venerdì 25 maggio 2007

Bambini, soldati, soldati-bambini...

"bambìno: s.m., agg.FO 1a s.m., l’essere umano tra la nascita e l’inizio della fanciullezza: i bambini giocano nel parco, libri, film, giochi per bambini fare il b., comportarsi in modo infantile; non sono più un b., sono adulto fam., al pl. può indicare collettivamente figli e figlie: ho due bambini, la stanza dei bambini 1b s.m., l’essere umano maschio tra la nascita e l’inizio della fanciullezza fam., figlio maschio: ho un b. e due bambine 1c s.m., come appellativo affettuoso o ironico riferito ad adulti di sesso maschile: b. mio, cosa vuoi farci? 2 s.m., adulto molto ingenuo 3 s.m., solo sing., per anton., con iniz. maiusc., Gesù Bambino 4a agg., molto giovane: sposa bambina 4b agg., fig., di qcn., ingenuo, semplice: Carlo è ancora molto b. fig., di qcs., immaturo, non compiutamente sviluppato: mente bambina; civiltà bambina, agli albori".
"soldàto: s.m.1 FO chi combatte in un esercito, chi è parte delle truppe militari, senza distinzione di grado o arma, sia volontariamente, sia per obbligo di leva: un s. valoroso, un presidio di soldati, arruolamento di soldati, s. di cavalleria, di fanteria, di artiglieria, un corpo di soldati scelti 2 TS stor., chi veniva reclutato, dietro compenso, per combattere al servizio di un sovrano o di uno stato che fossero privi di un esercito nazionale 3 CO fig., chi combatte fervidamente o strenuamente per la difesa di un ideale o di una fede, per l’affermazione di una nobile causa: un s. della pace, della libertà, della giustizia 4 TS zool., spec. al pl., nelle colonie di Imenotteri e di Isotteri, ciascun individuo specializzato nei compiti di difesa"
Soldato-bambino: sul dizionario per ora non si trova. 1991: scoppia la guerrac civile in Sierra Leone, da allora al 2001 50.000 morti. Nel 2000 il 30% dei combattenti aveva meno di 15 anni. Le bambine rapite dai ribelli sono state violentate e molte di loro sono state poi uccise o ridotte in schiavitù. Oggi, nel mondo, sono almeno 300.000 i soldati-bambini nel mondo. Le ragioni del loro impiego sono svariate: le armi leggere sono facilmente trasportabili da bambini, i ragazzi si sottomettono più facilmente alla disciplina militare; non pretendono paghe; difficilmente disertano. Ishmael Beah è nato nel 1980. Ha combattuto dal 1993 al 1995. Nel 1998, grazie ad un centro di recupero africano, viene adottato da una donna statunitense e va a vivere negli Stati Uniti:
"C'era sangue ovunque. Sembrava che da ogni angolo si abbattesse sulla foresta una pioggia di priettili. Strisciai fino a Josiah e lo guardai negli occhi. Piangeva, gli tremavano le labbra ma non riusciva a parlare. Cercò di afferrarmi una spalla nel tentativo di rialzarsi, ma a metà del gesto smise di muoversi. Il rumore degli spari svanì dalla mia testa, come se il cuore avesse cessato di battere e il mondo si fosse fermato. Gli chiusi gli occhi, lo misi a terra e raccolsi il fucile".
Per le prime due voci, http://www.demauroparavia.it/;
per l'articolo da cui è tratto quanto sopra: Internazionale di questa settimana;
per approfondire, l'autobiografia di Beah: Memorie di un soldato bambino (Neri Pozza 2007, 15,50€);
per vedere un film (la cinematografia è sempre sconsigliata: prima meglio lettura, teatro e pensiero): blood diamond di Zwick.

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