
Tutto lì era suo. Dai pini secolari alle edere infestanti, fino all'ultima formica.
Lo avevano insultato, deriso, gli avevano dato del pazzo megalomane, del cafone arricchito, del ladro, ma lui non aveva dato retta a nessuno. E alla fine aveva vinto. Erano tutti venuti a corte a rendergli onore. (...)
"Come ti senti?". Lui finì il bicchiere e se lo gettò alle spalle: "Come l'ottavo Re di Roma"."
L'italietta dell'impunità e delle veline, dei calciatori strapagati e dell'apparenza fine a se stessa. Del cattivo gusto e dei drammi sepolti, della ricerca di un senso. L'italietta dove evasione, speculazione e illegalità diventano valori. Una grande festa. Bello l'affresco di Niccolò Ammaniti. Vi consiglio:
"Che la festa cominci", di Niccolò Ammaniti, ed. Einaudi StileLibero.
Quasi finito di leggere... Ma già consigliabile: una grottesca e iperbolica storia in cui un po' torna il vecchio Ammaniti, un po' irrompe un Ammaniti straordinariamente moderno e irriverente. Peccato che l'analisi della società contemporanea non affondi nel profondo, ma si limiti a navigare sulla cresta delle onde... Si cerca un senso... A breve un post di resoconto...