Curzio Maltese sta svolgendo un'interessante inchiesta su Repubblica (www.repubblica.it) riguardo la Chiesa e il suo patrimonio e la sua attività temporale. Vi riporto qui sotto un suo editoriale (al di fuori dell'inchiesta) apparso sul Venerdì. E faccio una considerazione rapida... Parlare della Chiesa e del Vaticano in quanto fatto temporale, analizzandone attività, affari, iniziative nel bene o nel male, rappresenta esercizio positivo e intellettualmente naturale. Mi spiego meglio. Molto spesso c'è una sorta di difficoltà o di diffidenza a parlare di questi argomenti, perché sembra che, qualunque cosa si dica, ci sia sotto sotto l'anticlericalismo. Invece non è affatto così. Anche un credente cattolico (anzi forse a maggior ragione un credente cattolico) può essere interessato all'attività temporale della chiesa della quale è fedele, così come un non-credente può interessarsi di questi aspetti senza mettere in dubbio il rispetto per la fede cattolica. E' un po' come si trovasse difficoltà a parlare della vergogna della caccia alle streghe o delle Crociate; sono aspetti che vengono analizzati nella loro concrezione storico-sociale e politica, al di là dell'approccio fideistico alla Verità o, viceversa, dell'ateismo che esclude l'esistenza di qualsivoglia entità divina. Poi ognuno può trarre le conclusioni. Però bisogna parlarne. Vi riporto, insomma, questo articolo di Curzio Maltese, che è interessante come chiave di lettura, per quanto a mio parere non vi sia solo questo dietro la debacle del Governo Prodi.
"La vera spallata a Prodi alla fine l'ha data il Vaticano. Era chiaro da tempo che le gerarchie ecclesiastiche erano scese in campo direttamente contro il centrosinistra e per favorire il ritorno di Berlusconi, elargitore di mille favori alla Chiesa durante il suo quinquennio a Palazzo Chigi. La Chiesa ha agito alla vigilia della crisi come una qualsiasi lobby politica, sia pure extraparlamentare, addirittura extraterritoriale, e con un'intelligenza politica superiore a quella dei partiti in circolazione. La spallata della Chiesa al centrosinistra era partita da lontano. Non c'è stata settimana, dalla primavera del 2006, in cui il papa o i vescovi non siano entrati in polemica, più o meno diretta, con l'azione del governo.
Ma nell'ultima settimana si è consumato uno spettacolare attacco su più fronti. Ha cominciato Benedetto XVI, in qualità di vescovo della capitale, con l'attacco al Veltroni sindaco sul "degrado di Roma". Ora, è chiaro che l'uno è "anche" papa e l'altro è, guarda caso, leader del Pd. Quanto alla predica del papa sui mali di Roma, dagli "affitti troppo alti" allo scarso attivismo dell'amministrazione locale, bisognerebbe aprire un lungo capitolo. L'Apsa, che gestisce le proprietà ecclesiastiche, è il primo immobiliarista della capitale, con il 22 per cento del patrimonio totale della città: non può fare nulla per calmierare gli affittti? La Chiesa è il primo evasore (legalizzato) delle tasse romane, con l'esenzione dall'Ici, così come è il primo beneficiario delle onerose convenzioni private su sanità e scuola. L'elenco dei favori che la città di Roma paga alla Chiesa è infinito, dalle forniture d'acqua ai pass delle automobili per il centro.
Era ben studiato il pretesto della mancata visita alla Sapienza, dove si capiva benissimo che alla Chiesa non interessava la questione in sé ma lo sfruttamento del caso. La polemica sulla sicurezza non garantita era strumentale. I predecessori di Benedetto XVI sono andati in visita pastorale in Paesi del Terzo mpndo ed hanno incontrato folle di milioni di persone, e questo papa ha paura di entrare nell'Universita di Roma? Bisognava trovare il modo di organizzare una manifestazione contro il governo a san Pietro, senza dire che si trattava di politica. Così è andata, e nella folla di san Pietro c'era in prima fila Clemente Mastella, il quale proprio in quell'occasione, per sua ammissione, decide l'uscita dalla maggioranza e la comunica subito non a Prodi ma al cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano.
Nello sfascio della politica, la Chiesa ha deciso di scendere in campo, alla riconquista di un ruolo centrale perso dal tramonto della Dc. I leader del centrosinistra dovrebbero almeno prenderne atto e studiare qualche contromossa, che non sia il solito inginocchiarsi nella vana speranza di ammansire i vescovi".
Curzio Maltese
Il Venerdì-1/2/08
6 commenti:
Interessante articolo di Curzio pubblicato anche sul venerdì di Repubblica... di questi approfondimenti in Italia siamo poveri!
CHE NE PENSANO GLI AMICI CATTOLICI DEL PARTITO DEMOCRATICO?
SIETE GIA' SEPARATI IN CASA?
Il Partito Democratico sarà laico, soprattutto se avrà in sé tante persone laiche... E laico non è in contrapposizione a cattolico, anzi il concetto di laicità nasce proprio in ambiente cristiano (teoria delle due spade) per tutelare la chiesa dal potere politico (e poi viceversa).Certo, uno sforzo grande perché dialogo e riflessione sono più difficili di settarismo e auto-convincimento.
Non cado nel "banalismo" del secondo commento. C'è ancora chi crede nella contrapposizione cattolici-comunisti,dimenticando pagine tragiche della nostra storia come l'Eccidio di Porzûs, che spero ci abbiano insegnato qualcosa. Sveglia siamo nel 2008 non nel 1948!!!
Dice bene Nicco, il partito democratico nasce "laico". E non credo ci sia altro da aggiungere, inutile impelagarsi nei discorsi sul laicismo di chi sostiene che il Papa nn si debba muovere dal Vaticano, ignorando quanto di buono ha fatto e fa tutt'oggi la chiesa in Italia (che non è perfetta come tutte le cose umane! (leggi:partiti,associazioni,banche,etcc)).
Non credo però che sia stata la Chiesa a dare la spallata, la verità è che Prodi ha egoisticamente "tirato a campare" e prima o poi ti capita il Mastella di turno... Come fai a riformare un paese con Mastella e Caruso sullo stesso banco parlamentare?? Puoi mediare quanto vuoi ma prima o poi salta la poltrona e se egoisticamente pensi che salta solo quella, nn ti accorgi che in verità salta tutto il paese...
Io credo che la laicità debba essere presa come distinzione. Una distinzione nata appunto come diceva Niccolò in ambito cristiano nel V secolo, una distinzione necessaria per uno studio scientifico attento e progressivo (pensiamo a Galileo che continua i suoi studi grazie alla laicità dello scienziato), una distinzione sancita dalla nostra costituzione e se non bastasse (visto che siamo in Italia dovrebbe bastare) anche dalla costituzione pastorale Gaudium et Spes del Concilio vaticano II.
Sul fatto che poi sia stata la chiesa (nella fattispecie del discorso di Bagnasco) credo che sia stata una delle tante gocce che ha fatto si che mastella decidesse di tornare (gocce: magistrati alle costole, magistrati alle costole della moglie, Di Pietro sempre a rompere, Tabacci che vuole fare il grande centro, ecc.................).
Ciao Niccolò,
ho letto anch'io questo articolo su LA REPUBBLICA e devo dire che pochi hanno il coraggio di fare articoli di questo tipo e di fare soprattutto delle indagini sulla casta dei casti come invece ha tentato di fare Curzio Maltese.
Probabilmente, anzi senza il probabilmente il Governo Prodi sarebbe caduto ugualmente, ahimè...ma di certo qualcuno si è mosso in aticipo per dare un aiutino. La Chiesa è ancora troppo invischiata nella politica, e questo è molto triste, simao nel 2008!
Complimenti per il blog, molto curato!
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