denti. Che spirito è questo Pococurante! Non può niente piacergli.
Dopo di aver fatta così la rivista di tutti i libri, discesero nel giardino; Candido ne lodò tutte le bellezze. - Io non so di cattivo gusto, disse il padrone: noi abbiam qui delle figurine, ma dopodomani voglio farvene porre d'un disegno più nobile.
Allorchè i due visitatori si furono licenziati da sua eccellenza, Candido chiese a Martino:
- Voi dunque converrete meco, che quello è il più felice di tutti gli uomini, perché è al di sopra di tutto ciò che possiede.
- E non vedete voi, rispose Martino, che di tutto ciò che possiede egli è disgustato? Platone disse, molto tempo fa, che i migliori stomaci non son quelli che rigettano tutti gli alimenti.
- Ma, disse Candido, non è un piacere a criticar tutto? A trovar de' difetti, dove gli altri uomini credon vedere delle bellezze?
martedì 20 novembre 2007
Korg IV: le pagelle dei senesi presenti a San Giuliano
venerdì 16 novembre 2007
Qualche pensiero sul lutto di domenica scorsa vicino Arezzo
giovedì 15 novembre 2007
lunedì 12 novembre 2007
300: un film d'azione pseudostorico per una pseudoesaltazione di uno pseudoeroismo
(Re Leonida)
Nel film Leonida parte da Sparta con solo 300 uomini. In realtà erano 2100 dato che ognuno dei 300 soldati spartani aveva al suo seguito 7 iloti.
Il film narra che dopo il tradimento di Efialte rimasero solo gli spartani a difendere il passo, mentre sappiamo che rimasero anche 700 tespiesi e 400 tebani (secondo Erodoto soltanto i tespiesi restarono volontariamente, mentre i tebani furono costretti da Leonida). Inoltre Efialte non era uno spartano, bensì un pastore che risiedeva nei pressi del luogo di svolgimento della battaglia.
L'esercito persiano era realmente dotato di elefanti, ma non si hanno notizie del loro utilizzo in quella battaglia; nell'assalto del secondo giorno viene usato anche un rinoceronte da battaglia, ma i rinoceronti non vennero mai usati come animali da guerra poiché la loro scarsa vista li rendeva facile confondere gli squadroni alleati con quelli nemici,e il loro carattere li rendeva impossibili da domare. Per giunta si trattava di un rinoceronte africano, come suggeriscono la pelle color avorio e i due corni, ed è impossibile che i persiani ne avessero uno.
Sono un'invenzione scenica anche i genieri dotati di esplosivi e le strane creature mezzo uomini e mezzo bestie al servizio di Serse.
Il film inoltre tace o travisa molte consuetudini e leggi spartane.
Gli efori non erano dei lussuriosi e deformi vecchi rosi dalla lebbra, ma persone di rilievo nell'antica Sparta, regolarmente elette da un senato, sebbene comunque facessero affidamento su delle prostitute di notevole bellezza opportunamente scelte e fatte ubriacare per il ruolo di oracolo.
Nell'antica Sparta vi erano due re, e non uno solo.
I bambini deformi o troppo gracili per affrontare la vita spartana, secondo alcuni storici come Erodoto, erano gettati dal Monte Taigeto, mentre altri dicono che fossero abbandonati sul monte in modo che se un membro della casta inferiore avesse voluto adottare il bambino avrebbe potuto farlo (tuttavia si ritiene che questo accadesse di rado).
Il personaggio che viene chiamato Dilios nel film, che teoricamente si salvò, in realtà si chiamava Aristodemo, e tornato a Sparta fu odiato e deriso da tutta la città, poiché sospetto di diserzione e condannato all'esilio dal quale scampò, riabilitandosi nella battaglia successiva (la battaglia di Platea) nella quale morì. Egli però non fu il solo superstite dei 300: un altro, Pantite, si suicidò per vergogna e per questioni di onore: la civiltà spartana non accettava la ritirata, né tanto meno la diserzione, tanto che i familiari abbandonavano i guerrieri che riportavano ferite sulla schiena dato che quelle erano un chiaro segnale di un tentativo di fuga davanti al nemico.
Secondo Erodoto, Serse non inviò nessun messo a Sparta né ad Atene, memore dei precedenti messaggeri inviati da Dario malamente uccisi.